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MARIELLA NAVA/ Il momento giusto arriva

Pubblicato da: Categoria: COVER

15
MAG
2015
Dai quei versi scritti sul diario al brano che inviò a Gianni Morandi. La carriera di una grande musicista che ora punta sui nuovi talenti seguendo il consiglio di un certo Renato 
 
 
Quelli con le grandi doti vengono considerati come “nati con la camicia”, lei è invece nata con le parole e con la musica. E la sua diventa poesia con i suoi testi sensibili e profondi che ne hanno fatto una grandissima artista di fama internazionale.
Mariella Nava, autrice, cantante e interprete, ha infatti scritto per i grandissimi della musica italiana e non solo, da Renato Zero a Iva Zanicchi, Loredana Bertè, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Andrea Bocelli, Eduardo De Crescenzo, Amii Stewart e tantissimi altri.
Abbiamo avuto l’onore di intervistarla in esclusiva per Extra Magazine.
 
Mariella raccontaci della vicenda legata a Gianni Morandi e di quel brano che ha dato inizio alla tua meravigliosa carriera.
«Un episodio molto curioso perché all’epoca ero alla ricerca di una opportunità per trovare un contatto con il mondo degli artisti ma nel 1985 non esistenva internet e tutto era molto più complicato. Andavo nei posti dove trovavo gli indirizzi delle case discografiche. Riuscii a far arrivare una mia canzone sulla tavolo della casa discografica dove Gianni Morandi stava raccogliendo dei provini per il nuovo progetto. Quella canzone l’avevo scritta in una serata in cui ero tornata a casa un po’ più tardi e avevo sentito che mia madre si lamentava esprimendo le sue preoccupazioni sulla mia vita come ogni genitore si preoccupa degli sviluppi della vita dei propri figli. La scrissi immaginando di essere nei loro panni e per rassicurarli sulla mia vita. La mandai a Gianni Morandi pensando che magari avrebbe potuto sentirla anche sua perché poteva rivedersi in ciò che scrivevo in quanto anche lui vedeva crescere i suoi figli. Questa cosa lo toccò profondamente perché insieme alla mia canzone c’era anche una mia lettera in cui scrivevo di avere intorno ai 20 anni e lui quando mi telefonò mi disse “Come fai a essere così giovane e avere i miei pensieri e i miei sentimenti? Se scrivi così, sei sicuramente una penna interessante, anzi questa canzone la inserirò nel mio album e anzi lo presenterò cantando proprio la tua canzone durante lo show Fantastico del sabato sera in Rai”. Pensavo fosse uno scherzo di un mio compagno di scuola invece la cosa era verissima».
 
Nell’87 il tuo primo contratto discografico. Cosa ricordi di quel momento?
«Si vedeva che volevano puntare su di me tant’è che decisero di propormi al Festival di Sanremo con una canzone scritta ma anche cantata da me. Fu una ribalta importante perché fu difficile ma emozionante sebbene si trattasse del periodo non proprio brillante del Festival. Fu un primo passo verso la notorietà».
 
Quando hai capito che avresti potuto sfondare nel mondo della musica?
«Quando fui chiamata a fare un mio primo album “Per paura o per amore” che per un esordiente era già tanto. Per questo album fui premiata al Club Tenco come miglior Opera Prima nel 1988. Questa cosa mi dette una fiducia enorme anche perché l’anno dopo scrissi altre canzoni per Ornella Vanoni e Edoardo De Crescenzo. Fui invitata più volte al Parioli al Maurizio Costanzo Show per la canzone “Dentro di me” che parlava d’amore con dei toni che all’epoca sembravano un po’ forti. Poi arrivò il contatto con Renato Zero».
 
Infatti se ti dico “Spalle al muro” cosa mi dici?
«Mi chiese di scrivere una canzone per lui. Un compito arduo perché scrivere nei primi anni della mia carriera una canzone che fosse all’altezza dei successi che già aveva avuto era un compito davvero molto molto difficile. Accettai la sfida e devo dire che poi è venuto fuori il capolavoro che conoscete tutti al quale Renato ha aggiunto il carico suo da interprete magnifico qual è».
 
