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Terminal bus, quel penoso teatro dell'emarginazione

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

3
MAG
2018

Ecco come si presenta Porta Napoli, spettacolo indegno per strutture inesistenti, scarrupate, adibite a casaccio, tipiche di amministrazioni che navigano a vista

“Scusi ma dov'è il bagno? No, qui il bagno non è mai esistito, la sala d'aspetto (piccolissima, ndr) l'ho fatta io. Se vuole usare il bagno, le posso dare la chiave ma deve consumare!”  A parlare è il gestore o proprietario del bar situato nei pressi di quella che dovrebbe essere  una stazione terminal di autobus. Mi riferisco, come avrete già capito, al terminal della nostra bella città a Porta Napoli, sempre devastata da questi spettacoli indegni per strutture inesistenti, scarrupate, adibite a casaccio, tipiche di amministrazioni che navigano a vista. Credo che chiunque abbia minimamente viaggiato in autobus ed abbia visto, anche solo dal finestrino, i terminal di altre città, si accorga di quanto sto narrandovi.  La sala d'aspetto è altamente deprimente, inesistente, da far stare le persone che vi entrano, come "Striscia" insegna, tutte “vicine-vicine”. I bagni, questi sconosciuti, e una pensilina che dovrebbe proteggere dalle intemperie più piccola della pur piccola sala d'aspetto. Parcheggi-auto per pochi posti, con la presenza del solito parcheggiatore abusivo, con tanto di postazione con sedia fissa, solerte nell'abbordaggio e incasso dell'offerta. Questo crea, per forza di cose, nelle partenze o arrivi dei passeggeri, una disseminazione di auto arrembanti nel caricare i propri congiunti, con relative valige ferme nei posti più impensati (l'inventiva dei tarantini non conosce ostacoli). Quattro costruzioni nei pressi del bar anche se dignitose, rigorosamente chiuse. E' questa la città che vuol presentarsi al mondo per diventare un'icona del turismo? Ma se su questa struttura non c'è nulla da ridere, sulla stazione ferroviaria c'è sicuramente da piangere. Non mi riferisco alla struttura in se stessa (comunque è sicuramente deficitaria per le dimensioni lillipuziane) ma per le frequentazioni, non riesco a dire umane ma umanoidi che, a tutte le ore del giorno e della notte, si agitano in andirivieni non spiegabili con la logica. Sarebbe tutto quel "chiuppo" di personaggi di colore, di signorine poco vestite, simil barboni, adolescenti, corrieri non si sa di cosa ma si suppone, che si muovono con enorme disinvoltura, come in un copione già scritto, da tempo, dalla disperazione. La colpa di questo penoso teatrino dell'emarginazione non è possibile che si localizzi dove la vita pulsante scorre incessantemente, fra arrivi e partenze, fra lacrime di gioia o di dolore, fra addii o arrivederci. Non voglio puntare il dito su qualcuna delle istituzioni in particolare che dovrebbero far sì che queste cose non accadano e che siano capaci di sgombrare definitivamente tutta questa gente vinta dalla vita. Certo è che, da tempo immemorabile, l'abbandono e l'inedia a cui Taranto è stata sottoposta, non può durare ancora per molto e qualcuno, non so se della magistratura, forze dell'ordine, o la Prefettura, dovranno farsi carico di tutto questo e tanto altro. Del Sindaco non mi esprimo perché ancora non pervenuto da oltre 12 anni! Pensare che queste strutture come il terminal autobus, la stazione FS, il porto e l'aeroporto che di fatto non esiste, dovrebbero rappresentare il biglietto da visita della Città. Vero è che, alla luce del III° millennio, ci ritroviamo ancora come se fossimo al cospetto del I° millennio.



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