MENU

MASSAFRA /Polemiche radioattive

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

18
SET
2015
Un fine d’agosto turbolento per la Provincia di Taranto, dopo la pubblicazione di un articolo che annunciava l’autorizzazione, da parte della stessa, di sversare rifiuti radioattivi presso la discarica CISA
 
 
La notizia ha provocato un autentico tsunami politico e sociale. A tuttotondo è stata contestata la presunta Aia concessa: tanto la Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto, le varie Associazioni ambientaliste, da anni alacremente impegnate tanto a tutela di un territorio vessato dall’inquinamento industriale, quanto della salute dei cittadini; non ultime le varie e diverse rappresentanze politiche. L’articolo/miccia riportava, inoltre, che l’ok in favore della discarica di Massafra era stato firmato dal dirigente all’Ambiente, ing. Martino Dilonardo, il cui figlio Donato è socio del maggior azionista e proprietario della Cisa, il rag. Antonio Albanese. Occorre sottolineare che la predetta società riguarda solo la proprietà indivisa di alcuni appartamenti (Dilca Costruzioni srl) e, come ha sottolineato il presidente della Provincia di Taranto: «Dilonardo jr non ha alcuna compartecipazione nella Cisa». Proprio lui, il dr Martino Tamburrano, già sindaco di Massafra, a un anno dall’elezione alla più alta carica provinciale, attaccato da più ambiti, ha dovuto  smentire con forza l’eventuale arrivo dei rifiuti radioattivi. Lo ha fatto durante una concitata conferenza stampa convocata presso la sede istituzionale tarantina. Tamburrano ha parlato di “opacità agostiniane”, da lui stesso prontamente corrette in “agostane”: Lapsus freudiano orquando il filosofo di Tagaste parlava davvero di ‘opacità’ riguardo l’amore per Dio e per il prossimo e soleva in proposito affermare “Non sono più i retti, gli onesti, i rispettosi della legge vetero-testamentaria a essere i prediletti di Dio, ma i peccatori, che non vengono ovviamente amati per il loro peccato, ma indipendentemente dal peccato”. Una speculazione psico-filosofica dettata esclusivamente da una spontanea assimilazione di termini, nulla di più, sia chiaro. Intanto l’episodio di cronaca provinciale ha fatto emergere la rabbia di una larga fetta di popolazione, in virtù di un incarico sortito dalla compartecipazione esclusiva di volontà politiche e non popolari,come la democrazia insegna. L’elezione di Tamburrano si è rivelata decisamente impopolare. Non certo per meriti o demeriti della persona, ma esclusivamente per le modalità adottate e indicate dalla Legge Delrio. Circa l’abolizione delle Province la Corte dei Conti aveva da subito evidenziato perplessità. Infatti, ancor prima che la riforma arrivasse in Parlamento, la CdC affermava: “I risparmi effettivamente quantificabili sono di entità contenuta, mentre è difficile ritenere che una riorganizzazione di così complessa portata sia improduttiva di costi”. Non Sbagliava. Nonostante il presidente del Consiglio Renzi ribadiva che la loro abolizione avrebbe consentito di risparmiare un miliardo, grazie al taglio di tremila consiglieri provinciali e delle loro indennità e l'Upi (Unione delle province),invece, precisava che al massimo si sarebbero risparmiati 500 milioni. Ma non è andata manco così, perché, spulciando i dati Istat, si evince che i presunti ‘risparmi’ sono diventati in molti casi solo maggiori spese. Un paradosso chiamato ‘Legge Delrio’ che ha solo favorito larghe intese, vedi Taranto, dove la politica (FI e PD) procede ‘a braccetto’. Sia stato solo un trucco dei politici per fare nuove nomine, nuove spese, e avere così più potere? E se invece le Province fossero condotte da professionisti amministrativi, guadagnati da un corretto concorso regionale o statale che dir si voglia? Non si rivelerebbe un efficace deterrente per dar lavoro a tantissimi giovani professionisti disoccupati oggi costretti all’emigrazione in Paesi stranieri??!! Ma torniamo alle radioattività tarantine con rifiuti annessi e connessi. Appurato che di rifiuti radioattivi, al momento, in Cisa ci saranno solo quelli casuali che, nel 99% dei casi, provengono da materiale di origine ospedaliera e che, come richiesto da delibera regionale del 2012, viene concessa l’autorizzazione (Aia) per una procedura di “rilevamento all’ingresso dei camion dei rifiuti per la possibile presenza di carichi radioattivi e successivo confinamento in aree dedicate”,come imposto a tutte le discariche per rifiuti solidi urbani presenti in Puglia a seguito di numerose segnalazioni (22 a Massafra) di rifiuti risultati positivi alla radioattività. Non si è fatto attendere un comunicato da parte della Cisa srl in cui gli avvocati Antonio e Carlo Raffo, legali dell’azienda, hanno sottolineano la stessa “non ha mai richiesto (e quindi neppure ricevuto) alcuna autorizzazione alla ricezione di rifiuti radioattivi, che mai potrebbero essere accolti volontariamente in un impianto come quello presente a Massafra. È la legge che impone a tutti i gestori di impianti che trattano rifiuti, simili a quello gestito dalla Cisa, di predisporre dei sistemi di controllo che individuino la presenza di eventuali fonti radioattive all’interno dei carichi di rifiuti conferiti al fine di evitare che rifiuti non ammissibili e pericolosi possano mischiarsi con quelli accoglibili durante le fasi di trattamento. I presidi per la rilevazione e le aree di confinamento temporanee di eventuali rifiuti radioattivi, lungi dall’essere un pericolo per la popolazione e per il territorio, sono strumenti necessari alla salvaguardia della salute e dell’ambiente. Eventuali rifiuti che dovessero presentare caratteristiche di pericolosità, devono essere accantonati temporaneamente in aree appositamente predisposte, per essere poi respinti dal gestore ed affidati a ditte specializzate”. Certo, parlando di rifiuti radioattivi, c’è da chiedersi cosa dicono le autorità politiche nostrane del deposito di stoccaggio di rifiuti nucleari presso Statte, all'interno di un hangar,un tempo appartenuto alla Cemerad fallita nel 2005. Si conosce solo che è sotto sequestro preventivo, pare anche mal custodito, da dieci anni in attesa della costruzione di un deposito unico nazionale efficiente e in sicurezza.
 
