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Alfano/«Delitto infame»

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

28
MAR
2014
Dopo l’agguato in cui hanno perso la vita un pregiudicato, la sua compagna e il figlioletto, il ministro dell’Interno a Taranto rassicura: «Troveremo i colpevoli». Intanto si impone una riflessione sul regime delle pene alternative  
“Lo Stato c’è”. E’ questa la sintesi dell’incontro del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza, svoltosi in Prefettura a Taranto la scora settimana. Hanno partecipato ai lavori del comitato, il Capo della Polizia ed i Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, assieme al capo del dicastero dell’Interno Angelino Alfano. Una brutta pagina per la provincia ionica, quella della strage di Palagiano, dove a perdere la vita sono state tre vittime, tra cui un bambino. Un vero e proprio agguato, sulla statale 106 all’altezza di Palagiano, dove hanno perso la vita Cosimo Orlando, 43 anni, la sua compagna Carla Maria Fornari, 30 anni, e il loro figlio di soli due anni e mezzo. In auto, seduti sui sedili posteriori, oltre a loro tre erano presenti anche gli altri due figli della coppia, che fortunatamente sono rimasti illesi. Rapida e solerte la risposta dello Stato, che si è immediatamente messo in moto per cercare di trovare i colpevoli di questa vicenda, per poi assicurarli alla giustizia. Infatti, durante lo svolgimento del comitato, il ministro Alfano ha promesso il massimo sforzo per una tragedia che ha colpito l’intera nazione. «E’ stato versato del sangue innocente che non può restare impunito. Un delitto infame e da bestie davanti al quale lo Stato non può non trovare i colpevoli». Sono queste le forti dichiarazioni del titolare del Viminale, che ha subito avviato un programma rafforzato di controllo del territorio, inviando inizialmente 60 uomini, tra Polizia e Carabinieri, e successivamente annunciando l’arrivo di altri 23 uomini delle forze dell’ordine.
«Faremo di tutto per trovare chi ha ammazzato quell’uomo, quella donna e quel bimbo», sottolineando che le indagini sono sulla strada giusta. «Il lavoro è avviato – afferma il Ministro – siamo convinti che anche questa volta lo Stato dimostrerà di essere più forte in maniera violenta. Lo Stato sarà implacabile contro chi commette questi reati infami». Dure e piene di forza le parole di Angelino Alfano, che stando a quanto espresso in conferenza, secondo lui il triplice omicidio di Palagiano è un omicidio di mafia, il più tremendo e orribile che la Puglia ricordi in questi ultimi anni. Intanto le indagini proseguono e il fascicolo è stato trasmesso dalla Procura di Taranto alla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce.
 
L'omicidio di Palagiano e la nostra libertà
Di Ivano Stelluto
A Palagiano, teatro dell'omicidio di un bimbo di 3 anni, Libera ha tenuto una grande manifestazione di piazza. Ottima la partecipazione, di cittadini e di sentimento. 
Ora però vorrei fare una riflessione. Una delle vittime, leggo, era in semilibertà. Pur dovendo scontare una pena rilevante. Leggo, ancora, che tanti, dei nomi sullo scacchiere delle indagini, sarebbero liberi. Pur dovendo, anche essi, scontare pene non proprio leggere. Su questo, oltre che su un tessuto sociale ed economico tanto debole da tornare terreno fertile per il crimine, ci si dovrebbe interrogare. Forse, chiedo alla politica, è arrivato il momento di rivedere il regime delle pene alternative e di restituire, alla pena, la certezza dovuta? Perché nessuno può sentirsi libero, in uno Stato preda delle mafie, che sguazzano nelle acque della precarietà, dei diritti e del diritto. Forse, è giunta l'ora di riportare il garantismo a una sua corretta ed equa dimensione, a garanzia per il detenuto ma, anche e soprattutto, per le libertà di tutti noi. Senza ipocrisie. 
 


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