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Lorenzo Larocca/Il sesso ai tempi di internet

Pubblicato da: Categoria: COVER

7
DIC
2012

 

La conoscenza del proprio corpo, la comunicazione con i genitori e una concezione naturale del sesso visto come un momento di intesa e di unione nella coppia. Dopo l’introduzione dei mezzi informatici, la scuola è a un passo da un’altra rivoluzione: l’insegnamento dell’educazione sessuale. E lui, andrologo martinese di adozione, ne è il promotore
 
Dietro ogni relazione di coppia c’è una sfera più intima e privata, difficile da esplorare, soprattutto se per secoli ha rappresentato un tabù. Il passato si è macchiato di un silenzio che ha innescato un meccanismo di disinformazione e malcostume: causa scatenante di preconcetti e tendenze aberranti, che stentano ancora al pieno decollo della loro evoluzione. Nonostante il progresso abbia pervaso ogni campo del sapere, il tema della sessualità resta ancora taciuto o peggio trasfigurato in negativo da convenzioni religiose e sociali: un deficit di comunicazione che il più delle volte riversa le sue conseguenze sulle nuove generazioni. Il dott. Lorenzo Larocca, affiancato da altre figure specializzate, è promotore del progetto “L’Andrologo a scuola”, un’iniziativa volta a diffondere tra i ragazzi la conoscenza delle diverse anomalie che possono interessare la sfera riproduttiva, prevenendole ed evitandole, toccando temi delicati e complessi: la conoscenza del proprio corpo, la comunicazione con i genitori e una concezione naturale del sesso visto come un momento di intesa e di unione nella coppia. Un momento educativo caratterizzato dal rigore scientifico che smaschera fragilità e incertezze e procede sul filo sottile della razionalità, alla ricerca della libertà e dell’affermazione di sé (e, last but not least, il piacere).  
 
Dott. Larocca, innanzi tutto facciamo una distinzione precisa tra la figura dell’andrologo e quella del sessuologo.
«L’andrologo è una figura compiuta che si occupa in maniera specifica di tutte le problematiche relative all’apparato genitale maschile, dalla nascita in poi. Generalmente si parla di più della donna, che nella maggior parte dei casi gode di un’attenzione particolare (soprattutto da parte della madre), mentre l’adolescente maschio molto spesso è abbandonato a se stesso: questo avviene perché il passaggio dal pediatra al medico generale è una formalità meramente burocratica. Non essendo svolta un’anamnesi delle problematiche che il paziente può aver avuto durante l’infanzia, di conseguenza non emergono quelle patologie tipiche dell’adolescenza che normalmente sono suscettibili di trattamento e quindi possono essere risolte facilmente. Inoltre, venendo meno la visita di leva si è perso un filtro importante che per molto tempo ha permesso il riconoscimento di tante varie patologie, spesso asintomatiche e difficili da riscontrare».
 
In questo settore la comunicazione è una dimensione fondamentale, ma è anche la più difficile da realizzare, soprattutto con i ragazzi.
«Sì, questo è uno dei problemi cruciali. L’adolescenza è una delle fasi più delicate per il ragazzo: avvengono mutamenti fisici, cambia l’assetto sociale del giovane, che può subire una crisi d’identità e c’è anche una maturazione sessuale più precoce, ma nonostante il ragazzo si senta più maturo per affrontare certe situazioni, in realtà la sua affermazione come uomo avviene molto più tardi ed è determinata da alcuni fattori sociali, specialmente il lavoro. Tutti questi fattori portano il ragazzo a vivere una sensazione di inferiorità, senza riuscire a rapportarsi con un adulto, perciò inevitabilmente i giovani si confrontano solo tra coetanei e trovano delle vie alternative per esternare la loro frustrazione: nei casi più semplici anche le scritte sui muri, per esempio, esprimono il loro rifiuto delle regole e delle istituzioni, compresa quella familiare; più pericoloso è quando si abbandonano all’utilizzo di sostanze stupefacenti o a comportamenti che possono creare dipendenza».
 
L’abuso di sostanze stupefacenti e comportamenti a rischio, può provocare anche danni che si ripercuotono sulla salute della sfera riproduttiva?
«Assolutamente sì, innanzitutto i ragazzi vanno educati a una vita igienicamente corretta dal punto di vista alimentare e poi devono capire che non esistono droghe leggere e pesanti: ci sono solo sostanze che provocano dei danni gravissimi sul nostro sistema nervoso centrale. Anche l’alcolismo e il doping sportivo hanno delle forti ripercussioni: possono provocare neoplasie testicolari, infertilità, danni cardiaci, impotenza e tant’altro».
 
