Innovazione, aggregazione ed ecosostenibilità sono i cardini della sua attività.
E ora, da esponente dell'Associazione giovani costruttori edili, ha intenzione di agire concretamente nella realtà tarantina. E lo fa a modo suo, velluto e acciaio insieme
Bella, brava e intraprendente, direbbe qualcuno, ma noi lo togliamo quel condizionale per cognizione di causa, perché la nuova Presidente Ance Giovani l’abbiamo conosciuta e intervistata. Francesca Colaninno, ingegnere e responsabile di impresa, ha impostato la sua mission tenendo conto della funzione etica e sociale dell’impresa, coniugando i valori tradizionali con l’ammodernamento dei processi produttivi, pensando a forme di ecosostenibilità e innovazione tecnologica.
Appena nominata Presidente Ance Giovani della provincia ionica. Hai già avuto modo di prendere coscienza del ruolo che ti è stato affidato?
«E’ senza dubbio un importante traguardo, ma ancor di più un punto di partenza. E’ un ruolo di alta valenza etica, sociale e di responsabilità, che nell’ ambito di un percorso professionale impegnativo, caratterizzato da sacrifici, scelte, instancabile stacanovismo e ferma determinazione, non può che rappresentare un importante obiettivo. E’ soprattutto però un punto di partenza, perché ritengo che il raggiungimento di un obiettivo in generale deve poter generare effetti concreti verso qualcosa o qualcuno; nello specifico caso verso un tessuto sociale, che al di là del particolare momento storico di crisi, si aspetta una rappresentanza istituzionale significativa e di voce, nonché un’ azione di lobby che sappia interpretare, a nome dei giovani imprenditori, le esigenze e le problematiche, valutando sinergicamente le possibili soluzioni».
Parlaci delle tue esperienze di formazione.
«Ho seguito in modo naturale e quasi inconsapevole la tradizione di famiglia: mio nonno era imprenditore edile e gestiva proprie attività estrattive, è stato sin da bambina il mio riferimento. Le attività sono state poi ereditate tradizionalmente da mio padre e da i suoi fratelli, e io non ho fatto altro che avvicinarmi al mondo imprenditoriale. Dopo gli studi da geometra e successivamente di ingegneria civile, ero convinta che mi sarei occupata solo della mia specifica professione in qualità di libero professionista, in particolare nell’ ambito delle progettazioni pubbliche e private, operando anche nel campo della sicurezza come formatrice ed esperta del settore; tuttavia, mi sono accostata alle reali problematiche ed esigenze di impresa, in termini di progettazione e di organizzazione, per poi occuparmi anche dell’ attività estrattiva e delle attività industriali affini, senza mai perdere di vista la mia professione da ingegnere. Di conseguenza, mi sono avvicinata al mondo associativo e da qui, inaspettatamente, è giunta questa nomina».
Ben venga un altro ruolo manageriale occupato da una donna. Quanto è importante per te la vita professionale?
«La vita professionale è importante per una donna quanto per un uomo, a mio avviso non c’è differenza alcuna; se l’ obiettivo è un soddisfacente livello di qualità della vita, perseguibile attraverso la personale realizzazione dell’attività professionale, non capisco perché per l’uomo sia lodevole e per la donna no. IL problema di fondo è la pluricollocazione della donna, legata da sempre alla dicotomia tra famiglia e lavoro, due dimensioni sostanzialmente diverse e molte volte viste apparentemente contrapposte. Il lavoro extra-domestico delle donne, spesso risulta tanto più sanzionato quanto più risponde a desideri di autonomia e autorealizzazione, mentre è meglio accettato se è dettato da esigenze economiche familiari. Fortunatamente oggi, il sistema normativo, le pari opportunità, la flessibilità e un approccio maturo e condiviso culturalmente, da parte dell’ uomo e della donna al concetto di famiglia e coppia, consente di conciliare il ruolo di madre con il ruolo professionale al pari del padre».
E tu ti senti più manager o mamma?
«Io francamente vivo la mia professione in modo assolutamente pieno; più che ruolo manageriale, ho avuto l’ opportunità di ricoprire un ruolo significativo nell’ambito della provincia ionica, che va ad aumentare indubbiamente la mole di impegno e responsabilità in termini professionali, ma al tempo stesso mi mette alla prova con una bella sfida. Per quanto riguarda il ruolo di mamma, penso che non si possa assumere il ruolo di madre, quando lo si diventa lo si è e basta, cercando di dare il massimo ai propri figli sempre e comunque. L’ esperienza che vivo personalmente, il mio essere mamma nel senso pieno del termine, denota con qualche sacrificio in più, un equilibrio familiare che è possibile raggiungere, con una sinergia di ruoli tra me e mio marito. Non rinuncerei mai al mio ruolo di mamma, nè alla mia carriera: possono convivere entrambi, con qualche sacrificio in più e qualche fine settimana in casa per godersi la famiglia e riposarsi».
La tua figura è considerata all’unanimità come capace di conciliare responsabilità, tradizione e innovazione.
«Mi risulta un po’ difficile commentare questa affermazione, tuttavia dico semplicemente che nella mia attività professionale, ci ho creduto davvero; che i valori umani e l’ etica, alla base di un qualsiasi rapporto, personale o professionale che sia, oltre all’impegno, alla determinazione, all’ottimismo, al continuo studio, al non lasciare mai nulla al caso, all’umiltà di mettersi sempre in gioco, alla fine paga».
Crisi e costruttori. Qual è lo stato delle cose?
«Purtroppo, esistono dati oggettivi, nonché indicatori economici settoriali, che confermano il malessere economico e la grave crisi del comparto edilizio. Tutto questo implica la chiusura di molte attività d’impresa, considerando anche che le nuove abitazioni hanno subito un aumento dei costi di realizzazione a causa degli standard qualitativi più elevati, derivante dall’affermarsi di culture legate all’ecosostenibilità ambientale e all’applicazione doverosa di tecnologie mirate all’efficientamento energetico. Elementi condizionanti e peggiorativi che accompagnano un tale momento di recessione e crisi, sono il razionamento del credito nel medio-lungo termine e i ritardati pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni. Inoltre, secondo i dati di Banca d’Italia, le erogazioni di mutuo per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, si è ridotto nel 2012 di quasi la metà rispetto all’anno 2011, considerando che il circuito finanziario a medio e lungo termine non consente l’accesso ai mutui per l’acquisto della casa alle famiglie. A ciò si aggiunge un ulteriore inasprimento del carico fiscale derivante dall’IMU, che incide su due aspetti peggiorando il mercato immobiliare: penalizza le famiglie che già possiedono un immobile o che intendono acquistare un’ abitazione; le imprese subiscono un carico fiscale assolutamente ingiusto e privo di logica, nonché la tassazione IMU sul “magazzino”, ovvero aree e fabbricati costruiti destinati alla vendita, è l’unico caso tra i settori industriali, di tassazione sull’invenduto!».
Quali sono le prospettive e quali le azioni per un piano strategico di ripresa?
«In coerenza con la linea di azione attuata a livello nazionale e regionale, in ambito di ANCE Giovani, e l’ intero sistema ANCE , di cui faccio parte, insieme a quasi 1500 imprenditori under 40, dei 20.000 complessivamente iscritti, credo sia assolutamente importante affermare il valore del modello associativo. In questo modo, si possono raggiungere significativi spessori in termini di rappresentanza e lobby a livelli istituzionali, favorendo l’aggregazione per affrontare tematiche di crescita professionale e sviluppo nell’ambito della formazione, internazionalizzazione, competitività tecnologica e uso delle risorse ecosostenibili. Ad oggi, noi tutti giovani imprenditori, dobbiamo comprendere che questa crisi sta cambiando le regole della competizione individuale e che attraverso l’aggregazione, dobbiamo puntare in crescita culturale e professionale. Sicuramente è necessario lavorare in sinergia con il gruppo “Ance Senior” e con il sistema Confindustriale, esempi di politica economica territoriale concreta, per ricostruire un rapporto efficace tra banche e imprese mediante un più agevole accesso ai crediti riattivando il circuito del credito a media e lunga scadenza,oltre che rafforzare l ’azione di lobby finalizzata anche alla possibilità di istituire un fondo di garanzia dello stato per consentire accesso ai mutui per le categorie disagiate.
L’Ance giovani è un’aggregazione di imprenditori, figli di imprenditori, amministratori e soci di imprese tra i 18 e i 40 anni. Come interviene nella comunità e con le Istituzioni?
«Premesso che l’Ance Giovani si propone di stimolare lo spirito associativo dei giovani imprenditori, rafforzando la consapevolezza della propria funzione etica – sociale in termini di risorsa e forza socioeconomica. Ance Giovani interviene attraverso iniziative orientate alla conoscenza dei più salienti aspetti sociali, economici e tecnici del mondo imprenditoriale, legati ad una dinamica veloce del corpo normativo del settore pubblico e privato, alla globalizzazione del sistema economico, alle forme di ecosostenibilità e di innovazione tecnologica nel costruire. Ance Giovani punta all’“investimento” formativo, attraverso attività di seminari, convegni, ricerche e dibattiti, con il coinvolgimento del mondo istituzionale e delle pubbliche amministrazioni locali. L’associazione ha sostanzialmente tre importanti filoni di intervento comunitario ed istituzionale: 1. Rappresentanza degli interessi della realtà imprenditoriale; 2. Azione di lobby, in qualità di proponenti nei confronti del decisore pubblico, che sia il Parlamento, la Regione o Enti preposti per le particolari esigenze derivanti dal tessuto imprenditoriale; da qui sono scaturiti emendamenti importanti quali l’Housing Sociale, il Piano Città e la proposta di gestione e riduzione del carico fiscale. A livello nazionale, coordinato con le sedi regionali e territoriali, Ance Giovani ha un portale dedicato al rapporto con il Parlamento; 3. Attività di consulenza alle imprese associate, per attività connesse al costruire pubblico e privato in termini di contenziosi, appalti pubblici e bandi di gara».
E l’ecosostenibilità e la green economy? Soprattutto a Taranto non è facile vederle applicate.
«Ecosostenibilità e green economy sono temi che mi stanno particolarmente a cuore. Nell’ambito delle linee programmatiche del mio mandato di Presidente Ance Giovani, ho previsto un particolare impegno e coinvolgimento dei giovani imprenditori alla formazione, che si sta già realizzando attraverso la collaborazione con l’Ente Scuola Edile, con un programma di attività connesse alla formazione in materia di sviluppo urbano sostenibile. E’ assolutamente consolidato che la risposta al momento di crisi, alla stagnazione del mercato e alla disoccupazione, è lo sviluppo urbano sostenibile attraverso un approccio integrato, che consenta la realizzazione di una società intelligente, sostenibile e inclusiva, in coerenza con gli obiettivi previsti dalla strategia Europa 2020. L’attenzione per l’ambiente è un fattore determinante per lo sviluppo e la competitività, attraverso strategie di intervento che puntano alla qualificazione ambientale e sociale, allontanandosi dalle logiche dell’ uso indiscriminato del territorio abbondantemente “consumato”. L’operatore, il fruitore, il committente, che sia l’impresa, il singolo cittadino o l’istituzione pubblica come stazione appaltante, non deve “subire” l’ambiente come vincolo, bensì deve trarre da esso valore aggiunto e linee guida. Far confluire il concetto di ecosostenibiltà in economia e business, significa applicare lo strumento dell’ “economia sostenibile” nonché green economy, che in termini pratici nel ciclo d’impresa, significa reintegrare le risorse ambientali consumate nel ciclo di produzione, senza recare danni all’ambiente. Per Green economy si intende uso di energie e fonti rinnovabili, il che vuol dire approccio urbanistico alle Smart City, cioè quelle città intelligenti che utilizzano soluzioni organizzative e tecnologiche per tagliare i consumi, anche attraverso forme sociali di incentivazione all’uso di mobilità sostenibile e mezzi pubblici, con il conseguente risparmio delle tasche dei fruitori e tutela per l’ambiente. Green economy è soprattutto recupero del territorio degradato, tema questo assolutamente attuale e concreto nella realtà tarantina a causa della drammaticità ambientale del caso Ilva, che potrebbe trovare in questo difficile momento storico un risvolto inaspettato, mediante l’attuazione di politiche di bonifica del sito e di uso intelligente del territorio, capaci di rivitalizzare ampie aree».