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Birth strike / Le scioperanti delle nascite preferiscono se stesse e il pianeta

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
MAG
2019

La musicista e attivista britannica Blythe Pepino ha fondato il movimento “Birth strike” (“sciopero delle nascite”) ispirandosi ad uno studio condotto dagli esperti Seth Wynes e Kimberly A. Nicholas in cui si sostiene che non avere figli è uno dei modi più efficaci per limitare la quantità di gas ad effetto serra emessi in atmosfera durante le attività umane: motivazioni ambientaliste usate per convincere le donne a non riprodursi e animare la protesta di scrittrici come la cilena Lina Meruane.

I bambini – ha dichiarato la scrittrice nel suo pamphlet “Contro i figli” - sono uno strumento per opprimere il sesso femminile. Un pretesto usato contro le donne per rinchiuderle dentro le loro case. I bambini sarebbero una condanna che le porta a una vera e propria prigionia.

Molte attiviste italiane come la scrittrice Giulia Blasi, Antonella Rampino e Monica Cirinnà hanno polemizzato contro un articolo pubblicato da un noto quotidiano nazionale, colpevole di aver intervistato una “supermamma” comasca che ha partorito undici figli. La protesta è contro la scelta individuale di una donna che fa della sua “domesticità” un modello da seguire. Anche per il crollo delle nascite secondo molte xenofemministe capeggiate da Helen Hester, si potrebbe risolvere importando stranieri. Dello stesso pensiero Emma Bonino, considera l’Africa come “il giardino d’infanzia dell’Europa”.

Molto motivate a rinforzare la propaganda antinatalista anche le “Childfree”, fin dagli anni Settanta queste donne rivendicano il diritto a non mettere al mondo bambini.

Le Childfree non danno la colpa all’ambiente o all’oppressione. Non avere figli le aiuta ad avere una vita tranquilla in quanto hanno meno responsabilità. L’attrice e regista italiana Michela Andreozzi, portavoce non ufficiale del movimento, ha pubblicato un libro dal titolo “Non me lo chiedete più. Childfree: la libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa”.

La maternità è per diverse motivazioni, un male da combattere. Le femministe, qualunque sia l’etichetta del movimento in cui più si sentono rappresentate, vivono un controsenso. Si dichiarano contrarie al Congresso Mondiale delle famiglie, recentemente svoltosi a Verona, in quanto la scena è stata rubata da neofascisti e xenofobi. Qualunque sia la loro protesta che mobilita le varie associazioni femministe, la motivazione reale è nell’odio per la famiglia e per i neonati che danneggiano prima le donne e dopo addirittura l’intero mondo.

 



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