Tornando al nodo della comunicazione, come stanno reagendo i ragazzi al vostro progetto? Davanti a figure competenti e qualificate, si sentono più liberi di esprimersi?
«I ragazzi si creano tante ansie e angosce, ma hanno paura di parlarne e non si aprono con i loro genitori. Questo progetto mette a disposizione delle figure competenti e qualificate che possano aiutarli ad aprirsi, perché in fondo loro sono un libro aperto e hanno tanta voglia di sapere e di risolvere i dubbi. Sono convinto che con alcuni discorsi e delle opportune domande si possa esercitare una sorta di arte maieutica, tirando fuori le loro preoccupazioni, senza ferirne la sensibilità, ma guadagnandosi la loro fiducia e mostrandosi vicini alle loro problematiche. Durante le mie ore a scuola, sono tutti molto attenti e approfittano della pausa tra un’ora e l’altra per preparare le domande da sottopormi: quesiti che riflettono il loro mondo e che sto seriamente pensando di raccogliere in un volume, affinché tutte le scuole comprendano l’importanza di un servizio che miri ad aiutare questi giovani a crescere e a relazionarsi tra loro».
 
L’educazione sessuale è una materia che andrebbe impartita a scuola, proprio per la vastità dei suoi contenuti e delle sue ripercussioni sulla vita sociale.
«Ritengo che la nostra realtà sia molto compromessa, in particolare quella scolastica. I giovani hanno bisogno di un futuro diverso, perché attualmente la politica manda un unico messaggio: quello di arrangiarsi. Purtroppo abbiamo dei programmi ministeriali che devono essere seguiti alla lettera, ma ancora non si è compreso che gli adolescenti vanno educati alla vita quotidiana, magari portandoli in gita tra i monumenti e i musei delle più belle città d’Italia: non ha senso studiare la seconda guerra mondiale se continuiamo ancora a produrre armi da guerra. Tuttavia con i recenti tagli all’istruzione, dubito che si facciano dei passi in avanti su questo fronte». 
 
Tra gli adolescenti dominano determinati luoghi comuni riguardo alla sessualità e in alcuni casi determinano una concezione del tutto fuorviante a tal proposito.
«Sì, molto spesso i ragazzi hanno una concezione distorta del sesso. Partiamo dal fatto che ‘fare l’amore’ significa trovare un’intesa col partner, unirsi a lui attraverso uno scambio che coinvolga la mente, il corpo e tutti i cinque sensi: non è un rapporto a senso unico. Tra i ragazzi, però, alleggiano dei preconcetti che deformano questa concezione: a volte si presta più attenzione alla performance, alle dimensioni dei genitali e a tanti altri miti, alimentati dall’uso scorretto di internet. Conseguenza inevitabile è che il sesso venga visto come una prova, una dimostrazione della propria esuberanza fisica e non come un rapporto spontaneo. Noi dobbiamo fare in modo che tra i ragazzi si instauri un concetto di ‘naturalezza’ e capiscano che il sesso è desiderio, estasi, abbandono, ma soprattutto intesa: se non c’è questa, un rapporto non dura e ci si fa solo del male».
 
Rispetto agli anni passati sono cambiate tante cose riguardo alla sfera dell’erotismo e della libido, ma qual è l’aspetto che più di tutti ha completamente rovesciato questa realtà?
«Sì, con gli anni sono cambiate tantissime cose, ma uno dei mutamenti più importanti riguarda il modo di approcciarsi: se prima una relazione si costruiva sulla base di una conoscenza, durante la quale ci si corteggiava e ci si scopriva, adesso il passo dalla simpatia al letto, è breve. Il rapporto sessuale avviene ancor prima di conoscersi e inevitabilmente, cresce il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Un precoce inizio dell’attività sessuale, informazioni sbagliate, promiscuità e immigrazione ci espongono a queste affezioni che vengono veicolate da liquidi biologici, come il sangue e le secrezioni. Tra le malattie più diffuse ci sono la gonorrea, candida, clamidia, papillomavirus, vaginiti batteriche, mononucleosi, herpes genitale, sifilide, epatite e l’AIDS, causata dal virus HIV. Di conseguenza è importante che sia l’uomo che la donna, si sottopongano periodicamente a dei controlli dall’andrologo e dal ginecologo».
 
