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VAPORIDIS & CO./LO SFASCIO

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

24
GEN
2014
Agli albori del boom economico di fine anni Settanta, tre scapestrati personaggi, un puro che vi farà innamorare e una donna che è moglie, amante e terrorista insieme, ci mostrano la società di quegli anni e il degrado, soprattutto morale, che caratterizzava gli uomini. Senza rinunciare tuttavia a un buona dose di umorismo.
 
L’Italia degli anni Settanta, uno sfascio – così chiameremo un’officina per la riparazione di automobili – nella periferia romana, e quattro personaggi folli, complicati, un po’ cattivelli ma allo stesso tempo capaci di suscitare un’infinita tenerezza. Aggiungeteci tre donne, interpretate sempre dalla stessa attrice, Jennifer Mischiati, et voilà: la commedia è fatta.
Nera, perché non è di comicità che qui si parla, bensì di umorismo, di quella risata indotta perché sotto sotto un po’ in quelle situazioni semi-tragiche si ritrova sempre un pizzico di ironia.
Parliamo de “Lo sfascio”, rappresentazione teatrale diretta da Gianni Clemente, portata in scena al Teatro Verdi lo scorso mercoledì. Titolo significativo, non solo per l’indicazione del luogo fisico in cui tutto si svolge, ma piuttosto perché rimanda al concetto di distruzione morale che coinvolge i quattro scalmanati protagonisti, personaggi che vivono in un crescendo di degrado, dove impera la furbizia, la disonestà e la voglia di utilizzare ogni mezzo per arricchirsi.
A interpretarli un cast stellare: oltre alla già citata Mischiati, infatti, troviamo Riccardo De Filippis, nel ruolo di Ugo, un poliziotto infimo e corrotto; Alessio Di Clemente – noto agli amanti del piccolo schermo per le numerose serie tv che l’hanno visto protagonista e per la partecipazione a diversi programmi, tra cui “Ballando con le stelle” –, interprete di Fosco, affascinante e fedifrago titolare dello sfascio; il bravissimo Augusto Fornari, che ha prestato il volto al personaggio più amato della commedia: il povero Manlio, fratello di Fosco, affetto da una sorta di ritardo mentale, unico personaggio puro della storia; e infine lui, Nicolas Vaporidis, alias Luciano detto Diecilire, “tanti soldi quanti ne vale”, un ladruncolo e truffatore che si ritrova invischiato in situazioni che poi non è in grado di gestire.
«I personaggi dello “Sfascio” sono degli eroi negativi, certo; tuttavia non sono cattivi, perché pur essendo consapevoli di condurre una vita non proprio integerrima, sembrano non avere altra scelta. Non dico che si approvi il loro atteggiamento, ma di sicuro un po’ li si comprende» racconta Vaporidis. «La scelta di ambientare la commedia negli anni Settanta», continua, «non è casuale. Quello era un periodo in cui si cercava di uscire dalla povertà con ogni mezzo possibile. Si andava incontro al boom economico, si pensava per lo più a se stessi e ci si dimenticava del bene comune. Del resto è in quegli anni che è nato il cinismo. Nell’epoca attuale, di sicuro, avremmo condannato con più fermezza il comportamento di questi quattro poveracci; ma qualche decennio fa era più tollerabile».
L’intera commedia è recitata in dialetto romano, che però risulta «comprensibilissimo, perché in fondo il romano non è un dialetto, è una cadenza; sporchiamo solo un po’ le parole», spiega ancora Nicolas Vaporidis. Il linguaggio colorito, le espressioni gergali e quei modi di fare un po’ rozzi fanno da corollario alla trama, contribuendo a rendere di grande impatto lo spettacolo e a lasciare senza parole il pubblico, fino all’inaspettato epilogo.
La bravura del cast, unità all’originalità dei dialoghi, compensano una scenografia lasciata volutamente scarna. «Quando la gente va a teatro spesso si “sazia” solo guardando le scenografie spettacolari, fatte apposta per stupire. Noi abbiamo voluto puntare su altro, sulla storia e sui personaggi, eccentrici ma adorabili, lasciando che la scena ridotta all’essenziale», aggiunge Alessio Di Clemente.
“Lo sfascio” sarà in tournée fino al 7 febbraio, ma il cast non si lascia prendere dalla nostalgia. «Lo spettacolo verrà inserito in calendario anche il prossimo anno, dunque torneremo a lavorare insieme», conclude Vaporidis sorridendo ai suoi colleghi.
E speriamo che tornino a fare capolino a Martina Franca.
 


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