MENU

Antonio Chionna/Mio padre, un eroe dei nostri giorni

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

7
GIU
2018

La mattina del 3 giugno 1980 fu ucciso un appuntato dei Carabinieri durante una rapina in una banca di Martina Franca. Ecco il toccante ricordo del figlio

La denominazione “anni di piombo” individua un periodo storico della Repubblica Italiana funestato dalla piaga del terrorismo. A quel piombo, rovente di violenza e follia politica, anche Martina Franca ha pagato un pesante tributo. Destinatario innocente: l’appuntato dei Carabinieri Antonio Chionna, in servizio a Taranto ma residente a Martina, occasionalmente agli sportelli della Banca Commerciale Italiana di corso Messapia la mattina del 3 giugno 1980. Gli assassini: componenti di Prima Linea, la sigla terroristica che contendeva, a colpi di Kalashnikov, il primato dei lutti e della ferocia alle Brigate Rosse. Esercitare il dovere del ricordo, in casi come questi, va oltre la nemesi storica riparatrice di ferite profondissime e lontane: proprio in periodi difficili come l’attuale – funestato da un nuovo flusso di violenza di matrice qaedista e attentati di massa su civili inermi – è importante ricordare come quegli anni oscuri abbiano rafforzato – per sempre - la Democrazia Italiana e condotto alla vittoria dello Stato. Antonio Chionna, con i suoi sogni spezzati, i suoi valori di cinquantenne che adorava la famiglia, col suo profondissimo senso del dovere è assurto all’involontario ruolo di eroe per noi e per i nostri figli che – fortunatamente – non hanno vissuto l’anticamera di una possibile guerra civile, massimo obiettivo per Prima Linea che individuava nel Meridione, nella Puglia e particolarmente Taranto e provincia - col suo enorme polo siderurgico – l’area in cui incuneare la lucida follia del terrorismo. Il dolore della famiglia Chionna è riposto, sommessamente, nei nostri cuori e in un vecchio registro che contiene le firme di migliaia di martinesi che hanno voluto testimoniare non solo il personale cordoglio ma anche rappresentare lo sdegno collettivo di tutti gli italiani sinceramente democratici. C’era il popolo vero quel giorno ai funerali di mio padre e c’erano le istituzioni. Anch’esse sorprese, annichilite dalla momentanea impotenza ma pronte a reagire. E poi, in quel registro sono custoditi ritagli di giornale che raccontano anni di cronache e attesa, l’attesa di vedere applicata la giustizia degli uomini. Il tempo non è trascorso invano anche se i nostri sentimenti sono rimasti duri, incapaci di perdonare un delitto così efferato. Antonio Chionna, ma ancor più la sua testimonianza di coraggio nell’affrontare a viso aperto i protagonisti di quella sciagurata rapina, non abita in un ipotetico Walhalla di eroi destinati all’oblio e la medaglia che fu appuntata sul suo petto continua a splendere ancora oggi, nonostante siano trascorsi 38 anni.

 



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor