Pubblicato da: Serena Mellone - foto di Imma Brigante
Categoria: COVER
20 OTT 2016
Lei è una bravissima cake designer, ha un marito, tanti gatti, una splendida famiglia. E un nemico da conoscere e accettare. Questa é la sua storia fatta di cancro, dolci e tenacia da vendere
Non è stato facile, per niente facile intervistare Valentina.
Lo confesso subito: è mia cognata, per di più la gemella di mio marito. Mille sono stati i dubbi e gli equilibri famigliari da mantenere saldi, ma poi il nodo lo ha sciolto con serenità, proprio lei, che alla mia domanda “Vale, vorrei parlare della tua storia di cancro e zucchero?” ha risposto in maniera secca e divertita “ Facciamolo”.
Non é stato facile, per niente facile intervistare Valentina, perché per anni non le ho mai chiesto che nome avesse il suo cancro, ma ho voluto conoscere bene tutto il resto: la sua passione per la pasta di zucchero, per la moda e il make up, per i viaggi. Non so perché non le ho mai chiesto nulla, forse perché è più facile far finta di niente o forse perché “il nulla” (il che non vuol dire non sapere) ti da la possibilità di rimanere fedeli alla spontaneità e alla libertà di avere un battibecco o passare i pomeriggio a stendere lo smalto. Oggi però chiesto nome e cognome di quel maledettissimo cancro contro cui lotta da anni con spalle forti e sguardo fiero. Il nemico si guarda negli occhi e prima o poi sarà lui ad abbassare lo sguardo.
Valentina é una cake designer, ha 36 anni, un marito, una colonia di gatti (e la mia allergia lo sa!), e nipoti tra la Calabria e la Puglia che ama tantissimo. Questa é la sua storia fatta di cancro, zucchero e tenacia da vendere.
Chi è Valentina Giove?
«Domanda impegnativa... sicuramente Valentina è profondamente cambiata col tempo, non sono più la persona di qualche anno fa per molti motivi. Amo l'arte in qualsiasi sua forma e ne sono affascinata da quando ero bambina e questa mia passione sia che si trasformi in una torta in un dipinto in un uno schizzo in un biscotto o addirittura in un turbante che creo sulla mia testa mi ha aiutata ad uscire dal nero del cancro e l'ha trasformata in una moltitudine di sfumature e colori che la rendono semplicemente meravigliosa. Sono una combattiva per natura, non mi arrendo mai e credo che nulla sia impossibile se lo si vuole veramente».
Ci racconti la storia del tuo peggior nemico?
«A questa domanda ci vorrebbe un libro intero per rispondere e verrebbe facile dire che il mio peggior nemico sia il cancro. È arrivato negli anni migliori, avevo 25 anni mi ero laureata da pochi mesi e avevo un mondo davanti a me! E invece un giorno ti ritrovi catapultata in qualcosa più grande di te, prelievi, esami, sguardi dei medici che cercano di spiegarti cosa sta succedendo... la chemio! I capelli che cadono, la tua femminilità che svanisce, il trascinarsi dal letto al bagno cercando di sputare il veleno che in realtà ti sta salvando la vita.
Il mio nuovo mondo non erano le uscite con gli amici, il costruirsi una carriera, una vita col proprio fidanzato… il mio mondo ormai era il centro di senologia del policlinico Gemelli, e i cicli di chemio che si susseguivano ogni 21 giorni. Ero la più piccola del reparto e li ho trovato la mia seconda famiglia e che lo è tutt'ora.
Poi sono cominciati i perché, perché a me, perché ora ecc ecc ...
Prima del cancro ti senti invincibile, pensi che tanto a te queste cose non possono accadere e invece poi la vita ti fa questo bello scherzetto e tutto cambia. Poi l'intervento per eliminare il drago il susseguirsi delle terapie per concludere il ciclo di guarigione e dopo 5 anni di controlli sempre andati bene pensi di aver vinto, pensi finalmente è arrivato il tuo momento, finalmente puoi costruirti una vita una famiglia e invece no! Nel 2012 mi sono ritrovata a tirare fuori nuovamente gli artigli perché il cancro è tornato più forte di prima, ma anche io non sono più la stessa anche io sono più forte di prima e se anche dal 2012 non ho mai smesso di lottare e di fare terapie ho imparato a trasformare il mio nemico in un amico. Lui mi ha insegnato a vedere la vita diversamente, mi ha insegnato a sentire e assaporare ogni singolo profumo sensazione gesto a cui prima non davo importanza... adesso tutto per me è diventato importante. Posso sicuramente affermare che sono più viva ora che ho il cancro che non prima. Quindi no, il cancro non è mio Nemico... semmai l'oblio quello si mi fa paura».
Forse dare un nome e una diagnosi al tuo cancro può aiutarci a capire.
«Il cancro è arrivato a 25 anni al seno destro. Sono in cura al Policlinico Gemelli di Roma inizialmente ho fatto cicli di chemio neoadiuvante, che altro non è quella chemio che serve a ridurre la dimensione del tumore per salvare il seno, cosa che non è successa perché ho comunque fatto una mastectomia. Mi sono operata nel 2006 il mio intervento fu una collaborazione tra il prof. Riccardo Masetti, nonché presidente della komen Italia, che si è occupato di eliminare il tumore e il chirurgo plastico prof.ssa Marzia Salgarello che mi ha ridato la femminilità con un delicato intervento di ricostruzione con la tecnica del Diep Flap, ovvero la ricostruzione del seno con il lembo di grasso della propria pancia.
È stato un intervento lungo e il post operatorio molto doloroso, ma lo rifarei mille volte perché il risultato è stato stupefacente e ringrazio infinitamente il Prof. Masetti e la Prof.ssa Salgarello per lo splendido lavoro che hanno fatto.
Dopo l'intervento ho continuato i cicli di chemio adiuvante, che serve a ridurre il rischio delle recidive. Purtroppo però il mio è un tipo di tumore al seno aggressivo e con alto rischio di recidive, e infatti nel 2012 è tornato.
È partito tutto con dei dolori ossei... così è ricominciato il tram tram dei controlli che hanno dato il verdetto ovvero metastasi ossee da K seno. Ho iniziato subito le terapie necessarie, ma io sono un caso un po' complicato... mi sensibilizzo alle terapie e quindi dopo un po' cominciano a perdere efficacia.
Dal 2012 ad oggi le metastasi ossee sono importanti e coinvolgono gran parte del mio corpo ma stanno migliorando, poi sono arrivate le metastasi epatiche e così abbiamo modificato le terapie per adattarle a questa novità... ho iniziato così nuovi cicli di chemio per il fegato e almeno dal fronte epatico sono riuscita a fermarlo.... poi è toccato ai polmoni... i polmoni sono quelli più complicati...pare che la malattia si sia "scaricata" tutta su di loro.
A gennaio ho eseguito un intervento di torocotomia laterale... posso solo dire che è stato dolorosissimo, più di tutti gli interventi e biopsie fatti in questi 10 anni. Tutt'ora ne porto i postumi e non ho recuperato del tutto. Avevo cominciato una terapia per i polmoni, ma mi faceva crollare talmente tanto l'emocromo e le piastrine che per forza di cosa abbiamo dovuto nuovamente cambiare con altre terapie mirate ai bronchi, ma anche a tenere a bada il resto... sono prossima al sesto ciclo di questa nuova chemio e poi a dicembre ripeterò la Tac per capire se la terapia sta funzionando o meno. Insomma così su due parole è difficile da spiegare ma ho fatto tante di quelle chemio che non ricordo neanche più i loro nomi. Però sono fiduciosa, la medicina va avanti e sono sicura che arriverà quella giusta, magari è proprio questa la volta buona e per la prossima Tac mi basterebbe festeggiare anche solo un piccolo miglioramento.
Ma se non dovesse essere così prendo d'esempio una frase di P. Coelho:
"E nei momenti peggiori cosa faccio?" chiese il Guerriero.
"Semplice - rispose il Maestro - stringi i denti e vai avanti".
Un giorno mi hai detto "se fossi rimasta a Taranto non sarei sicuramente qui a parlare con te… Cosenza mi ha salvato."
«Taranto è una bellissima città, la mia città, e ogni volta che torno mi viene il magone per quanto è meravigliosa, ma anche per quanto sia difficile vivere per un malato di cancro a Taranto. Purtroppo l'alto tasso di inquinamento che affligge Taranto non aiutano la mia salute e i miei polmoni incasinati. Cosenza è una piccola città con tantissimo verde, poche industrie e tanto ossigeno puro da respirare. Spessissimo vado a passeggiare nei boschi della Sila, amo la natura e adoro stare all'aria aperta. Cosenza mi ha salvato anche per un altro motivo, ovvero mio marito, che ho conosciuto negli anni dell'università, stiamo insieme da 17 anni di cui 4 da marito e moglie. Grazie a Cosenza ho conosciuto lui, che non mi ha mai lasciato sola un giorno in tutti questi anni di lotta... nel 2012 il giorno stesso che abbiamo scoperto che il cancro era tornato e che il mio oncologo ci ha fatto capire che il nostro sogno di diventare genitori era svanito lui mi ha chiesto di sposarlo! Conosco tante donne che invece sono rimaste sole... ecco Cosenza mi ha salvata perché ha messo al mio fianco una persona senza la quale io non sarei riuscita a tirar fuori la forza che ho oggi».
Facebook è diventato il tuo diario di vita. Alle volte addirittura pubblichi i responsi delle visite e terapie in diretta, prima di chiamare la tua famiglia. Una scelta opinabile, da criticare o amare: scegli tu.
«Sì è vero uso Facebook come un vero e proprio diario personale, ma che possono leggere tutti, ma insieme al responso che sia buono o negativo manifesto i miei stati d'animo. E' strano spiegarlo, ma noi Aliene (Aliene fatto riferimento ad un gruppo su Facebook creato da una mia cara amica e collega di cancro "AREA51 Gli Alieni siamo Noi" in cui ci sosteniamo e pubblichiamo le nostre avventure se così si possono definire) abbiamo la necessita di scriverlo e spiegarlo questo cancro quasi fosse un dovere. Siamo delle guerriere e come tali dobbiamo far sapere che cosa è il cancro, perché solo se lo vivi sulla tua pelle lo puoi capire, ma è importante far capire in maniera diretta e forte che il cancro esiste, non è una favoletta. Io spero che questa serva più che altro a sensibilizzare sull'argomento e far capire che la prevenzione è importante perché anche quando hai 25 anni e ti senti invincibile può arrivare, ma se lo scopri prima è meglio».
Se anche una apprezzata cake designer, la tua pagina Facebook e il tuo blog sono molto seguiti, oltre al fatto che rendi speciali molti eventi con le tue creazioni zuccherose. Follie di zucchero che porti avanti nonostante le maledette punture.
«Intanto grazie… Il cake design è entrato nella mia vita di pari passo con il cancro, all'inizio era un passatempo, ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che diventava la mia medicina. Così ho iniziato a studiare e perfezionarmi. Amo modellare con le mani una figura dal niente, è una vera e propria magia ma sopratutto mi rendo conto di catapultarmi completamente in un’altra dimensione...mi concentro così, tanto che tutto il resto scompare e sono capace di stare ore e ore a lavorare senza sentire la fatiche e mi scordo dei dolori e delle terapie, mi scordo quasi di avere il cancro... credo dipenda dal fatto che amo così tanto farlo che non c'è niente che possa fermarmi, anzi non voglio assolutamente che il cancro mi tolga anche questo... ovvio che ci sono i periodi delle terapie in cui per forza di cosa devo riposarmi ma nei miei periodi buoni cerco di dedicarmi completamente al cake design continuando ad aggiornarmi a studiare le nuove tecniche».
E poi la "moda" la tua seconda migliore amica dopo la pasta di zucchero, complice delle tue marachelle fashioniste: una su tutte il turbante.
«Anche questa va di pari passo con il cancro... sai quando resti calva, senza ciglia e sopracciglia che quando ti guardi allo specchio sembri zio Fester, in qualche modo bisogna giocare con la moda per riacquistare un po’ di femminilità. Avevo una parrucca, che a volte uso ancora, ma per qualche strano motivo il turbante mi fa sentire più vera. Il mio armadio ormai è stracolmo di foulard pashmine e quant'altro possa stare sulla mia testa in maniera fantasiosa.
E' anche bello alzarsi la mattina è dire...di che colore sono oggi? Molti turbanti come già detto li creo io tramite foulard creando forme e fiocchi sulla testa, altri li acquisto on line. La mia preferita è la stilista Christine Headwear che ha creato una collazione di turbanti fatta apposta per chi si sottopone a cure chemio terapiche. Crea turbanti copricapo uno più belli degli altro, che aiutano a ricostruirci una femminilità un po' fashion ... ovviamente poi ci vuole anche una buona dose di make up... altra mia passione».
Valentina cosa pensa di Valentina?
«Wow... non me lo sono mai chiesta.
Penso che ho scoperto di avere una forza che mai avrei immaginato di poter tirar fuori, penso che sono anche tanto fragile e ho i miei momenti bui. Penso di essere altruista e per gli altri mi dono completamente senza riserve. Non mi serve nulla in cambio, mi basta vedere felici le persone che amo. Penso di essere una Guerriera con la G maiuscola, perché sono sicura che è grazie al mio carattere e alla mia positività che sono ancora qua e sono convinta che metà del lavoro lo fa la nostra testa.
Penso che ho il cancro ma non sono solo il cancro, sono una ragazza normale, con una vita un po' complicata ma che cerca di viverla il più normalmente possibile. Ho un marito meraviglioso, dei nipoti che amo più della mia vita, i miei gatti, coltivo le miei passioni come tutti e ho tanti amici e una famiglia che rendono speciale questa mia vita... e poi... poi ogni 21 giorni vado a combattere per tenermela stretta questa vita… tutto qua...».
Commenti:
Elisa Scicchitano 1/DIC/2022
Sono una paziente oncologica . Sono stata operata per un carcinoma al seno dx.
Fatta chemio e radioterapia .
Mi piacerebbe far parte di questa associazione .Grazie
Il mio cellulare è 333 9073026
TERESA SILVESTRI 22/OTT/2016
Ciao io sono una pasticcere e condivido la passione per lo zucchero ieri ho seppellito mia madre per un cancro al seno tutti mi stanno dicendo che è 85 anni si deve accettare sono 2 giorni senza di lei è sento che Non è giusto lo stesso ma questa mattina leggendo di te capisco che è vero ci sta ti sento tanto vicina e come te sono ottimista per la tua malattia perché sei giovane e hai il tempo per lottare io per mia madre invece non ho potuto fare più niente 5 mesi e oggi mi sento come 3 giorni fa dovrei sbrigarmi per andare in ospedale ma sono qua a scrivere a te ti sento veramente tanto vicina