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DALLA CROCIERA AD ALBEROBELLO

Pubblicato da: Categoria: IL RACCONTO

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LUG
2018

Egidio era un uomo mite e buono, e aveva solo un sogno, quello di fare con la moglie Margherita una crociera nel Mediterraneo. Ma a sessantacinque anni, dopo aver lavorato quarant’anni come commesso in un Ente Territoriale ed essere andato in pensione, non era ancora riuscito a realizzare il suo sogno.
Quarant’anni di lavoro ininterrotto, dicendo sempre sì, chinando il capo davanti a politici e dirigenti anche se erano gli ultimi arrivati. Ossequioso con tutti, portava da un ufficio all’altro documenti, fascicoli e plichi che a lui proprio non interessavano, ma lo faceva con scrupolo, anche se non gli era mai stato riconosciuto un avanzamento, una gratificazione e continuava a farlo quotidianamente senza lamentarsi. Anzi, se si presentava l’occasione: seduta di Consiglio Comunale, di Giunta o manifestazioni e ricorrenze varie, non si tirava mai indietro e si fermava oltre l’orario di lavoro. Erano poche decine di euro in più al mese, ma lo aiutavano a incrementare il suo magro stipendio di categoria A/3.
Da quando si era sposato, trentacinque anni prima, era sempre vissuto con un mutuo sulle spalle. Il primo, ventennale, per l’acquisto della casa, poi un altro per altri dieci e questo per contribuire alle spese del matrimonio della figlia Matilde che, stanca di un fidanzamento interminabile, si era fatta mettere incinta dal fidanzato e subito, per potersi sposare entro l’anno, aveva iniziato a mettere scompiglio sia nella famiglia del futuro marito, sia nella sua.
Andato in pensione, sperava di poter finalmente concretizzare il suo sogno ma, ancor prima di incassare la liquidazione, la moglie gli aveva detto che quei soldi sarebbero serviti per acquistare la cameretta dei due nipotini, nati a tre anni di distanza uno dall’altro, e per l’anticipo della macchina che assolutamente serviva alla figlia per portare il grande a scuola e il piccolo all’asilo.
Quando erano arrivati i soldi, come aveva stabilito la moglie, erano subito spariti, e quel poco che era rimasto era stato speso per pagare i lavori di ristrutturazione della veranda e del bagno di casa, così, quella crociera che aveva sempre sognato di fare, era stata rimandata un’altra volta. Se non del tutto accantonata, come in cuor suo temeva.
Il suo sogno di sempre, da quando era ragazzo, era quello di andare almeno una volta in crociera, ma vuoi per una cosa, vuoi per un’altra, quel viaggio in nave era sempre stato rimandato e anche questa volta se lo era visto sfuggire sotto il naso a causa delle croniche ristrettezze economiche in cui versava la sua famiglia. Ma non per questo ci aveva rinunciato, anzi, una volta al mese, quando andava a ritirare la pensione, comprava, con la speranza di vincere una bella somma, due gratta e vinci.
Ogni tanto gli capitava di vincere, ma erano sempre modiche cifre che non facevano altro che attirare su di se le critiche della moglie, ma non disperava e, pazientemente, aspettando la volta buona, ogni mese tornava a comprare due gratta e vinci.
Un giorno, mentre erano a tavola e stavano mangiando un piatto riscaldato di pasta e lenticchie, la moglie gli disse di far controllare la macchina perché quel sabato sarebbero dovuti andare a Bari per incontrare un suo lontano parente, un nipote di suo fratello Arduino trasferitosi in America tanti anni prima, e che questo nipote, arrivato in Italia in viaggio di nozze, si era imbarcato a Venezia su una nave da crociera che avrebbe fatto scalo anche a Bari e aveva espresso il desiderio di incontrarla e portarle anche i saluti di suo nonno.
Quel sabato per Egidio fu una giornata densa di emozioni contrastanti. Negative, per l’arrivo di queste persone a lui del tutto sconosciute e che gli avevano fatto perdere la sua mattinata al circolo dipendenti comunali, dove da quando era andato in pensione trascorreva qualche ora giocando a carte, e positive per essere rimasto estasiato nel vedere quella nave così grande, così lussuosa e così piena di vetrate; nonché per aver visto scendere tutti quei crocieristi allegri e spensierati che si apprestavano a salire su dei pullman turistici.
Dopo essersi appostata sotto la passerella della nave, con un cartello bene in vista che indicava il proprio nome, la moglie tornò da lui portandosi dietro il nipote e la di lui sposa e glieli presentò. Dopo i soliti momenti d’imbarazzo, che si avvertono sempre quando ci si trova davanti ad estranei, Egidio invitò tutti a salire in macchina e in quel momento lo sposo espresse il desiderio di visitare i trulli e la Valle d’Itria.
Il pensionato che, per non fare quattro volte la stessa strada tra casa sua e Bari, da quando aveva aperto gli occhi non aveva fatto altro che chiedersi dove avrebbe potuto portare gli americani, quando si sentì rivolgere quella richiesta, sollevato, pensò subito di portarli ad Alberobello. Lì di trulli ce n’erano quanti ne volevano, più di quanti i suoi ospiti potessero immaginare, e la giornata sarebbe scivolata via tranquillamente tra vicoli, scalinate, negozietti e trulli da visitare. La sera avrebbero fatto ritorno a Bari e, dopo aver aspettato che gli ospiti fossero saliti a bordo, lui e la moglie sarebbero tornati a casa.
Tutto andò bene ad Alberobello, ma ecco che tornando verso Bari, la moglie volle portare gli ospiti a cena nel più caratteristico ristorante di Polignano a Mare, quello scavato tra le grotte e gli scogli a picco sul mare, e così, in quella località, il poveretto ci lasciò quasi la metà della sua pensione.
Arrivati al porto, appena in tempo per far salire a bordo i lontani parenti e veder ripartire la nave, mentre la moglie sventolava un fazzoletto bianco a mo’ di saluto, Egidio giurò a se stesso, e di questo ne era convinto, che prima o poi anche lui sarebbe salito su una nave come quella e fatto una bellissima crociera.
Arrivato il primo del mese, come il solito, si alzò presto e andò a mettersi in fila davanti alle Poste e rimase in paziente attesa di poter ritirare la pensione. Arrivato il suo turno e incassato i soldi, passò prima dal tabaccaio per acquistare i due soliti gratta e vinci e poi tornò a casa dove, trovò la moglie e la figlia che impazienti lo aspettavano e gli chiesero il denaro per recarsi a fare spese al centro commerciale.
Egidio, trattenne per se solo pochi spiccioli e il resto lo lasciò sul tavolinetto dell’entrata e andò a sedersi in cucina. Attese che la moglie e la figlia uscissero, poi prese una monetina e cominciò a raschiare il primo gratta e vinci. Se lo rigirò tra le mani e poi lo strappò, ma ecco che il secondo, dopo averlo raschiato ben bene, si rivelò un biglietto vincente. E che vincita: trentamila euro.
Felice se lo strinse al petto, lo posò sul tavolo, lo guardò e lo ricontrollò. Pensò anche di chiamare la moglie per dirle della vincita, ma si accorse che il suo cellulare era senza credito e allora pazientemente attese il suo ritorno, e appena sentì le chiavi che giravano nella toppa della porta le corse incontro, ma subito venne investito:
«Sempre con quei cosi in mano. Soldi sprecati. Buttali via e dammi una mano, non vedi come sono carica?»
Il marito raccolse i due bustoni che la moglie aveva lasciato davanti alla porta, le andò dietro ma non le disse più niente. Non le disse nulla della vincita, ma mentre stavano pranzando, buttò lì la domanda:
«Andiamo a fare una crociera di sei giorni, tu ed io, da soli?»
«Ancora con questa fissazione. Con questa crociera, e da soli poi. Non sai che Matilde a bisogno di me, che devo andare a prendere il bambino all’asilo, portare il grande a scuola e il pomeriggio al calcetto? E poi devo fermarmi a casa loro per altre mille cose». Gli rispose stizzita la moglie.
«Ma per una settimana... mica casca il mondo». Insistette timidamente lui.
«Non cascherà il mondo, ma spendere tutti quei soldi per una sola settimana lo trovo esagerato. E poi Matilde sta cercando una villetta da prendere in affitto quest’estate al mare.
«E i soldi dove li prende?» Le chiese il marito.
«Loro daranno l’anticipo, poi, il resto lo versiamo noi, visto che andiamo con loro».
«E noi dove li prendiamo?» Domandò ancora il marito, rimanendo con il braccio alzato e il cucchiaio davanti alla bocca, per aspettare la risposta che peraltro temeva.
«Ne ho già parlato con Matilde, e abbiamo concordato che loro daranno l’anticipo e tu il resto, perciò dovrai andare alla finanziaria e chiedere un altro piccolo prestito». Gli rispose la moglie, continuando a masticare lentamente per via della protesi che si muoveva.
Avrebbe voluto replicare, dirle che quei soldi sarebbero stati spesi meglio se magari lei fosse andata dal dentista. E le avrebbe voluto anche chiedere perché la figlia non poteva andare lei a prendere il figlio all’asilo e a portare il grande a calcetto, visto che non lavorava e aveva la macchina, ma non disse più niente e in silenzio finì il suo piatto di pasta e ceci.
A Egidio, di dover passare l’intera estate in un mini appartamento, più piccolo di quello che era casa sua che era già piccola, assieme alla figlia, al marito della figlia, ai nipoti, e agli amici della figlia e del genero, tutti incontentabili, e ricevendo visite da parenti e conoscenti che sarebbero andati a trovarli solo per trascorrere una serata al fresco e mangiare a sbafo, proprio non gli andava.
Trascorse la notte insonne e il giorno dopo, per paura di perderlo o che qualcuno potesse rubarglielo, andò in banca e depositò il gratta e vinci. In quell’occasione aprì un conto corrente e si fece dare anche il codice IBAN, spiegò all’impiegato che per avere notizie della vincita sarebbe periodicamente passato lui, e intanto si assicurò che la Banca non mandasse nessuna comunicazione scritta a casa.
Nei tre mesi successivi, restò pazientemente in attesa che gli venisse accreditata la somma della vincita e intanto cominciò a sfogliare depliants, frequentare Agenzie Viaggi e informandosi su quali fossero le crociere che solcavano il Mediterraneo.
Trascorsi novanta giorni, si recò di nuovo in Banca e, appreso dell’avvenuto accredito, ritirò la tessera bancomat, il blocchetto degli assegni e tornò in quell’Agenzia Viaggi dove intanto gli stavano organizzando la crociera: imbarco a Napoli, notti in navigazione e primo scalo a Savona, a seguire Palma di Maiorca, poi Tunisia e Malta, tappa successiva Palermo e poi, il sesto giorno, ritorno a Napoli. L’agenzia gli aveva anche proposto delle escursioni da fare nei posti toccati dalla nave, ma a lui interessava solo la crociera, stare tutto il tempo sulla nave, così si premurò di rispondere che alle escursioni ci avrebbe pensato in seguito, magari quando sarebbe arrivato in porto. In compenso si assicurò che gli assegnassero una cabina con oblò vista mare.
Il giorno prima della partenza, trovando la scusa che la sorella non stava bene, disse alla moglie che sarebbe andato a trovarla e che per qualche giorno si sarebbe fermato da lei a Napoli.
«E che è tutto questo attaccamento a tua sorella, adesso, che non la vedi da anni?» Gli chiese sospettosa la moglie.
«È proprio per questo, perché non ci vediamo da tempo, che voglio andare a trovarla. Ci siamo sentiti e mi ha detto che non sta bene. Tanto voi vi trasferite al mare, e senza di me starete anche più larghi» Le rispose il marito.
«E per il saldo della casa al mare, hai provveduto?» S’informò la moglie.
«Sì. Mi hanno concesso il prestito e domattina vado a ritirare i soldi e te li porto».
Il giorno dopo andò in banca a ritirare i soldi per se e per la moglie e poi si mise in viaggio.
Arrivato a Napoli, lasciò la macchina sotto casa della sorella, salì un attimo a salutarla e poi si recò al porto.
Sulla nave fece conoscenza con una signora che viaggiava da sola come lui ed era pugliese, di Alberobello. Fecero subito amicizia e per tutta l’attraversata del Mediterraneo rimasero sempre assieme. Fecero colazione assieme, pranzarono assieme, assistettero agli spettacoli assieme e dopo due notti andarono a dormire anche… assieme!
Terminata la crociera e sbarcati a Napoli, presero un taxi e andarono a riprendere la macchina, poi, sempre assieme, si avviarono verso Alberobello.
Ad Alberobello Egidio fu ospitato dalla signora e ci rimase una settimana poi, prima di fare ritorno a casa, le promise che sarebbe tornato a trovarla presto.
Arrivato in città, prima passò da casa per lasciare la valigia, poi proseguì sino alla villa, dove trovò accampata la famiglia di sua figlia, la moglie, più i genitori e la sorella del genero.
Allora chiese alla moglie dove si sarebbe potuto sistemare per la notte, che tra l’altro era stanco morto, ma il litigio la moglie lo fece scoppiare per tutt’altro motivo. Gli rinfacciò di aver lasciato trascorrere troppi giorni senza preoccuparsi di andare a ritirare la pensione, costringendo lei, una signora, a chiedere soldi in prestito a dei pezzenti. A quei parenti che tra l’altro non poteva vedere, né sentir nominare.
Il marito la lasciò parlare, le dette tutti i soldi che aveva in tasca, che tra l’altro erano molti di più della misera pensione mensile e, lasciato la moglie che contava i soldi e intanto continuava a sbraitare, se ne tornò in città.
Una volta a casa chiamò Doriana, l’amica di Alberobello e le raccontò quello che era successo con sua moglie, e aggiunse che per dormire in un letto decente era dovuto tornare a casa e che per tutto il resto dell’estate sarebbe rimasto da solo in città.
«Ma allora, scusa, perché non vieni a stare da me? Solo tu, sola io, vieni qui da me che ci facciamo anche compagnia». Gli suggerì la sua amica.
Lui si guardò attorno, ci pensò un attimo, poi andò a riprendere la valigia, che non aveva nemmeno aperto e, richiusa dietro di se la porta di casa, prese la macchina e si avviò verso Alberobello.
Col passare dei giorni, a casa della signora Doriana, Egidio si trovò sempre meglio e lo disse anche alla sua amica, e lei gli rispose che, se gli avesse fatto piacere, si sarebbe potuto fermare quanto voleva, anche per sempre.
Non ci pensò un attimo, ma prima di trasferirsi definitivamente ad Alberobello, Egidio tornò al mare per incontrare la moglie e rivedere la figlia e i nipoti. Ma della moglie e dei nipoti nessuno seppe dirgli niente, ma la figlia, che trovò sulla spiaggia e lo salutò con un semplice cenno del capo e una smorfia d’insofferenza per poi tornare a parlare con le signore dell’ombrellone accanto, lo fece innervosire. Così, dopo aver risposto a quel saluto nello stesso modo, si girò e, ancora più sicuro di fare la cosa giusta, si avviò verso casa sua. Ma nemmeno lì trovò la moglie, e allora lasciò la pensione di quel mese sul tavolo, riempì un'altra valigia con le ultime cose da portarsi via e riprese la macchina e tornò ad Alberobello; da dove telefonò a un ex Consigliere Comunale, che di professione faceva l’Avvocato, e gli chiese un appuntamento.
Quando, un mese dopo, agli inizi di settembre, la moglie tornò a casa e si accorse che il marito non era ancora tornato, per un po’ si chiese che fine avesse fatto, poi si ricordò che la sorella non stava bene e allora pensò che fosse tornato a Napoli a trovarla, e non ci pensò più.
Tornò a pensarci una decina di giorni dopo, quando le arrivò la raccomandata dell’Avvocato e lesse che il marito aveva chiesto la separazione ed elevato il proprio domicilio presso lo studio legale, e questo per evitare di essere rintracciato da lei e per non avere più niente a che fare con la sua famiglia.



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