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IL POLITICO NARCISO

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

16
FEB
2017

Narcisismo e attività politica. Alcune riflessioni in merito ad un tema controverso che viene spesso trattato in maniera approssimativa e poco scientifica.

Ho notato che molti politici di tutti gli schieramenti sono molto narcisisti. C’è una predisposizione alla politica per chi è narcisista? Quali sono i pericoli di affidare il comando ad un narcisista?
Franco


L’uomo della strada, nel valutare il comportamento altrui, formula delle diagnosi, che si esprimono in un giudizio estremamente sintetico, in un’etichetta che, per quanto in apparenza plausibile, mai potrà compendiare la complessità di una data persona. Di fatto, tali diagnosi risulteranno, in gran parte dei casi, improprie dal punto di vista strettamente tecnico, giacché basate su una scarsissima conoscenza della diagnostica e della patologia psichica.
Nel nostro caso,  mi preme ricordare quanto siano, a maggior ragione, inaffidabili quelle diagnosi formulate, magari anche da professionisti, su persone di cui non si è mai avuta conoscenza diretta. Quanto detto, però, non esclude che si possa comunque trattare, per linee generali, il tema del rapporto tra personalità e attività politica, che, in mancanza di dati certi, ossia di diagnosi serie, può tuttavia costituire oggetto di alcune riflessioni di natura prettamente ipotetica.
A tutto ciò debbo, inoltre, aggiungere quella comune tendenza che induce molti a confondere il narcisismo con l’istrionismo. Il primo, che consiste nell’«amore per sé stessi», quando declinato in senso patologico, si traduce in una focalizzazione eccessiva su di sé, che finisce per snaturare le relazioni interpersonali, in questi casi caratterizzate soprattutto da un rapporto anempatico e da un uso strumentale dell’altro. L’istrionismo, invece, lungi dal consistere necessariamente in un’affermazione di sé attraverso l’altro, si esplica soprattutto nella ricerca di occasioni per mostrare sé stessi, per vivere attraverso lo sguardo altrui.
Non nego che entrambe queste caratteristiche possano anche, in dosi ragionevoli, risultare d’aiuto in una carriera che magari richiede amor proprio, fiducia in sé, capacità strategiche e di comunicazione in pubblico. Tuttavia non escludo neppure che, nonostante la loro relativa utilità, sia il narcisismo che l’istrionismo possano entrambi prestarsi a tristi sviluppi in cui le ragioni dell’ascesa risultano le stesse del declino. Il narcisismo, pur conferendo un’apparente sicurezza, può degenerare in un’ipertrofia della stima in sé, che finisce per inaridire i rapporti umani e soprattutto il dialogo, il quale così rischia benissimo di trasformarsi progressivamente in discorso autoreferenziale, prevedibilmente sostenuto dall’interessata compiacenza di una determinata cerchia. Da ciò consegue che siffatti individui nonché i loro gruppi possano, in virtù di tale progressiva chiusura, mettere in atto comportamenti improduttivi, se non proprio dannosi, per sé stessi e per gli altri. E la gravità della patologia risulta commisurata proprio al danno cagionato, in questi casi corrispondente al risultato di comportamenti disfunzionali da cui le parti in gioco, cittadinanza compresa, traggono ben poco vantaggio.
Di certo, queste derive possono essere prevenute attraverso un’opportuna gestione delle dinamiche individuali e gruppali, attraverso interventi che valorizzino il potenziale di determinati tratti di personalità, contenendone, per quanto possibile, i risvolti potenzialmente deleteri. Perché quelli che chiamiamo pregi altro non sono che difetti ben indirizzati.
 



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