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Taranto si rifà il mito

Pubblicato da: Categoria: COVER

3
NOV
2016
La città si è creata un modello muscolare, quello di una Sparta più cinematografica che storica, e su quello si stanno innestando le forze migliori, con il primo evento di portata internazionale che ne riprende nome e filosofia di vita. Certo, molti storcono il naso, ma chi c’era ha giurato che sia stata un’esperienza irripetibile. Per chi non c’era invece, ecco le foto più belle, in esclusiva per voi
 
 
Lo sport, è ormai risaputo, è un grande attrattore di gente o, meglio, di tifosi pronti a stare al fianco della squadra per sostenerla e spingerla alla vittoria.
Partendo da questo concetto semplice, ma basilare, sabato e domenica scorsi il capoluogo ionico ha vissuto una esperienza straordinaria tanto da restare già impressa nelle poche cose, ma buone, che negli ultimi anni è riuscita a realizzare.
Oggi migliaia di tarantini sanno bene che cosa sia la Spartan Race, ne conosce la forza attrattiva e coinvolgente, le difficoltà che i super atleti devono superare; insomma tutte, e  non sono poche, le emozioni che tale sport riesce a produrre.
Così il 29 e 30 ottobre scorsi sono arrivati, come ambasciatori di uno sport poco conosciuto da queste parti, ben 4200 atleti di ogni parte del mondo, si sono incontrati, si sono conosciuti, si sono scambiati opinioni prima di scendere in campo per dare vita a gare durissime, ma spettacolari, e di un fascino unico.
Sembrava un po’ rivivere l’antico spirito delle elleniche Olimpiadi quando ogni guerra cessava per spalancare le porte allo sport che è vita, è amicizia, è competizione e strumento per dimostrare di che cosa sia capace di fare il corpo umano. E tra gli atleti anche alcuni tarantini.
Palcoscenico di questo che stiamo definendo “miracolo della Spartan Race” è stata la Pineta Cimino riapparsa, dopo anni di incuria e di abbandono, in tutto il suo splendore proprio come viene fuori un’opera d’arte dopo un accorto restauro.
Merito va riconosciuto, e non soltanto per ciò, al Comune del capoluogo ionico che ha messo in campo tutte le sue risorse umane e finanziarie per non fare sfigurare Taranto agli occhi del mondo, la città che si vuole abbia avuto origini spartane.
Lo scenario ce lo hanno regalato la natura e l’incantevole paesaggio che fanno di Taranto una delle città più belle del mondo. Sembrava come se a Madre Natura fosse giunta una soffiata del tipo: “Il 29 e 30 ottobre a Taranto arriveranno tra atleti, accompagnatori e simpatizzanti oltre 10 mila persone”. Ed ecco che sul capoluogo ionico il sole ha voluto baciare, accompagnare e riscaldare questo straordinario avvenimento. 
Taranto sembrava aver dismesso i panni della città uccisa dai veleni dell’inquinamento per indossare quelli di “Regina dei due mari” che sembravano come due cristalli azzurri anche loro pronti a fare festa. E il nostro Mar Piccolo non è stato da meno perché nelle sue acque ha saputo nascondere le “insidie della gara” per i bravi atleti.
Taranto sembrava rinata a nuova vita con la presenza di migliaia di studenti delle scuole superiori, non soltanto a Cimino ma anche nelle altre location della due giorni: il borgo antico e quello umbertino pronti a rendersi utili come interpreti per gli ospiti stranieri, una specie di esordio sul campo di come ciò che si apprende sui libri di testo si trasforma in operatività.
Tantissimi i giovani con il loro entusiasmo, con i loro canti  e con la loro grande voglia di stare bene insieme e di rendersi utili. 
Degli atleti non diremo molto perché si sono espressi egregiamente sui campi di gara, diremo soltanto che ci ha commosso l’immagine di parecchi di loro che in simultanea tagliavano il traguardo tenendosi per mano.
La Spartan Race è stata anche per Taranto motivo per mettere in vetrina la sua storia, la sua cultura, la sua enogastronomia e le sue potenzialità.
Così nei due pomeriggi gli scenari si sono spostati nel Borgo antico e in quello umbertino e anche qui tanti giovani studenti, interpreti in erba, con i loro dirigenti scolastici, i docenti e gli amici.
E’ stata veramente una due giorni da incorniciare tra le straordinarie interpretazioni del bravo attore tarantino Massimo Cimaglia sulla spiaggia di Saturo per la rievocazione dello sbarco del leggendario fondatore della città ionica, Saturo, e sotto le due maestose colonne doriche del tempio di piazza Castello.
Chiese, musei, ipogei, mostre, giochi per bimbi, negozi aperti anche la domenica, tutto è servito per fare di una grande manifestazione sportiva una ghiotta occasione turistico.
Poi è calato il sipario con il solo rammarico che il tutto sia durato troppo poco.
Ma non finisce qui perché la magnifica esperienza Taranto la ripeterà anche nei prossimi due anni.
Riparleremo di “miracolo” o di qualcosa di ancora più grande? Non lo sappiamo. Intanto, ad esperimento riuscito, diciamo: “Grazie Taranto per averci regalato uno spaccato di come si possa venir fuori dalla palude”.
Stiamo, forse, sulla strada giusta, quella buona e soprattutto vincente.
 


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