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Angelica Laterza/Tutte le vite di Maia

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

6
MAR
2015
Questo romanzo parla di amore universale, spiritualità, reincarnazione, ipnosi, morte, vita, angeli  e Dio, ambientato nella Martina Franca del presente e nel passato di Federico II
 
La voce di Maia", è un romanzo  che richiama il senso del mistero e dell'onirico, conducendo il lettore negli abissi insondabili dell’esistenza individuale  e universale alla ricerca del  vero senso della vita e dell’amore. 
Racconta la storia di Maia, proprietaria di un negozio di libri, che conosce Saverio, insegnante di storia e giornalista nel tempo libero.Questi, entrato in possesso della copia di un diario scritto da una giovane donna, Maddalena, vissuta tra il 1234 e il 1251, che tanto assomiglia a Maia, decide di sottoporla a quest'ultima. Maia comincia a leggere il diario di Maddalena, e strani sogni la conducono in un lontano passato, all’epoca del ritiro dell’imperatore Federico II di Svevia a Castel del Monte. I sogni diventano sempre più frequenti e la ragazza, sottoponendosi a ipnoterapia, cerca di capire  il senso di ciò che accade. Scopre così, con meraviglia, curiosità e timore, che ha vissuto altre vite, e tra queste anche quella di Maddalena nel Medioevo. Per Maia diventa tutto chiaro. È certa che il puzzle sia completo, e dal momento che ha vissuto la morte di Maddalena, non ha più paura di nulla, perché sa che la sua anima continuerà a vivere in eterno. L’opera potrebbe considerarsi un saggio sotto forma di romanzo, nel quale i protagonisti affrontano la loro vita e "creano" le loro esperienze perché sono alla ricerca del vero significato dell'esistenza e dell'amore. 
Partiamo con una domanda che ravviva il fondo dell'anima di ogni scrittore: cos'è l'esperienza della scrittura per te, come si estrinseca l'atto creativo e cosa significa essere uno scrittore oggi?     
«La scrittura fa parte di me. Non potrei vivere senza leggere e scrivere. L'atto dello scrivere ha per me un'importantissima funzione catartica. E, tuttavia, questa è solo una parte di qualcosa di più vasto. Il mio intento, come, credo, quello di qualsiasi altro artista, è quello di raccontare e di comunicare, donando qualcosa di me agli altri. E, nello stesso tempo, di suscitare nei lettori emozioni, riflessioni e interrogativi. Questo atto creativo parte dalla mia immaginazione. E la mia immaginazione si nutre di quello che ho sperimentato, dei ricordi che affiorano improvvisi, del mondo intero, delle persone che conosco e anche della voce che mi porto dentro e che mi aiuta nel meraviglioso viaggio della vita e della scrittura. Qualcuno mi ha detto una volta che lo spazio è affollato di presenze, di quello che è stato, di ciò che è, e di ciò che sarà. In questo spazio invisibile vivono tutti i miei personaggi. Ma posso sentirli solo se faccio silenzio. Quando comincio a scrivere una storia, e mi immergo in quel mondo parallelo, posso vederli. Emergono dal nulla e appaiono alla mia vista interiore completamente, con le loro voci, i loro colori e i loro odori. Invadono i miei sogni, occupano le mie giornate e mi seguono persino nella vita reale». 
 
Quando è nata in te l’esigenza di affidare alla scrittura il tuo sentire più profondo?
«L'esigenza di scrivere è nata quando ero ancora una bambina. Il giorno del mio undicesimo compleanno mi venne regalato un libro da un'amica di mia madre (che ringrazio): "Anna di Green Gables" di L. M. Montgomery. Rimasi estasiata e cominciai a pensare di scrivere qualche racconto. Ma, in realtà, non credevo che ne sarei mai stata capace».
 
C'è  uno scrittore, un libro , una corrente che ha agito in  te come via maestra verso il mondo della scrittura? Quali sono state le letture  più significative nel tuo percorso di vita?
«Mi sono immersa nella lettura abbastanza tardi (intorno ai 19 anni). Leggevo romanzi e saggi. Cercavo di trovare delle risposte al senso della vita, della mia vita. Il primo saggio che ho letto è stato "Vivere, amare, capirsi" di Leo Buscaglia; che ho ripreso varie volte nel corso degli anni. Il primo vero romanzo "Poveri e semplici" di Anna Maria Ortese. I miei autori preferiti sono: Paulo Coelho, Isabelle Allende, Alessandro Baricco, Carlos Ruiz Zafon. Le letture più significative nel mio percorso di vita sono state e sono soprattutto quelle di N. D. Walsch, Osho, Antony de Mello, Brian Weiss e Gregg Braden perché mi hanno insegnato a guardare la vita con occhi diversi».
 
Ci parli della tua ultima pubblicazione. “La Voce di Maia”,  un  libro che conduce il lettore negli abissi insondabili dell’esistenza individuale  e universale, alla ricerca del  vero senso della vita e dell’amore. Per lei come si può estrinsecare il senso ultimo di una vita all'insegna dell'amore?
«Il senso ultimo di una vita all'insegna dell'amore posso estrinsecarlo con due citazioni. La prima è di Osho: “Tutto ciò che è malato nell’uomo nasce dalla mancanza d’amore. Tutto ciò che non va nell’uomo è in qualche maniera collegato all’amore: (l’uomo) o non è stato capace di amare oppure non è stato capace di ricevere amore. Non è riuscito a condividere il suo essere. Da qui l’infelicità che crea complessi di ogni genere. Queste ferite interiori possono venire a galla in molti modi: possono diventare disturbi fisici o malattie mentali; in ogni caso, in profondità, ciò di cui l’uomo soffre è la mancanza d’amore. Proprio come il cibo è necessario per il corpo, l’amore lo è per l’anima. Il corpo non può vivere senza nutrimento e l’anima non può vivere senza amore. In realtà, senza amore l’anima non nasce nemmeno.Se non hai amato, non hai mai conosciuto la tua anima. Solo nell’amore arrivi a comprendere che sei più del corpo, più della mente”. La seconda citazione è tratta dal Vangelo di Gv 4,34; Gesù disse loro: “Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e compiere la Sua opera”. Più di duemila anni fa, qualcuno ci ha dato un meraviglioso consiglio: “Amatevi l’un l’altro”. Ma per quanto potentissime siano queste parole, molti di noi sono riusciti a ignorarle per secoli. Se ne parla di continuo, tuttavia pochi si aspettano che qualcuno le metta veramente in pratica. Se uno lo fa, viene considerato un santo o un pazzo! 
Purtroppo la nostra società non comprende il vero Potere dell’amore. Pensa ancora che la gente del mondo potrebbe essere unita con la paura, ma non con un profondo rispetto per la vita, vita intesa nel senso più ampio del termine. La paura tiene costretti, l’amore ci tiene stretti. La paura afferra, l’amore lascia liberi. La paura affligge, l’amore consola. La paura distrugge, l’amore rende migliori. 
L’amore è l’energia che allarga, apre, comunica, sostiene, svela, condivide, guarisce.
Solamente quando avremo sperimentato questo tipo di Amore ci accorgeremo che esso ha il potere di farci dimenticare quelle diversità insignificanti che ci separano gli uni dagli altri, per dimostrarci che quello che abbiamo fino a ora considerato un nostro nemico ha una faccia e soprattutto un cuore. E a questo punto, niente sarà più impossibile».
 
Le vicende  che si intrecciano nella narrazione  percorrono parallelamente   fantasia e verità storica  e si svolgono tra presente e passato,  in particolare  partendo dalla tua cittadina: Martina Franca. Racconti così  quella parte dimenticata della storia pugliese, riscattandola dall’oblio. Secondo te da cosa dovrebbe ripartire il vero riscatto della tua città?
«Sì, infatti la vicenda parte dalla mia città, Martina Franca, dove in una libreria colloco i personaggi del presente: Maia, Flora, Saverio, Alessandro in un alternarsi tra il mondo di oggi e quello di ieri, indago e racconto quella parte dimenticata della storia pugliese, riscattandola dall’oblio per riportarla alla sua meritevole grandezza; quella grandezza che illuminò l’imperatore Federico II, uomo aperto alla conoscenza, dedito all’arte, allo studio delle scienze e soprattutto libero da ogni condizionamento religioso tanto da combattere quella “Santa ignoranza” che infine lo travolse. Le Vicende dunque che racconto tra fantasia e verità storica si svolgono tra presente e passato, in particolare in quel tempo buio della storia pugliese e della storia europea che conobbe la ignobile brutalità di una Chiesa, la quale nel vecchio come nel nuovo continente puniva e sterminava chiunque operasse fuori e contro di Lei. In una parte del romanzo, l’interesse è in particolar modo rivolto alle donne di quel tempo, un tempo terrificante dove il sospetto senza alcuna prova diveniva punizione incondizionata e martirio deliberato. La Chiesa puntava il dito sulle donne semplici che curavano con le erbe giudicandole Streghe diaboliche per le quali non vi poteva essere altra punizione che il rogo. Dunque, Maddalena diviene emblema di una condizione femminile sottomessa unicamente alle decisioni di un assurdo potere religioso. 
In realtà, considerando i tempi in cui viviamo, non credo qui si tratti di riscattare la mia città. Il problema oggi, ritengo che sia del mondo intero, e non è di natura politica, né economica, e di certo non di natura militare. Credo sia un problema spirituale. Ha a che fare con quello che l'umanità crede di se stessa, della vita e di Dio. E fino a che non cambieranno queste convinzioni fondamentali non cambieranno mai nemmeno i comportamenti».
 
Il tuo interesse  è rivolto alle donne di un tempo oscuro  che ha visto perpetrarsi la  terribile caccia alle streghe, segnata da 500 anni di torture e stragi, tanto che Maddalena diviene emblema di una condizione femminile sottomessa unicamente alle decisioni di un  totalitario e assurdo potere religioso che trasformava il sospetto senza alcuna prova in terribile  punizione incondizionata e martirio deliberato. Secondo te oggi sono ancora in atto forme di "caccia alle streghe"? Se sì, quali?
«Sì, ho rivolto il mio interesse anche alle donne. In effetti ancora oggi, in alcuni Paesi si      
può ancora parlare di "caccia alle streghe". Donne e bambine sospettate di essere streghe. Vi sono credenze diffuse nella stregoneria nell’arcipelago, specie nelle regioni più remote, dove molti non accettano cause naturali per malattie, incidenti o morte. In un episodio, esattamente due anni fa, sei donne accusate di praticare la stregoneria sono state torturate con ferri roventi durante un “sacrificio di Pasqua” nella provincia degli altipiani meridionali. Poche settimane prima una giovane madre, anch’essa accusata di stregoneria e della morte di un bambino di 6 anni, era stata bruciata viva dopo essere stata denudata, legata e torturata con un ferro da marchio. Il tutto davanti a una folla di curiosi, alcuni dei quali fotografavano la scena con i telefoni cellulari.
In zone come il Medio Oriente, l’Africa ed il subcontinente indiano la condizione delle donne è ancora difficile e la parità è un sogno. In certi paesi come l’Afghanistan e l’Iran i loro diritti erano maggiormente tutelati nei decenni passati. Poi le cose sono cambiate. Alcuni posti di bellezza e turismo sono diventati improvvisamente luoghi di terrore. Tantissime scuole sono state distrutte. Alle ragazze è stato impedito di andare a scuola. Le donne sono state picchiate. L’istruzione da diritto e diventato crimine. Molte bambine a 12 anni in Africa sono costrette a sposarsi. l’India e alcuni Paesi vicini del mondo islamico, regolarmente sostengono l’idea di sottomissione della donna.  Ancora oggi la maggioranza delle donne vede continuamente calpestati i propri diritti o, ancor peggio, non ha mai sospettato di averne».
 


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