Il tuo rapporto con il grande Renato Zero?
«E’ un bellissimo rapporto di amicizia profonda che va oltre a quello professionale. Quando possiamo ci vediamo e ci sentiamo. Ci scriviamo in qualunque modo le nostre sensazioni, quando facciamo delle cose importanti ce le comunichiamo. Continuiamo a collaborare, quando ha voglia di cantare le mie canzoni sa che ci sono sempre e lui per me… e quando ho un’idea gliela propongo».
 
A parte Renato, c’è un artista con il quale collaboreresti e non lo hai ancora fatto ?
«Io sono sempre molto aperta alle collaborazioni proposte, anche a quelle che vengono da stili di musica differenti dalla mia perché possno produrre delle idee nuove».
 
Devi tanto al Festival di Sanremo e il Festival deve tanto a te.
«Diciamo che dal 2002 mando quasi ogni anno delle mie canzoni. Recentemente è diventato più difficile perché loro prediligono il pubblico giovane e vogliono portare alla ribalta personaggi nuovi. I posti a disposizione per quelli della mia categoria, i big che vengono dal passato, sono sempre pochi. Mi permetto di dirlo anche a nome di altri miei colleghi perché si lamentano anche loro di questa chiusura così come anche del poco spazio nelle radio. Leggevo recentemente del malcontento dello stesso Renato (Zero), Sergio Caputo. Noi cerchiamo di fare musica lo stesso».
 
Ti abbiamo visto nel programma “Forte Forte Forte” in Rai, cosa ci facevi tra il pubblico?
«Sì, con la mia esperienza e competenza faccio un po’ da tramite, tra l’esperienza dei grandi autori e produttori e i giovani che hanno voglia di imparare ed ereditare. E con questa finalità sto seguendo un giovane, Marco Martinelli, sono in sala di registrazione con lui adesso a registrare due brani che ho scritto e che gli ho dedicato affinchè si presenti al pubblico dopo l’avventura in tv. Sono seguite e prodotte da me e da Antonio Coggio che non ha bisogno di presentazioni (compositore, arrangiatore e produttore discografico N.d.R) avendo scritto per artisti del calibro di Baglioni, Mia Martini, Fiorella Mannoia, Fossati e tanti altri...  è una garanzia».
 
Un tuo pensiero su questo ragazzo, Marco Martinelli, che si sta affacciando al panorama musicale?
«E’ un interprete del nostro tempo che il pubblico imparerà ad amare perché ha un modo classico di interpretare ma anche molto nuovo e attuale. E’ un ragazzo molto preparato perché é laureato in biotecnologie molecolari, ama tanto la musica, s’impegna moltissimo, ascolta i consigli, cosa non da poco per un ragazzo, è giovane, ha voglia di lavorare e quando canta è credibile perché vive con l’anima ciò che canta... cosa non frequente oggi. Coggio lo scelse in un concorso e da allora abbiamo iniziato a lavorare con Carlo Mazzoni, Bruno Zambrini, un altro autore che ha scritto canzoni molto note per Morandi e Pravo… basta dire “In ginocchio da te” oppure “La bambola”».
 
Il brano che più piace a te tra i tantissimi che hai scritto?
«Difficilissimo tirarne fuori uno. Se devo pensare a quello che mi ha portato più lontano ti dico “Per amore”. Se invece devo pensare a quello che mi ha aiutato a realizzare il mio sogno é “Questi figli”. Se devo pensare all’avventura più bella dell’applauso più lungo della mia vita è “Spalle al muro”. Recentemente quando mi sono esibita nella mia città, a Taranto, ho ricevuto per questa canzone una emozionante standing ovation. Se devo pensare al momento di conferma ti dico “Così è la vita” o la fine di un amore importante per me, ti dico “Mezza luna” o la rinascita di un amore è “Dimmi che mi vuoi bene”... ogni canzone racconta una parte importante della mia vita e quindi togliere una parte di me è impossibile».
 
C’è un brano che hai scritto e che non hai mai pubblicato?
«Ce ne sono tanti ma come dice lo stesso Renato: “Ah Mariè, qua nun se butta niente!”, e quindi lo mettiamo lì da parte e magari al momento giusto lo tiriamo fuori».
 
Un momento di grande emozione che hai vissuto?
«Quel lunghissimo applauso al temine dell’esibizione di Renato per l’interpretazione del mio brano “Spalle al muro”. Sono quei momenti che ricordi fino all’ultimo minuto della tua vita che di emozioni me ne ha regalate tante. Devo dire per sempre grazie alla vita perché mi ha donato la musica».
 
