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IL BIANCO E IL NERO/ L´ENIGMA DELLA SCACCHIERA NELLA CATTEDRALE DI OTRANTO

Pubblicato da: Categoria: SCACCHI

25
MAG
2017

Gli Scacchi sono da sempre avvolti da un alone di mistero. Secondo alcuni autori interpretano la lotta del Bene contro il Male, per altri il destino imperscrutabile che gioca con la nostra vita, come fa persino la Morte. Questo arcano trova conferma ma non soluzione nei “Misteri del mosaico della Cattedrale di Otranto”.

Sono da sempre stata un’appassionata della Storia per una molteplice serie di motivi. Mi affascina conoscere la cultura, gli usi e i costumi delle popolazioni che si sono avvicendate nei millenni. Durante le diverse gite organizzate attraverso la nostra bella Italia, ho trascorso ore ed ore ad ammirare costruzioni o opere d’arte, incuriosita dagli eventi e dai sentimenti che ne hanno determinato la nascita.   
Permettetemi, però, un sano campanilismo da amante degli Scacchi. La scorsa domenica, infatti, in visita ad Otranto, nella mia meravigliosa Puglia, ho potuto ammirare un capolavoro medievale: il mosaico pavimentale della Cattedrale dei Martiri. Il monaco greco Pantaleone è stato capace di rappresentare uno splendido spaccato della vita, con usi e costumi, della società otrantina o, per utilizzare un lessico più colto, idruntina. Le figure sono stilizzate, le brevi e rade iscrizioni incisive, ma ciò che la rende una meravigliosa opera d’arte è il significato più o meno chiaro del messaggio che questo monaco ha voluto trasmettere alle popolazioni che si avvicendavano nel porto d’Otranto, tenendo conto dell’analfabetismo dell’epoca.
Vorrei farvi ripercorrere lo stesso tragitto del viaggio nel tempo che la guida esperta è riuscita a far perlustrare a me. Siamo nel Medioevo, negli anni dal 1163 al 1165, quando il Vescovo Gionata commissiona a Pantaleone l’abbellimento di una chiesa cristiana. Egli pensa di realizzare l’”Albero della vita”, offrendo alle generazioni dei secoli successivi un documento leggibile da chiunque. Il pavimento diventa, dunque, un attestato visivo di cultura e tradizioni diverse, giacché ad Otranto svariate civiltà si erano avvicendate sino a quel momento.
Sebbene il messaggio fosse chiaro a quei tempi, nel corso dei secoli le interpretazioni sono state molteplici, al punto che lo storico tedesco Willemsen ha definito il mosaico come l’”Enigma di Otranto”. In esso sono rappresentati temi differenti: la predicazione cristiana sulle origini del mondo, il combattimento tra il Bene e il Male, le virtù e i vizi della condizione umana e ciò che comportano come conseguenza nella vita ultraterrena. Sicuramente, però, ci sono altri temi di carattere religioso, morale e politico meno noti.
E’ ovattata l’atmosfera che si percepisce all’ingresso e sono d’accordo con la guida quando afferma che, nel momento in cui si varca la soglia della Cattedrale, risulta istintivo togliersi le scarpe. Camminare sul mosaico con le calzature dà la sensazione di deturpare la bellezza e profanare la sacralità di quest’opera stupenda. E’ stato proprio all’entrata che mi sono imbattuta, senza quasi rendermene conto, in uno degli enigmi del mosaico: una grande scacchiera. Ebbene da appassionata del Nobil Gioco non potevo non notarla e non evidenziarla. Tale scacchiera è sorretta da un centauro con la testa da uomo e la barba di un caprone, sguardo truce e una pianta cresciuta in bocca. La scena prosegue a sinistra, dove un cervo viene colpito a morte da un’amazzone che sta per scoccare un’altra freccia. Costei si riconosce perché ha il petto ferito con un taglio che lascia intravedere la carne.
Secondo la Malarei, tesi accreditata anche dalla guida, questa raffigurazione rappresenterebbe un emblematico riferimento al mistero del Graal. La scacchiera, infatti richiama il simbolo dei Cavalieri Templari, ordine fondato da Hugo de Paganis nel 1118 per difendere i pellegrini e la città di Gerusalemme. La leggenda vuole che il suddetto simbolo sia legato al nascondiglio del tesoro del Tempio di Salomone, che sarebbe poi entrato in possesso dei Templari assieme ad altre reliquie: il Graal, la Croce di Gesù e la Sacra Sindone.
Da tutto questo si deduce che esista una correlazione tra il mosaico, la sua composizione e la nascita dell’ordine dei Cavalieri Templari, giacché proprio da Otranto partivano le navi che li conducevano alla conquista della Terra Santa. Tale teoria sarebbe ulteriormente avvalorata dalla presenza di un leone quadricorpore che interpreterebbe la diffusione del Cristianesimo ai quattro lati del mondo.
Altri studiosi ritengono, invece, che la scacchiera inserita in quel contesto rappresenti la lotta tra il Bene ed il Male raffigurata dalle case bianche e nere e l’ineffabilità e l’alternanza del Destino. Attribuiscono, dunque, al Nobil Gioco il significato noto ai miei lettori di grande “metafora della vita”.
Sarebbe bello poter approfondire tale argomento come meriterebbe, ma occorrerebbero fiumi di inchiostro ed esulerebbe dalla tematica principale di questa rubrica. Da appassionata del gioco degli Scacchi, però, gradisco molto condividere questa esperienza, poiché ho ricevuto una conferma del significato del Nobil Gioco, di chiare e confermate origini orientali, quale rappresentazione ludica del senso della vita. Ho potuto, inoltre, scoprire quanta importanza avesse in epoca medievale, al punto da essere simbolo dell’ordine dei Templari, movimento religioso del tempo. In tal modo si è donato agli Scacchi un significato sacro, aulico, ultraterreno e si è resa, dunque, ancora una volta valida la spesso citata affermazione di Bontempelli ne "La Donna del Nadir": “Il gioco degli scacchi preesisteva probabilmente alla apparizione dell'uomo e forse anche alla creazione del mondo. E se il mondo ripiomberà nel caos e il caos si dissolverà nel nulla, il gioco degli scacchi rimarrà, fuori dello spazio e del tempo, partecipe dell'eternità delle idee."
 



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