Come un po’ tutti ricordano, l’intera storia dell’Italia unita è stata segnata dalla duplice esigenza di raggiungere e mantenere un solido rapporto tra Chiesa e Stato e, di coinvolgere in modo continuativo i cattolici nella vita politica nazionale. Sin dalle elezioni del 1948, il movimento cattolico non solo divenne il primo partito nel nuovo parlamento italiano, ma anche per la prima volta, espresse il presidente del consiglio De Gasperi, che fu il primo a essere legato direttamente all’esperienza cattolica della storia d’Italia. Senza perderci troppo nei meandri della storia cattolico politica italiana e facendo un salto ai nostri giorni, è facile notare come qualcuno riprende l’impegno dei cattolici in politica, sottolineandone l’importanza.
Giovanni Battista Bachelet (Camera dei Deputati dal 2008 al 2013) figlio del giurista Vittorio Bachelet, assassinato dalle Brigate Rosse, invitato qualche giorno fa dal Consigliere Comunale Gianni Liviano, ha spiegato quanto sia importante fidarsi dei cattolici in politica. Dalla parabola del Buon Samaritano, in cui il messaggio di Gesù è quello di andare incontro al “prossimo”, si estrapola il ruolo della politica che è necessario che torni a essere “passione”, appassionata dell’Umanità. Non possono essere i partiti il fine, ma il mezzo per raccontare il futuro.
E’ importante avere fiducia nei cattolici secondo Bachelet, in quanto anche se la Chiesa non è abituata alla dialettica democratica, tutto ciò che è stato espresso nel Concilio Vaticano II, ora si sta consolidando, a distanza di 50 anni le verità prendono forma, come se questo fosse il momento propizio. Un vero cattolico in politica ha sempre l’impressione di non aver fatto abbastanza ed è sempre pronto a identificare un programma buono e a realizzarlo. Come diceva Papa Giovanni XXIII, le tre caratteristiche di un uomo politico sono competenza, conoscenza e santità. Sicuramente il pensiero può rimandare a diversi momenti in cui il ruolo della Chiesa in politica non sia stato poi così esemplare, che più di qualche volta sia stato usato come mezzo di abuso per un determinato fine; ma come suggerisce Bachelet, è necessario innanzitutto considerare la cultura che interpreta il dogma della chiesa. Se pensiamo agli anni di Governo dal 1948 al 1970, in cui il ruolo della Chiesa è stato abbastanza imperante in politica, possiamo ricordare che in quel periodo è stata resa l’obbligatorietà scolastica, attuati i piani di investimento per il servizio sanitario nazionale, tutte cose di ispirazione democratico cristiana. In un momento come questo, in cui anche il Papa ha giocato il suo ruolo per una ricongiunzione sana tra Chiesa e Politica, in cui i “principi non negoziabili” tornano ad avere il loro valore ovvio ed etico/morale, in cui si è più concentrati alla formazione dei nostri figli, in un momento così è necessario tornare a fidarsi di un cattolico, perché se lo merita.