E’ per te più emozionante sentir cantare un tuo brano o cantarlo personalmente?
«Sono emozioni differenti perché se la canto io cerco dentro di me quella emoziono e la trovo. Quando l’ascolto da un grande o da un giovane interprete mi fa scoprire delle cose in più che magari non avevo colto».
 
C’è qualcosa che ti rimproveri?
«No, rifarei ogni passo. Forse sacrifichi certe cose della tua vita, per esempio ho sacrificato la possibilità di avere dei figli ma è una vocazione essere artisti e non si può sempre avere tutto. Per me è stato anche questo un atto d’amore, in questo caso verso la musica che richiedeva questa totalità e io ho dedicato tutto alla musica. C’è chi è riuscito e riesce a fare anche i figli ma secondo me devi dedicare a loro il giusto spazio che viene di conseguenza tolto al resto. Non è facile. Faccio i miei complimenti a chi è riuscito a coniugare le due cose».
 
Senti di aver realizzato i tuoi sogni o c’è un sogno ancora non realizzato?
«Si spera sempre che di avere dei sogni da realizzare e delle scoperte da fare che sono insiti nello spirito degli artisti. Non c’è mai una fine».
 
La musica italiana ha subito delle gravi perdite, Lucio Dalla, Mango, Pino Daniele. Il tuo pensiero a riguardo e sulla musica italiana in generale?
«Quando cadono questi pilastri ti rendi conto dell’incombere del vuoto. Questo ci deve invitare tutti alla riflessione. Recuperiamo le misure e le cose buone per non perderle, soprattutto nella musica leggera. Le cosiddette “canzonette” non sono proprio canzonette dato che hanno la capacità di caratterizzare i passaggi più importanti della nostra vita».
 
X-Factor, Forte Forte Forte, The Voice ed altri … Cosa pensi dei reality e dei programmi che vediamo in tv alla scoperta di nuovi talenti musicali?
«In tutto il mondo ci sono questi format che sono più o meno tutti simili, dalle espressioni e le facce dei giudici… evidentemente piacciono al pubblico. Può capitare che ogni tanto venga fuori qualche talento».
 
Dalla tua Taranto ti senti amata quanto meriti?
«Sì sì, quando canto nella mia città sono sempre grandi emozioni. Sono contenta che Taranto sia  riuscita a organizzare una manifestazione come quella del I Maggio utilizzando l’importante strumento della musica per sensibilizzare tutta l’Italia ai grandi problemi ambientali e sanitari della città. Mi sarebbe piaciuto essere sul palco per unirmi insieme agli altri artisti e ai tarantini. Non sono ancora stata contattata ma chissà …».
 
Progetti in cantiere ?
«Sì, sto preparando il disco nuovo che dovrebbe uscire tra la fine dell’anno e l’inizio del 2016. E poi “Suoni dall’Italia” che è una sfida. Con questa etichetta ho fatto rivivere Mimmo Cavallo che non ne ha bisogno perchè lui ha già scritto un brano per Zucchero che è “Vedo nero”. Volevo a tutti i costi che tornasse discograficamente e poiché conosco le difficoltà che può avere un bravo cantautore quale lui è, gli ho detto: “te lo produco io”, ed è nato “Dalla parte delle bestie” che contiene delle canzoni che amo profondamente come “L’altra parte di me”, “L’invincibile”. Un’altra cosa importante che sto facendo sempre per l’etichetta “Suoni dall’Italia” è il nuovo disco “Canto Stefano” di Fausto Mesolella, autore e bravissimo chitarrista degli Avion Travel che canta i brani scritti da Stefano Benni. Dal 22 aprile è acquistabile in tutti i negozi e scaricabile da ITunes e da alcuni giorni è in rete anche l’anteprima del singolo “Quello che non voglio”, un brano che anni fa era stato scritto per Fabrizio De Andrè ma che era rimasto nel cassetto».
 
Mariella ti ringraziamo per averci onorato della tua disponibilità e ti auguriamo ancora tanto successo. Ti portiamo il saluto della tua Taranto e dei tuoi tanti fan. 
«Grazie, ricambio il saluto ai miei fan e ai miei concittadini tarantini».
 


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