Un pensionato si batte da anni contro la malasanità e per la tutela dei diritti dell’ammalato; attacca le istituzioni, senza delegittimarle, incolpando piuttosto chi esercita il proprio dovere con scarsa diligenza. Come dargli torto?
Franco Mongelli, un comune cittadino affetto da una serie di problematiche che coinvolgono la tiroide, il fegato, i reni e le ossa, ha sempre lottato, e continua a farlo, per la tutela del diritto alla salute . Nel ‘91, dopo la morte del figlio -colto da una brutta forma di cancro all’età di 19 anni-, fonda il “Movimento Popolare solidarietà per l’ammalato Luigi Mongelli”, attraverso il quale si impegna per ottenere in ogni capoluogo di Provincia una struttura in cui poter curare le malattie più gravi ed evitare così i cosiddetti “viaggi della speranza”. Da qui parte la lotta di Franco Mongelli, tentando di coinvolgere e sensibilizzare tutti; si presta a raccogliere i fondi attraverso le offerte dei cittadini, da versare sul conto corrente postale dell’associazione, per poter far acquistare a Taranto l’acceleratore lineare. Contemporaneamente, richiama l’attenzione della scuola, chiedendo la collaborazione al Provveditore dell’epoca, Carducci, e tra il ‘91 e il ‘93 si riunisce con i sindacati, Uil, Cisl e Cgil. I soldi, con i resti del salario sociale degli operai Ilva, insieme ai 6 milioni raccolti dal signor Mongelli e alle 800.000 lire della Asl, destinati alla cobaltoterapia, sarebbero dovuti servire per comprare l’acceleratore lineare; ciò non è avvenuto a causa dell’assenza sia del segretario della Cgil Ludovico Vico, che del suo sostituto; gli svariati tentativi di Franco Mongelli sono stati inutili, in quanto lo strumento diagnostico è giunto a Taranto solo qualche anno fa. Le sue battaglie continuano nel 2002, proponendo uno studio epidemiologico sulle patologie da inquinamento ambientale nel territorio tarantino. Nel corso degli anni, colto lui stesso da svariate malattie, si ritrova a dover subire lunghe attese per l’esecuzione delle prestazioni sanitarie, oltre che spostamenti di non breve distanza, perché spesso fuori la città di Taranto. Il Signor Mongelli si è rivolto più di qualche volta al sindaco, ai sindacati, alla Provincia, all’Assessore della Sanità, alla Asl e persino alle tv locali, indirizzando esposti, istanze e comunicati stampa senza ottenere alcun risultato; si è anche ammanettato al cancello del Tribunale, perchè non siano più calpestati i diritti dell’ammalato; «Il paziente, -sostiene caldamente a noi di Extra- non può essere curato in base al budget disponibile o a seconda delle normative vigenti e soprattutto, non deve trascorrere molto tempo tra una prestazione sanitaria e la successiva, correndo il rischio di aggravarsi; bisogna essere curati in base alla necessità della patologia!»