MENU

RAFFAELE RAGUSO/Donate, e non solo sangue

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

16
GEN
2015
La concretezza e la voglia di essere d’aiuto sono i principi attorno a cui ruota il lavoro del giovane martinese, coordinatore regionale del gruppo giovani dell’Avis, il quale ci dimostra come alle volte basta un piccolo gesto per cambiare una situazione drammatica
 
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare costi quel che costi perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.
Con questa citazione di Giovanni Falcone si esplica l’impegno dell’Avis Puglia e del coordinatore regionale del gruppo giovani AVIS Puglia, nonché consigliere regionale, Raffaele Raguso.
Il giovane martinese ha da sempre a cuore la causa dell’Avis, alla quale partecipa attivamente sin dal 2001 in qualità di donatore e poi via via sempre più coinvolto all’interno dell’associazione.
«Ho iniziato in seguito a un matinée all’autodromo, organizzato l’8 marzo 2001 con un semplice gesto, che è appunto quello della donazione di sangue, ma l’ho preso come un vero e proprio impegno personale quando un carissimo amico si è ammalato di leucemia. Ho capito, in quel momento, quanto possa essere importante per la vita di una persona, un piccolo aiuto concreto da parte di tutti».
È proprio la concretezza, infatti, il concetto su cui Raffaele si sofferma di più e sul quale basa i progetti attuali e futuri dell’Avis.
«Da quando mi sono iscritto alla sede dell’Avis di Martina Franca ho sentito molto forte il bisogno di diffondere e di far comprendere ai più la cultura del dono. Il nostro impegno, infatti, non è quello di dire tante belle parole in un forum o in un convegno, bensì quello di agire! E di farlo subito, attraverso piccoli ma fondamentali gesti».
La sua mission è infatti quella di coinvolgere quanti più attori sociali possibili, in modo da creare una rete che si muova all’unisono all’insegna della solidarietà e dell’aiuto.
«Ho voluto dare all’Avis un’impronta giovanile, motivo per il quale ci stiamo rivolgendo anche alle scuole, coinvolgendo gli adolescenti e trasmettendo loro i valori in cui crediamo. Abbiamo inoltre aperto anche un partenariato con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, con cui abbiamo tenuto uno dei forum di maggior successo che abbiamo realizzato. Parlando di giovani, il titolo del convegno non poteva che essere “Una finestra sul futuro”; ci siamo rivolti, dunque, proprio ai cittadini di domani, i futuri professionisti, quelli ai quali ci rivolgeremo e su cui devono convogliare le nostre risorse».
Tra i punti cardine del discorso affrontato da Raffaele, anche nel corso dell’assemblea nazionale tenutasi a maggio del 2014, vi erano alcuni valori assoluti e imprescindibili per la società civile, ossia: libertà, forza del consenso e forza del dissenso, chiarezza dei patti, rete e legalità, e ultima ma non ultima, responsabilità.
Su questi ultimi tre concetti ci si è soffermati in particolare nel corso dell’ultimo forum, durante il quale sono intervenuti gli esponenti di vario genere e di diversi settori: dal Presidente regionale della Lombardia – regione che detiene il 70% del sangue italiano – al coach di pallavolo della serie B di Oria; dal medico all’agente di forza dell’ordine; dall’ingegnere ambientale dell’Ilva al Presidente dell’Avis Puglia; per giungere infine al Responsabile nazionale CNS.
«Abbiamo tracciato, nel corso dell’evento, l’identikit del cittadino attivo, cioè colui il quale fa bene il suo lavoro, avendo a cuore il bene della popolazione e dando il meglio di sé nel suo ambito. A tal proposito, è stato meraviglioso l’intervento di don Luigi, prete giovanissimo, che citando Sant’Agostino ha detto “Ama e fa ciò che vuoi”, creando subito un’atmosfera gioviale e confidenziale. L’Avis è una associazione laica, ma le parole pronunciate da don Luigi rappresentano dei valori che devono essere comuni a tutti e che prescindono dalla religione».
Raffaele ha poi continuato:
«Ciò che mi preme sottolineare è che non vogliamo parlare solo di sangue, bensì vogliamo muoverci a 360° per dare un aiuto concreto e immediato laddove è necessario».
Ne è un esempio proprio ciò che è accaduto al termine del convegno “Rete, legalità e responsabilità”, svoltosi lo scorso novembre, ossia nel periodo in cui l’immigrazione era dilagante e centinaia di persone avevano bisogno di risorse di prima necessità. L’Avis è scesa immediatamente in campo organizzando e coordinando le operazioni di donazione, agendo con prontezza e con molta professionalità e raccogliendo subito una discreta somma di denaro per far fronte alle esigenze più impellenti.
«Noi giovani abbiamo una marcia in più. Si dice che esistano tre tipi di generazione: chi costruisce, chi mantiene e chi distrugge. Noi veniamo dalla distruzione, ma invece di piangerci addosso abbiamo deciso di rinascere e di ripartire».
È evidente, dunque, da parte del Coordinatore Raffaele Raguso e dell’intera associazione, la volontà di uscire dagli ospedali e andare in strada, arrivare in ogni punto per diffondere il più possibile la cultura del dono educando la gente a essere solidale e a diffidare di alcune false informazioni.
«Non credete ai messaggi che girano sui social network nei quali si dice che manca sangue e che ce n’è un urgente bisogno. L’Avis agisce a livello nazionale con un’organizzazione precisa e puntuale. Si può donare in qualsiasi momento e tutti possono farlo, dai 18 anni ai 60 anni (per le donne) e fino a 65 (per gli uomini). È consigliabile lasciar passare almeno 90 giorni da una donazione all’altra, per le donne anche qualche settimana in più. Diffidate dagli “Ho sentito dire che” e “Mi hanno detto che”. Il sangue non ha colore né classe sociale e tutti vengono sottoposti a una visita medica preventiva. Basta semplicemente uno stile di vita sano e regolare».
Tra i numerosi progetti portati avanti da Raffaele non è da trascurare la web radio “Radio sivà” – anagramma di AVIS e invito ad affrontare prontamente ogni situazione proseguendo nella giusta direzione –, divenuta la web radio ufficiale dell’Avis a livello nazionale.
«Il nostro obiettivo futuro? Essere operativi nel presente!» conclude Raffaele. «Non chiediamo grandi cose, solo piccoli gesti. Laddove non arrivano le istituzioni, ci siamo noi!».
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor