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Martina Franca/Branchi di lupi: il grido d'allarme di 106 allevatori

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

19
GEN
2015

 

Sono 106 gli allevatori di Martina Franca, Mottola, Massafra, Crispiano e Noci che hanno firmato un documento con il quale chiedono maggiore attenzione e considerazione in merito al fenomeno della comparsa di branchi di lupi che, giorno dopo giorno, mette sempre più in pericolo gli allevamenti della zona. 

"Noi allevatori di Martina Franca, con riferimento alla vicenda apparsa sulle cronache dei quotidiani locali relativa alla presenza di branchi di lupi nei boschi di Martina Franca, Mottola, Massafra, Crispiano e Noci, innanzitutto ringraziamo quanti hanno preso a cuore questa emergenza che, lo vogliamo sottolineare, non è nostra soltanto ma deve riguardare l’intera comunità.

Purtroppo, quella attuale è una vera e propria situazione di totale emergenza.

Nei boschi di Martina ci sono i lupi e ormai sono presenti in branchi; possiamo affermarlo con certezza per averli visti di persona.

Del resto non diciamo nulla di nuovo, dato che sono stati avvistati anche da parte di chi frequenta i boschi per andare a funghi e di chi vi passeggia. Quasi quotidianamente infatti, siamo costretti ad assistere impassibili agli assalti al nostro bestiame, che ogni giorno conta delle perdite importanti. Equini, vacche podoliche e ovini. E’ letteralmente angosciante per noi subire tali perdite e si parla non solo di bestiame allo stato brado nelle aree boschive circostanti le nostre aziende ma, cosa ancor più allarmante, anche di gregge sgozzato nei ricoveri recintati delle stesse aziende, come attestano numerose foto che documentano le aggressioni.

Quello che più spaventa è che gli operai si rifiutano di continuare a governare il loro allevamento poiché alcuni di loro, nel tentativo di difendere il bestiame dai lupi, sono stati intimiditi dal loro ringhiare e persino i cani da pastore maremmani, addetti alla guardia, fuggono impauriti.

 Un fenomeno serio che deve riguardare tutti, non solo noi del settore (per le vittime sacrificali degli ultimi tempi), ma tutti i fruitori dei boschi e di chi vive a ridosso dei boschi. Quando avranno dilapidato tutto il nostro bestiame, di cosa si nutriranno?

CHIEDETEVELO! E non sottovalutate il problema solo perché, per ora e solo per ora, non vi riguarda direttamente, perché presto potrebbe riguardare tutti, ma proprio tutti.

E allora, nel rispetto di tutte le persone, di tutte le specie animali, si prendano dei provvedimenti risolutivi. Si dice che dobbiamo salvaguardare il lupo perché costituisce una ricchezza per il nostro ecosistema, ma a salvaguardare i puledri di razza murgese, il fiore all’occhiello della nostra zootecnia, (che non diventeranno mai stalloni da addestramento e di cui, in seguito agli assalti dei lupi, vengono rinvenute a malapena le ossa) e le vacche podoliche che mandano avanti la tradizione tipica dell’allevamento pastorale allo stato brado e che rispettano la biodiversità senza arrecare alcun danno, chi ci pensa?

Chi deve salvaguardare gli allevatori da queste costanti perdite? Non vogliamo arrenderci e vogliamo denunciare e manifestare la nostra indignazione ed essere tutelati anche noi altrimenti si arriverà all’estinzione di tutto ciò che ci circonda con le conseguenze che fareste bene a immaginare."

                




Commenti:

Angelo ruggieri 21/GEN/2015

Iniziamo ad individuare chi ha voluto reintrodurre la specie a danno di tanti creando pericoli e perdite e auguriamoci non ci siano mai in futuro conseguenze per le persone. Chiamiamoli a rispondere personalmente.

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