Non si era ancora spenta l’eco delle urla del sindaco che dal palco di piazza XX Settembre la sera di domenica 3 maggio aveva tuonato a modo suo sulla vicenda “Euronics”, che da Lecce arrivava la notizia della decisone del TAR che, in qualche modo dava ragione alla società ricorrente riconoscendo la possibilità di aprire il punto vendita di via Guglielmi.
Quello emesso dai giudici leccesi è stato un decreto “inaudita altera parte” ovvero “non udita l’altra parte” e viene richiesto quando “il trascorrere del tempo cagionerebbe un danno al diritto per il quale si chiede tutela.”
E’ nel diritto del ricorrente chiedere, ma non è certa la risposta “positiva” da parte dei giudici tranne se, il ricorso non è argomentato, articolato e documentato in modo inoppugnabile.
Dall’inizio del 2015 sono stati un centinaio i ricorsi presentati al TAR con la formula “inaudita altera parte” e quello relativo al caso Euronics è stato uno dei pochissimi casi che hanno visto il ricorrente spuntarla.
Da Palazzo ducale in attesa della discussione fissata per il 21 maggio prossimo, almeno direttamente, non è arrivato nessun commento alla decisione dei giudici.
In città della vicenda se ne è parlato e se ne parla ancora tanto, a torto come a ragione.
Si passa dalle chiacchiere da “stradone” ad argomentazioni “sociologiche” che investono anche il futuro di una, come di cinque o trentuno famiglie che nell’apertura di quell’attività avevano visto la possibilità di portare uno stipendio a casa.
E’ incredibile come in alcuni casi, con dissertazioni indotte, si è trattato l’argomento con superficiale partigianeria parlando o scrivendo di un “padrone” arrogante per poi, da un’altra parte, prendersela con il “padrone arrogante” Auchan che a Taranto vuole mettere a spasso una cinquantina di dipendenti.
Argomentare che il contratto fatto ai dipendenti a ottobre scadeva a dicembre, perché era di tre mesi, o che magari i lavoratori assunti non saranno trentuno ma qualcuno in meno (visto il numero dei reparti e l’estensione dell’attività), altro non è che un tentativo goffo e puerile di difesa d’ufficio e un modo per insinuare che in fondo, anche se Euronics non apre in fondo non sarebbe un gran danno.
Si è parlato e scritto come hanno fatto i giudici leccesi “inaudita altera parte”, dimenticando, forse volutamente, che il 26 ottobre 2014 il sindaco (che nel contempo è anche assessore all’urbanistica) tagliava il nastro a una attività commerciale in piena zona industriale.
Del resto la matrice è la stessa di quel blog dal quale ci si è tanto prodigati nel ricordare che il comune ha stanziato 15.000 “bombe” (leggi euro) per il “Villaggio di Babbo Natale”, omettendo che l’associazione “amica” nel corso del 2014 tra un piatto di fave e l’altro di “bombe” a casa ne ha portate poco meno di 20mila.
Ma le “bombe” del vicino si sa, fanno sempre più rumore.