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Gianfranco Chiarelli/La giustizia non è un´opinione

Pubblicato da: Categoria: COVER

12
SET
2014
Le perplessità dell’onorevole riguardo le proposte contenute nella bozza di riforma presentata dal governo: «Siamo molto lontani dagli obiettivi». E sulla questione Corte d'Appello di Taranto: «Insieme a Pelillo faremo le barricate»
 
 
On.le Chiarelli nei giorni scorsi, nonostante il periodo tipicamente destinato alle ferie Lei è stato invece molto impegnato sul fronte della attività parlamentare.
«Al contrario di quanto spesso si è portati a credere, grazie anche a certa cattiva informazione,  l'attività parlamentare richiede un impegno continuativo. Oggi in particolare le tante emergenze del nostro Paese impongono una grande assunzione di responsabilità. In effetti, a parte pochi giorni a ridosso di ferragosto, quest'estate sono stato molto impegnato soprattutto sul fronte della riforma della giustizia».
 
A proposito di riforma della giustizia, Lei è capo gruppo di Forza Italia nella commissione Giustizia della Camera ed è ritenuto uno dei principali esperti della materia; nei giorni scorsi ha incontrato il ministro Orlando, di cosa avete parlato?
«Ovviamente mi occupo in modo particolare delle questioni che riguardano la giustizia; il mio incarico in seno alla commissione parlamentare nasce dalla pluriennale esperienze maturata nell'attività professionale. Ho sempre avuto contatti con i ministri della giustizia che nel tempo si sono succeduti, con cui ho avuto modo di confrontarmi, esponendo le posizioni di Forza Italia sui vari provvedimenti. Nel mese di agosto ho incontrato ufficialmente due volte il ministro Orlando per discutere della ipotesi di riforma della Giustizia».
 
Alla luce di questi incontri, qual è la sua valutazione sulla bozza presentata dal governo? 
«Ho avuto modo, insieme all'on.le Brunetta, di esporre con chiarezza la posizione ufficiale di Forza Italia. I dodici punti illustrati da Orlando non affrontano in modo strutturale i tanti nodi della Giustizia. Siamo molto lontani dagli obiettivi».
 
Cos'è che non va nella proposta del governo?
«Per esprimere un giudizio definitivo attendiamo di conoscere il documento finale con il relativo articolato. Tuttavia dalla lettura delle linee guida si comprende come non si sia voluto, ancora una volta, mettere mano a una seria riforma. Si continua con la politica degli annunci ad effetto ma in concreto non si producono provvedimenti efficaci. Dubito che le ipotesi di intervento previste dalla bozza di riforma possano realmente ridurre l'enorme arretrato in tema di giustizia civile né garantire in futuro tempi più ragionevoli. Senza una giustizia civile snella e con tempi certi si scoraggiano gli investimenti e si bloccano le imprese».
 
E' possibile che il giudizio negativo di Forza Italia nasca soprattutto in riferimento alle questioni della giustizia penale, e alle vicende che riguardano Berlusconi?
«La giustizia penale, e l’esigenza di un giusto processo, riguardano tutti i cittadini e non solo Berlusconi. Ritengo al contrario che per molti anni, proprio la particolare attenzione rivolta alle questioni del nostro presidente, abbia condizionato quanti, di fatto, hanno impedito di realizzare una necessaria riforma di tutto il sistema giudiziario. Le proposte contenute nella bozza Orlando non ci soddisfano perché non risolvono alcuno dei tanti problemi che riguardano la giustizia penale. L'intervento sulla  prescrizione non ridurrà i tempi biblici dei processi, mentre la forte limitazione che si vuol dare alla possibilità di ricorrere in Cassazione rappresenta un vero e proprio vulnus al diritto di difesa. Non si parla di regolamentazione del ricorso alla carcerazione cautelare, piuttosto che di intercettazioni telefoniche, mentre assolutamente timido è l'approccio alla questione responsabilità civile dei magistrati».
 
Nell'ultimo incontro con il ministro Orlando si è parlato anche di Corte d'Appello di Taranto.
«Premetto che sulla questione Corte d'Appello di Taranto nei prossimi giorni sarà programmato un incontro specifico con il ministro, al quale parteciperò, come concordato, insieme al collega Michele Pelillo. Ovviamente non potevo non cogliere l'occasione del recente incontro sul tema della riforma della giustizia per invitare il ministro a bloccare ogni iniziativa tesa a sopprimere la sede di Taranto. Ho espresso a Orlando tutte le perplessità mie e dei tanti colleghi, rappresentate anche attraverso l'Ordine degli Avvocati. Va dato atto al ministro di aver colto la mia sollecitazione; infatti l'argomento che doveva essere discusso nel consiglio dei ministri del 29 agosto è stato cancellato dall'ordine del giorno».
 
Quindi la chiusura della Corte d'Appello di Taranto è scongiurata?
«Come ho già detto ci sarà un approfondimento da parte del ministro e nel corso di una prossima riunione affronteremo nel merito la questione. Al momento il provvedimento, già predisposto, è bloccato. Insieme a Pelillo faremo le barricate, perché non è possibile continuare a penalizzare il nostro territorio con tagli lineari, come già è accaduto con l'accorpamento di molte sedi periferiche dei tribunali».
 
Un'ultima domanda è d'obbligo: larghe intese in provincia, se ne discute molto.
«Come è noto ho avanzato io la proposta di una collaborazione istituzionale per governare una provincia che presenta criticità di natura eccezionale. Una proposta che mi pare sia stata accolta positivamente dalla maggioranza del Partito Democratico. Comprendo che le difficoltà della sinistra più radicale, e la circostanza delle prossime primarie del centro sinistra per la regione, possano condizionare il dibattito. Auspico vi sia maggior senso di responsabilità da parte di tutti. Ritengo che la scelta di Martino Tamburrano, alla luce della sua significativa esperienza politica ed amministrativa, sia la più compatibile con il profilo di un presidente in grado di fare sintesi in un contesto di larghe intese. E' il momento di mettere da parte gli estremismi e di unirsi per risolvere i tanti problemi della nostra provincia».
 


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