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Resterò libero/Un sogno nella ragione

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

29
NOV
2013
La Capitale della Valle d’Itria, ormai da anni solo una Cenerentola surclassata dai ben più piccoli cugini di Cisternino e Locorotondo, sarebbe dovuta rinascere dalle ceneri di antichi fasti ormai sparse nei campi di una politica fatta di imprenditori, amici degli amici e cene offerte.
Sulla scia di una campagna elettorale martellante, si diffondono grande stupore e felicità, acclamazioni e speranze financo nelle lontane contrade che saranno ben rappresentate.
Giullari, cantanti, comici e saltimbanchi: tutto fa brodo se serve per racimolare anche solo un misero voto… ma il diktat è “rinnovamento” e guai a non portare a casa il risultato.
Improbabili alleanze e necessarie scissioni delineano un quadro chiaro fin dal primo giorno di campagna elettorale, il vincitore sarà Re non tanto per merito suo quanto per mancata presentazione in campo degli avversari… d’altra parte ci vorrebbe stomaco a chiedere voti dopo lustri di amministrazioni molto poco lustri.
Olè olè olè… baldanzosi e felici, tra ovazioni, standing ovation, magliette e sponsorizzazioni… habemus Sindaco! Sì, proprio quel Sindaco che diceva sarebbe stato “di tutti”… effettivamente non lascia fuori nessuno… anzi no, i Comunisti dopo l’aiuto in campagna elettorale vengono congedati con un bel “orevuar”, ma del resto comunisti e fascisti non vanno a braccetto.
Bene, bravi, bis… anzi forse no! Dopo più di un anno il Sindaco di tutti sembra abbia tutti contro, cittadini tassati, assessori cambiati, consiglieri di maggioranza indignati, consiglieri di minoranza incazzati e chi più ne ha più ne metta. Come avranno fatto a sfasciare quel sogno di amministrazione perfetta che avrebbe persino respinto il meteorite dei Maya? Semplice, sono bastate tante piccole mosse inutili.
Quanti proclami, notizie, foto, cene e cotillon: ma tutto ‘sto fumo chi se lo ciuccia ora che i cittadini chiedono l’arrosto? Qual è il problema? Si va avanti lo stesso, l’importante è tenere stretta la poltrona, tanto non c’è nessuno che possa opporsi. Eh sì, l’opposizione dei Desaparecidos si è dispersa nella Pampa dei “casini” nazionali e non sa più manco come si dovrà chiamare.
Fieri nell’armatura fatta di cartone si consultano con la guarnigione, ci vuole un nemico da sfidar a singolar tenzone, ma gli unici a lamentarsi non sono politici ma insolenti villici della Franca Martina. Allora che la guerra abbia inizio, lì sul campo virtuale che fa crescere pensieri insani.
Povera Martina mia, la cosa peggiore è che più ti vogliono far passare per grande e più ti stai rimpicciolendo e mentre il tempo passa inesorabile, chi ti doveva salvare ti sta consegnando al nulla primordiale che tanto voleva cambiare.
 


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