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Centro storico/Se anche il Tripoli chiude

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

16
NOV
2012

Anche un pezzo di identità cittadina non riesce a sopravvivere nella parte più antica e bella della città. Aspettando politiche di sostegno economico “indiretto”

 
Nel corso dell’ultima campagna elettorale si è parlato tanto di centro storico, del suo potenziale turistico, del suo ruolo nell’economa del commercio locale, della sua capacità culturale, insomma di cose che si potrebbero fare e che sino ad ora, invece, non si sono fatte.
Il Rettore della Basilica di San Martino, don Franco Semeraro, che bene conosce le criticità del centro storico, ha più volte rimarcato la necessità di tenere costantemente alta l’attenzione politica nei confronti di questa tematica, convinto com’è, che dalla valorizzazione della “Martina vecchia” possano svilupparsi a catena tutta una serie di opportunità.
L’idea di Don Franco prevede la realizzazione in Piazzetta Stabile, adiacente a Palazzo Stabile, di una biblioteca, proprio dove troverà posto il nuovo Museo della Basilica. In questo modo, quella zona potrà diventare un polo culturale di eccellenza per la città, in pieno centro storico.
Un’idea che potrebbe davvero risultare interessante se si pensa ad altri due contenitori culturali, anch’essi ricadenti nel territorio della zona antica della città: il classico Palazzo Ducale e il chiostro di San Domenico, a disposizione delle attività della Fondazione Paolo Grassi e quindi del Festival della Valle d’Itria.
Alle dichiarazioni di Don Franco, che ribadivano ancora una volta la centralità di cui il centro storico dovrebbe godere nei piani dell’amministrazione comunale, non è mancata una pronta dichiarazione da parte del sindaco Franco Ancona.
Da parte del primo cittadino di Martina si legge la solita dichiarazione di intenti, proposta nonostante i sei mesi dalla sua elezione, ancora in assenza di un piano di valorizzazione, in cui si annuncia la prossima installazione di un ufficio appositamente dedicato. Le iniziative di questa estate non possono essere considerate esaustive di situazioni e compiti di cui l’amministrazione è sicuramente al corrente, ma che continuano a richiedere interventi adeguati.
La paventata chiusura dell’ufficio postale di via Garibaldi, le voci su una presunta chiusura del Caffè Tripoli (voci non confermate, ndr), assieme alla sospensione delle attività del Cinema Verdi, sono ulteriori battute di arresto allo sviluppo economico e quindi al popolamento del centro antico, che nella stagione fredda diventa vistosamente evidente.
Alcuni commercianti del centro storico arrivano anche a lanciare la provocazione secondo cui la limitazione al traffico veicolare risulterebbe più uno svantaggio che un fattore di competitività tale da garantire il cosiddetto “passeggio”.
In realtà, a pensarci bene, non è che si tratti proprio di una provocazione se si considera la consolidata abitudine del cliente moderno a valutare la possibilità di parcheggio, nelle immediate vicinanze delle attività commerciali, come fattore di qualità di prestazione e quindi di vantaggio competitivo.
Il potenziamento dei parcheggi in città è sicuramente un dibattito interessante con particolare riferimento alla carenza di posti auto a servizio proprio del centro storico (si veda parcheggio di via Bellini e ritardo sull’avvio dei lavori al parcheggio di Viale Europa), ma non è solo questa la necessità, seppure una priorità.
La legge finanziaria del 2007 aveva istituito le cosiddette zone franche urbane, aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo prioritario delle ZFU è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse (l’iniziativa nasceva  dall’esperienza francese delle Zones Franches Urbaines).
Il Governo italiano con la manovra finanziaria del 2007 aveva messo a disposizione 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 da distribuirsi tra i comuni che ne avrebbero fatto richiesta. La questione arrivò anche tra i banchi del consiglio comunale di Martina Franca, ma anche in quell’occasione ci si lasciò sfuggire un’occasione importante e Martina non fu interessata da tali finanziamenti.
Le zone franche urbane rappresentano la massima espressione delle politiche di sostegno economico enunciate da Keynes che, per chi conosce un minimo di materia economica, oppure si appassiona alle letture di Guido Rossi, si traduce in “sostegno indiretto” all’economia. Tradotto ulteriormente in maniera ancora più semplice e riportando la questione al centro storico di Martina, potrebbe significare la realizzazione di aree sottoposte ad agevolazione fiscale, ovviamente per quei regimi fiscali su cui gli Enti comunali possono intervenire: tassazione Imu e Tarsu. Era questa l’idea originale delle Aree Franche Urbane.
Si otterrebbero in questa maniera vantaggi sotto il profilo economico, a sostegno delle attività commerciali del centro storico, ma anche vantaggi sotto il profilo culturale sottoponendo, ad esempio, il cinema Verdi (che insiste nel centro storico) a regime fiscale agevolato, così come avviene ad esempio per le associazioni no-profit. È evidente che, nel caso specifico, al fine di evitare casi di concorrenza sleale, si dovrebbe estendere in deroga le agevolazioni anche all’altro cinema cittadino. In cambio l’amministrazione potrebbe chiedere la fissazione di un tetto massimo sul prezzo dei biglietti di ingresso ai loro locali, ottenendo tutti un vantaggio dall’intera operazione (promozione culturale per il Comune, ma anche cinematografi e spettatori).
Questo si intende quando si parla di “sostegno indiretto” a cui si contrappone il finanziamento a cascata, di cui spesso si disconosce la tracciabilità della destinazione dei fondi, lasciando scarsi stimoli allo sviluppo dell’imprenditorialità culturale. Ci si ritrova con operatori “cullati” dal finanziamento pubblico, o da convenzioni, che invece rappresentano una tipologia di finanziamento diretto.
In sostanza sia per le attività commerciali che per quelle culturali, con il sostegno indiretto derivato da politiche di defiscalizzazione, l’amministrazione comunale favorisce la messa in campo di condizioni affinché si possa svolgere al meglio la propria attività. Si dovrebbe lavorare su parcheggi a servizio nelle vicinanze del centro antico, regimi fiscali agevolati, regolamenti adeguati e tanto altro.
Così facendo nessuno avrà più scuse.


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