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Purciddhruzzo Day/Vinca il (dolce) migliore

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
DIC
2013
Purciddhruzzo, struffolo, sannacchiu, caranciulu: tanti nomi per indicare uno dei protagonisti delle tavole salentine durante le feste natalizie. L’evento, organizzato da Pino De Luca, mira a valorizzare la componente “sociale” di questo dolce, promuovendone la conoscenza 
 
Come ogni anno, con l’approssimarsi delle feste natalizie s’intensificano i preparativi a esse connesse, la corsa all’acquisto dei regali e il frenetico “lavoro” in cucina per confezionare pittule, rape … e purciddhruzzi. Notoriamente la ricetta del golosissimo dolce si presta alle più svariate declinazioni: c’è chi lo preferisce al forno e chi fritto, senza dimenticare che per la sua riuscita sono fondamentali modalità e proporzioni con cui il miele viene disciolto in acqua. A chi non è capitato durante il pranzo di Natale o la cena di Capodanno di gustare e confrontare i purciddhruzzi preparati dalla mamma, con quelli realizzati, ad esempio, da zie e amiche? Per dare spazio alle diverse “scuole di pensiero”, alle svariate “versioni” di questa delizia è nato il Purciddhruzzo Day,  manifestazione ideata da Pino De Luca (Presidente della Banca dei Gusti Mediterrònei), che quest’anno si svolgerà il 21 dicembre nelle sale della Tenuta Sant’Andrea a Muro Leccese. 
Di cosa si occupa la Banca dei Gusti Mediterrònei? Ci risponde Pino De Luca. «Come tutte le Banche custodisce tesori, nelle sue casseforti vi sono sapienze millenarie e spicchi di natura resi fruibili da mani spesso ruvide e callose. Come tutte le Banche (la banca è il tavolo della cucina sul quale si mangia) è il luogo delle relazioni ancestrali e dei legami forti che si costruiscono con il pane e il vino. I Gusti sono proprio gusti, ovvero i piaceri che i sensi rendono tali e Mediterrònei perché siamo nella Terra in mezzo al mare, una funzione ricorsiva del centro. Infatti la Messapia è la terra in mezzo al mare che si trova in mezzo alle terre (Mediterraneo)».
Molte le novità previste per questa edizione del Purciddhruzzo Day, tra queste il numero di partecipanti, salito a dodici viste le numerose richieste, nonché la creazione della categoria Gluten Free. La giuria popolare sarà composta da quaranta giurati volontari  e quella “di qualità” da dodici persone scelte fra giornalisti, gastronomi, esperti e pasticcieri. Ma com’è nata l’idea dell’evento? Prosegue De Luca: «Dalla constatazione che si stava perdendo l'expertise, il purciddhruzzo (o struffolo, strufolo, sannacchiu, sannucculo, caranciulu, pizzi cunfritti, tarduni, giggiri e così via) è un dolce antichissimo di derivazione greca (loukoumades, ovvero palline di pasta fritte). Unico dolce senza zucchero di cui disponiamo e facile (apparentemente) da realizzare, a lunghissima conservazione e disparata interpretazione. Dolce sociale che si faceva in molti e in molti si consumava. Poi il fatto che qualcuno continuasse a produrre vincotto .... e qualcuno che imperterrito alleva api .... e il gioco è fatto». E proprio per  valorizzare la componente “sociale” di questo prodotto e promuoverne la conoscenza, lo scorso 30 di novembre  presso l’aula di formazione di Eataly a Bari si è tenuto un corso destinato a chi vuole imparare a preparare il golosissimo dolce.
Com’è cambiata nel corso degli anni la partecipazione al Purciddhruzzo Day? «La prima edizione fu quasi clandestina a Cellino San Marco, hotel Kelina. Faticosa, quasi giocosa, poca partecipazione ma molto divertente – spiega De Luca –; la seconda edizione (Porto Cesareo Isola Lo Scoglio) fu bella e partecipata: si misurarono maestri di cucina e di pasticceria. La terza edizione (Amadeus - Lecce-Cavallino) già si è configurata come una cosa un po’ più seria con partecipanti di livello medio molto alto. Qui decisi di mettere il Purceddhruzzo d’oro in palio e di consegnarne uno anche a chi aveva vinto le edizioni precedenti (fu davvero una follia dal punto di vista economico ma ne valeva la pena). Questa edizione, ovviamente, ha fatto tesoro degli errori passati e si presenta come una gara molto più competitiva. Quest’anno avremo anche il Purceddhruzzo d’Argento e di Rame oltre che una targa speciale per i Gluten Free. Bisogna ricordare che le tre edizioni sono state preda di non professionisti, due edizioni (la prima e la terza) se le è aggiudicate la signora Barbara Muscetra da Alezio e la seconda edizione la signora Margherita Donateo da Veglie. Vedremo quest’anno ...».
In conclusione mi viene quindi spontaneo chiedere: è possibile valorizzare il turismo enogastronomico nel Salento? Se sì, come? «Non solo è possibile ma è necessario. La chiave è semplice: evitare che il popolare diventi folklore, ragionare rigorosamente sui prodotti locali evitando di raccontare sciocchezze, di propalare esagerazioni di perpetrare inganni. Noi trattiamo piccole produzioni, abbiamo solo cose che finiscono. Per quante api possa avere il mio amico Luciano Erroi non potrà mai produrre quantità infinite di quell'ottimo miele di cardo del quale sono golosissimo. Ecco, con i tesori che la terra e il mare ci forniscono dobbiamo imparare a stupire coloro i quali ci vengono a trovare, sia facendo riferimento all’immenso giacimento di sapienza di cui disponiamo, sia proponendo reinterpretazioni che richiamino la storia, i colori, i profumi del Salento. Esempi? alcuni ma senza togliere nulla a tanti altri ... I carpacci di pesce del Porto Adriano a San Cataldo, la frittura di Marenuesciu a Squinzano, la cucina “picciuttara” de Le Macàre ... Veri templi nei quali la storia e l’innovazione non contrastano ma si abbracciano. E soprattutto conserviamo l’umiltà e la modestia, anche quando le stelle brillano».
 


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