Per quanto riguarda la prevenzione di queste malattie, è bene educare i giovani all’utilizzo dei profilattici.
«Sì, l’unico metodo preventivo delle MST, è l’utilizzo del profilattico: i ragazzi mostrano di conoscerlo abbastanza bene, d’altra parte, anche se richiede una certa manualità, è molto facile da utilizzare ed è sicuro, perché il rischio che si rompa è minimo. La pillola contraccettiva, invece, non è un metodo di prevenzione, ma aiuta a evitare delle gravidanze indesiderate, garantendo un’efficacia che sfiora il 100%. A differenza delle vecchie pillole, è bene sottolineare che i moderni metodi anticoncezionali non provocano né irsutismo, né un aumento di peso, ma sono valide per ridurre le anemie da carenza di ferro, dismenorrea e sindrome premestruale. Tuttavia, vanno sempre prescritte dal medico».  
 
Dando uno sguardo agli ultimi anni, è evidente che anche il rapporto tra l’uomo e la donna sia cambiato: quanto influisce nella relazione di coppia?
«Certamente, anche in questo campo le cose si sono completamente ribaltate. Prima la causa di un’infertilità era sempre dovuta alla donna, vittima di un inquadramento sociale di secondo piano, adesso non è più così, perché è scientificamente provato che almeno il 35% dell’infertilità di coppia è da attribuirsi al maschio. L’uomo vede la realizzazione della sua virilità nella capacità di avere un figlio (preferibilmente maschio) e nella capacità dell’erezione, mentre la donna manifesta la propria femminilità, sia nella maternità, sia attraverso la sua sensualità, arma fondamentale per essere desiderata dall’uomo. L’erezione non è legata solo alla volontà, ma coinvolge tante strutture del nostro cervello, perciò è influenzata anche dall’alimentazione e dallo stress: l’uomo, con gli anni, ha visto decadere questa potenzialità, (anche a causa dell’emancipazione della donna, che ha assunto ruoli sempre più importanti) diventando più debole e non riuscendo più a rapportarsi con la donna che nel frattempo, ha preso le redini anche a letto. Il terrore della caduta dell’erezione porta all’ansia da prestazione e alla paura dell’insuccesso che hanno negativamente influenzato la sua virilità: d’altra parte negli anni ‘40 era normale portare il ragazzino a perdere la sua verginità in una casa d’appuntamento, proprio per inculcargli il concetto della dominanza, che nell’epoca del fascismo ha avuto anche connotati politici».
 
Frustrazioni individuali e senso di inferiorità a volte creano un mix pericoloso che può degenerare in disturbi psichici come la pedofilia.
«Purtroppo sì. Si parte da alcune idee sbagliate che compromettono la psiche e se non risolte, degenerano in vere e proprie psicopatologie: devianze che hanno origine da come ci si rapporta al sesso. Il pedofilo avverte la necessità di primeggiare, sa che non può farcela con l’adulto e cogliendo l’innocenza di un minore lo può subdolamente manipolare ottenendo il proprio soddisfacimento, e quando si instaura questo meccanismo purtroppo lo si reitera in maniera ossessiva. Anche l’incesto rappresenta una psicopatologia che molto spesso non riguarda solo i diretti interessati ma l’intera famiglia, che magari sa e tace».
 
 
Lui
Tra le possibili patologie dei genitali maschili, fate attenzione a…
 
Fimosi, frenulo breve, testicolo ritenuto, testicolo ipermobile, varicocele (dilatazione delle vene del funicolo spermatico), torsione del funicolo (il testicolo si presenta sollevato nello scroto, dolente e di volume aumentato), traumi, infezioni (uretriti, epididimiti, prostatiti) disturbi dell’erezione e dell’eiaculazione.
Tumore del testicolo: è il tumore più diffuso nei maschi fra i 15 e i 35 anni. La diagnosi precoce passa attraverso l’autopalpazione del testicolo, da eseguire almeno una volta al mese.
 
 
Lei
Ogni ragazza può scegliere di tutelarsi da una gravidanza indesiderata, attraverso moderni metodi contraccettivi
 
La pillola è il capostipite dei contraccettivi ormonali. I più comuni effetti indesiderati sono nause, tensione mammaria, mal di testa, un possibile aumento di peso e una possibile diminuzione della libido. Tutti questi effetti oggi sono ridotti al minimo grazie alle nuove formulazioni. Tra i vantaggi della pillola la normalizzazione del ciclo mestruale, la protezione dalla formazione di cisti ovariche e mammarie, l’azione positiva nei confronti di acne e irsutismo. La sua sicurezza è quasi del 100%.


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