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Gianni Masciulli /Un´azienda, due anime

Pubblicato da: Categoria: COVER

6
MAG
2016
Emme International nasce 10 anni fa, un’azienda familiare creata sulle basi di un’esperienza più che trentennale nel settore del capospalla, in particolare del cappotto, tradizionale settore produttivo del distretto moda di Martina Franca.
Era un momento in cui il cappotto, generatore di ricchezza per la cittadina della Valle d’Itria, cominciava a non riscontrare più le nuove esigenze dell’abbigliamento quotidiano, alla ricerca di capi più pratici e funzionali. Fu così che, alla luce del quasi monopolio dell’offerta di piumini da parte di aziende del Nord-Europa, ci fu l’intuizione: proporre alla donna un piumino sicuramente pratico e funzionale come quelli proposti dalle multinazionali, ma con un twist super-femminile, fatto di forme, materiali e dettagli fino ad allora inconsueti per questo tipo di capo dal look sportivo.
In Italia tuttavia mancava un’expertise specifica di settore, tutte le aziende di piumini producevano in Cina, andare laggiù a produrre era una scelta obbligata; ma fu fatta anche in questo caso una scelta particolare: invece di affidarsi ai soliti produttori di massa localizzati laggiù, che lavoravano su larga scala su capi basic,Gianni Masciulli decise di creare una propria divisione a Hangzhou, con proprio personale, gestita direttamente dal management dell’azienda.
Quindi un’azienda con due anime: lo sviluppo stilistico, vero patrimonio dell’azienda, rimane stabile a Martina Franca, dove vengono ideati, sviluppati ed elaborati i modelli delle Collezioni, declinate su ciascun mercato nel quale l’azienda è presente attraverso una personalizzazione territoriale, che tiene conto di stile, clima, abitudini locali; invece la produzione  è delocalizzata, garantita dal lavoro di 250 persone localizzate a Hangzhou, che sono invece specializzate nel taglio, nella confezione e nel controllo qualità dei capi. Questo team di lavoro è gestito direttamente da Gianni Masciulli, che fa la spola tra Martina Franca e la Cina, dove si reca tutti i mesi per guidare, supportare e controllare il loro lavoro.
Questa sinergia permette all’azienda di conservare uno stile e una personalità di Brand italiana, pur avvalendosi delle competenze e della specializzazione di settore che sono localizzate in Cina.
Qual è stata l’intuizione che ha portato a spostarsi dal cappotto al piumino?
«Alla fiera di Mosca eravamo con il nostro stand a presentare la nostra collezione di cappotti, eravamo tra le poche aziende di Martina Franca a presidiare quel mercato che a quei tempi era ancora economicamente allo stato embrionale. Facendo un giro per la fiera, a un certo punto ho visto uno stand che, a differenza degli altri, era pieno di gente. Era un produttore tedesco di piumini, tecnici e sportivi. Da lì è nata l'intuizione di trasformare la proposta di capospalla dal cappotto, che stava cominciando a mostrare segni di stanchezza anche in Italia, al piumino, ma con una personalità completamente diversa da quella delle aziende nord europee, non basic e funzionale ma femminile e preziosa, trasferendo l'esperienza pluriennale nel cappotto in questo nuovo tipo di capospalla, molto più pratico e attuale. Devo ammettere che questa intuizione è stata la nostra grande opportunità, visto quello che è accaduto successivamente a tante aziende di cappotti di Martina Franca e non solo».
Ovviamente un cambiamento così radicale di produzione non è stato facile né veloce da realizzare.
«Certo, perché, mentre i cappotti erano la nostra tradizione produttiva, i piumini non erano realizzabili né a Martina Franca né in Italia, mancando qui la tecnologia produttiva necessaria. Come i più famosi Brand di piumini (Moncler, Herno, ecc), siamo stati costretti a delocalizzare la produzione all'estero, ma mantenendo a Martina Franca lo sviluppo stilistico, il controllo qualità dei capi e la loro distribuzione, in Italia e all'estero».
A quale tipo di donna si rivolgono le vostre Collezioni?
«Ci rivolgiamo a una nuova generazione di donne, attente ai trend del momento, ma alla ricerca di uno stile personale, super-femminile, fatto di forme, tessuti e dettagli estremamente ricercati, sia dal punto di vista materico che cromatico. La nostra è una donna che ha uno stile di vita dinamico, lavora, esce con le amiche, va a cena con il proprio partner, e in tutte le occasioni vuole mostrare la sua femminilità, la sua ricercatezza, senza rinunciare al confort e alla protezione».
Anche per le donne “curvy”?
«Sì. Infatti, per soddisfare la medesima esigenza anche da parte di donne formose, accanto alla collezione Pregio Couture, core business dell’azienda, caratterizzata da forme e linee contemporanee, l’azienda propone anche una collezione in taglie comode, una delle poche sul mercato con un contenuto stilistico femminile e giovanile, che sta riscuotendo sempre più consensi tra le boutique clienti».
Com’è accaduto che un maestro di tennis si è dato all’industria dell’abbigliamento?
«E’ stato l’incontro con la mia futura moglie, Rosa Maria Vinci; sono entrato oltre trent'anni fa a lavorare nell'azienda di famiglia che produceva cappotti, e dopo qualche anno abbiamo iniziato la nostra avventura imprenditoriale che è durata così a lungo».
Le è mai tornata la voglia di riprendere in mano la racchetta durante questi anni?
«Nei primi 30 anni sinceramente no. Ero così preso dalle responsabilità aziendali e dalla famiglia, che non rimanevano tempo ed energia mentale sufficienti per dedicarmi seriamente a questo sport, anche se era rimasto nel mio cuore. Sei anni fa, prima dell’intuizione che ha portato a lanciarci nel segmento del piumino abbandonando il cappotto, mi sono ritagliato del tempo per ritrovare energia e nuove idee. Ho così ripreso a giocare a tennis, e cercando stimoli nuovi ho ripreso a partecipare a tornei internazionali over-50, arrivando a posizionarmi al 49° posto nella classifica mondiale. Questo mi ha permesso di ritrovare fiducia in me stesso e nuova linfa per ripensare il nostro modello di business. Che da quel momento ha visto crescere l’azienda fino al livello di oggi».
Quali sono i prossimi progetti da un punto di vista produttivo?
«L’Ufficio Ricerca&Sviluppo in questo momento sta studiando dei materiali innovativi per le imbottiture, al fine di soddisfare la richiesta di una parte delle nostre clienti di avere capi che salvaguardino gli animali. Questo porterà allo sviluppo di una linea dedicata alle donne più sensibili ai temi attuali del cruelty-free, che verrà affidata ad uno stilista specializzato, con base in Corea, nuova frontiera internazionale delle tendenze più innovative. Dall’altra parte, per coloro che non vogliono rinunciare alla piuma d’oca, stiamo creando un protocollo sull'origine delle piume, per garantire che la piuma utilizzata per i nostri piumini provenga sempre da animali destinati all'alimentazione e che non hanno subito pratiche crudeli».
Da un punto di vista di sviluppo delle collezioni, cosa vede nel futuro dell'azienda?
«Una volta consolidato il business sulla donna, vogliamo sviluppare il mercato dell'uomo. Questo sta già avvenendo a livello artigianale grazie a mio figlio Fabrizio Masciulli e la sua Hilo Sartorie, che sta riportando a Martina Franca l'eccellenza sartoriale maschile, grazie anche al sostegno della madre Rosa Maria Vinci che, dopo aver contribuito a lanciare Emme International con la sua esperienza pluriennale sul prodotto, sta oggi contribuendo a lanciare questa nuova attività nel cuore di Martina Franca. Questa nuova avventura ha lo scopo di mantenere in vita l'eccellenza della tradizione sartoriale che è stata parte fondante della storia economica martinese e che sta pian piano scomparendo.Emme International ha invece l'ambizione di proporre una collezione di capispalla maschili moderni e funzionali per la vita di tutti i giorni».
Emme International prende il suo nome quindi dalla scelta della delocalizzazione produttiva o c’è altro?
«Emme International nasce sulla base di una premessa fondante: sarà un’azienda internazionale, ma non solo dal punto di vista produttivo, anche da quello distributivo. Martina Franca è infatti sede, oltre che dell’Ufficio Stile, anche della Direzione Commerciale, organizzata in due divisioni strategiche: una gestisce la rete distributiva in Italia ed estero, che consiste in 1740 boutique così ripartite: 700 in Italia, 300 in Polonia, 70 in Rep. Ceca, 150 in Francia, 300 in Spagna-Portogallo, 100 in Germania,  40 in Benelux, 80 in Russia e Kazakistan; l’altra si occupa dello sviluppo di collezioni tailor-made per i Key-Account, importanti aziende italiane di total look donna che vogliono inserire nelle proprie collezioni piumini e parka di qualità, affidandosi alla creatività e alla qualità produttiva di Emme International».
Da quando si può dire che Emme International è decollata, compiendo la sua mission di essere un’azienda internazionale anche nella distribuzione?
«L’Azienda ha fatto il salto negli ultimi 3 anni, andando ad aggredire le collezioni di piumini delle multinazionali del Nord-Europa, che si continuavano a proporre sul mercato con un contenuto stilistico basico, semplice e funzionale, ma con volumi di vendita estremamente importanti. Siamo stati come Davide contro Golia: dalla Valle d’Itria abbiamo iniziato a proporre un capo prezioso, femminile, ricercato, dallo stile italiano, che le donne europee non trovavano nelle boutique, contrastando così la leadership di queste grandi multinazionali. Questo ci ha permesso di raddoppiare il fatturato negli ultimi due anni, andando a consolidare la nostra relazione con i clienti. Questo risultato viene naturalmente anche dall’attivazione commerciale dei diversi Paesi europei, sia attraverso la creazione e gestione di una rete consolidata di agenti, sia attraverso la partecipazione attiva alle principali fiere europee di settore, come Parigi, Madrid, Poznan e Mosca».
Come mai questo modo diverso di vedere l’export, non basato solo sulla partecipazione alle fiere e agli incontri occasionali che ne conseguono, ma organizzandosi in modo strutturato con reti di vendita complesse?
«Sembrerà strano ma tre anni fa, di ritorno dalla sede cinese, all'aeroporto di Shanghai ho incontrato un consulente aziendale, ex manager di Nike che, raccontandomi della sua esperienza con aziende di abbigliamento modernamente organizzate, mi ha fatto comprendere la validità di un modello organizzativo della commercializzazione del prodotto diversa da quella che generalmente le aziende italiane implementano per l'estero. Questa consapevolezza ha portato a un radicale cambiamento del nostro approccio ai mercati esteri, creando una rete commerciale oggi a pieno regime di  32 agenti in tutta Europa. Per lo sviluppo del commercio estero oggi si prospetta una nuova avventura, quella di aprire filiali nei principali mercati di destinazione. Avere una propria struttura commerciale in loco ci permette di presidiare il mercato con più efficacia, alla pari di ciò che accade con il mercato italiano. A tal proposito, sei mesi fa abbiamo creato una nuova divisione, EmmEvolution, che ha come mission la creazione di un network di aziende pugliesi che vogliano sviluppare un mercato straniero in modo strutturato e strategico e non in modo occasionale e opportunistico. Queste filiali quindi avrebbero lo scopo di supportare questo network nell'affrontare il mercato obiettivo con competenza e professionalità. Questa divisione è nata grazie ad Antonio Masciulli, il figlio maggiore, commercialista, revisore legale e tesoriere di UNICO (Unione Italiana Commercialisti, sindacato di categoria), che nell'ambito della sua professione ha intuito la necessità per le aziende locali di espandere il loro business all'estero in modo completamente diverso da quello a cui sono abituate da sempre».
Come state sostenendo questo ritmo di crescita?
«L'azienda è fortunatamente gestita dal punto di vista amministrativo e finanziario dallo stesso Antonio Masciulli, che con la sua esperienza e competenza ha permesso all'azienda di crescere con le proprie forze. Questo ovviamente oggi non basta più».
In che senso?
«Questa stagione abbiamo chiuso la campagna vendite autunno inverno 2016-17 con un incremento del 30%, un risultato molto al di sopra delle aspettative, considerando l'inverno particolarmente mite di quest'anno che faceva presagire ingenti stock di piumini nei negozi. Un risultato ottenuto grazie ad un consenso particolarmente positivo verso la Collezione, che mai come questa stagione ha incontrato il gusto e le esigenze dei nostri clienti. Ma questo risultato ha un rovescio della medaglia: come tante altre PMI di grande potenziale, subiamo gli effetti della crisi delle banche, che per risolvere i loro problemi interni non stanno sostenendo la crescita delle aziende, portando alla stagnazione la nostra economia. Le possibilità di uscire dalla crisi economica ci sono, ma gli istituti finanziari non le stanno supportando».
Una sfida importante, quella finanziaria. Se doveste trovare risorse, dove le investirebbe nei prossimi anni?
Oggi l’azienda ha una nuova, importante doppia sfida: consolidare la crescita nei mercati attualmente coperti, anche con una collezione uomo, e contemporaneamente aggredire i mercati ancora non coperti a sufficienza. Per poter realizzare questi progetti, è importante inserire in azienda nuova linfa: da qualche mese è entrata in azienda Federica Masciulli, la figlia più piccola, che mi sta affiancando in tutte le attività, sia strategiche che operative, per comprendere l'azienda a 360 gradi; inoltre stiamo cercando e selezionando giovani martinesi, laureati, con conoscenza delle lingue straniere, con un minimo di esperienza lavorativa ma soprattutto con una grande voglia di raccogliere nuove sfide, per formarli e inserirli in alcuni reparti-chiave dell’organizzazione. Quello che li aspetta è entrare a far parte di un team che porterà l’azienda martinese a essere tra le aziende leader in Europa nel settore. Inoltre stiamo lanciando un concorso a livello nazionale per giovani stilisti, ai quali chiediamo di sviluppare un’idea innovativa per il piumino di domani. Al vincitore verrà assegnato un premio in denaro pari a 2.000 € oltre ad un contratto di collaborazione per lo sviluppo di una collezione incentrata su questa nuova idea. Insomma, tante sfide, tante opportunità, tanta energia».
Non resta che dire, allora: ragazzi, fatevi avanti!
 
 
Nuovi orizzonti, nuove opportunità
La Emme International cerca e seleziona giovani martinesi, laureati, con conoscenza delle lingue straniere, con un minimo di esperienza lavorativa ma soprattutto con una grande voglia di raccogliere nuove sfide
L’obbiettivo è quello di formare e inserire nuove figure da inserire in alcuni reparti-chiave dell’organizzazione. Quello che li aspetta è entrare a far parte di un team che porterà l’azienda martinese a essere tra le aziende leader in Europa nel settore. Le specializzazioni oggi necessarie per lo sviluppo futuro dell’azienda sono:
•marketing internazionale
•content marketing
•web marketing
•controllo di gestione
•customer care
Ecco dove poter presentare il proprio curriculum: Emme International srl, via Massafra loc. Gemma 34/b – 74015 Martina Franca (Ta), tel. 0804805508, mail info@emmeinternational.it
 


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