 
 
 
 
box
 
 FINALMENTE IL CONSIGLIO COMUNALE
 
Quanti rifiuti arrivano e quanti impianti per incenerimento sono ancora previsti?
 
Sembra esser diventato un argomento ostico discutere di Rifiuti nel Consiglio Comunale di Massafra. Infatti da tempo il capogruppo Sel, Maurizio Baccaro, aveva chiesto al sindaco Martino Tamburrano, di convocare la massima assise cittadina in seduta monotematica, per trattare un argomento di sicuro interesse sociale: la riapertura della Conferenza dei Servizi in Provincia di Taranto in vista della richiesta di “realizzazione di un impianto di essiccamento dei fanghi”. Il progetto era già stato proposto nel 2012 dalla S.t.f (società riconducibile alla Cisa con responsabile legale Antonio Albanese), a cui l’Arpa aveva espresso parere sfavorevole per le delicate condizioni ambientali della provincia di Taranto. L’impianto in questione dovrebbe essere,in sintesi, un altro inceneritore per l’essiccamento dei fanghi provenienti da rifiuti liquidi da collocare di fronte il preesistente della società Appia Energy (società già impegnata nelle procedure AIA e VIA per il raddoppio della linea di termovalorizzazione) ,al di là della Statale 100, su quei terreni un tempo agricoli, diventati industriali perché rientrati nel Pip. La struttura dovrebbe trattare fino a 80 mila tonnellate annue di rifiuti e fanghi provenienti da attività agricole, civili e industriali dell’intera Regione Puglia e forse oltre. La Provincia di Taranto, prima dell’insediamento di Tamburrano (29 settembre 2014), aveva respinto tale progetto e la società richiedente era ricorsa al Tar che non aveva accolto la richiesta. Quindi l’appello al Consiglio di Stato che pare non si sia ancora espresso. Ora, considerato che tra gli Enti convocati alla Conferenza dei Servizi provinciale c’è il Comune di Massafra, perché non è stato mai trattato in Consiglio comunale tale argomento? Il 2 settembre scorso è giunta, finalmente, l’ennesima convocazione dell’assise comunale massafrese, monotematico e sempre sul tema “Iter amministrativo inerente alla proposta di realizzazione di impianti riguardanti il trattamento dei fanghi da depurazione civile ed industriale e il loro incenerimento, ricadenti all’interno del territorio di Massafra – determinazioni” . Questa volta c’erano quasi tutti i consiglieri ascritti. 20 presenti, 5 assenti. Sì, perché le precedenti convocazioni erano risultate pressocchè deserte, tanto da non poter assolvere i lavori. Lo scenario del 2 settembre è stato decisamente insolito: un mare di cittadini assiepava il municipio ogni dove. Lo sguardo stranito di alcuni consiglieri s’imbrigliava in quello soddisfatto di Baccaro e di molti altri,tanto di maggioranza che di minoranza. Non solo: nel pubblico assistevano anche l’on Donatella Duranti (Sel) e il consigliere regionale Marco Galante (M5s). C’erano mamme, dipendenti Cisa e di altre ditte di proprietà del rag. Albanese, Associazioni, tutti sorvegliati e protetti da una massiccia presenza di Forze dell’Ordine. In apertura dei lavori la lettura di un documento redatto e sottoscritto da 12 consiglieri in modo trasversale, consegnato al presidente del Consiglio, Giandomenico Pilolli, il quale ne avrebbe dato lettura a fine dibattito. Puntuale è stata l’analisi offerta sul tema dal consigliere Zanframundo che ha centrato il problema preminente, ovvero la localizzazione dell’impianto su di un’area già “compromessa” dal punto di vista ambientale e si è detto contrario all’attuazione. Salvo eccezioni, sono stati quasi tutti d’accordo sul parere negativo da esprimere in conferenza servizi. Pertinente è stato l’intervento del consigliere Cofano (CdC) «io sono il sindaco che concesse la variante urbanistica per il termovalorizzatore» ha ricordato e proseguito col dire «ora è diventata la discarica di tutta la provincia di Taranto, senza alcun vantaggio per la comunità massafrese. All’epoca c’era un certo vantaggio (18 mila lire a carico dei comuni che conferivano), incassavamo 5 miliardi e non pagavamo il nostro conferimento di rifiuti. Per quel che riguarda le acque sversate nel fiume Patemisco, Massafra nel 2000 ha ricevuto 12 miliardi di lire dal Ministero dell’Ambiente ed ha provveduto alla costruzione dell’impianto per il recupero delle acque reflue. Il predetto impianto, nel 2005, a seguito di piogge persistenti è stato danneggiato e,ancora oggi risulta abbandonato, ormai sommerso da vegetazione spontanea». Naturalmente chiama in causa le Amministrazioni che sono succedute dal 2005 a oggi e che non sono mai intervenute. L’ex sindaco conclude con un anatema: “Non accada più che il Comune di Massafra si presenti alla conferenza dei servizi provinciale, esprima un parere, senza aver informato il Consiglio”. Stando così le cose, a fine mandato l’intero consiglio dovrebbe rispondere ai cittadini di quanto fatto sul tema dibattuto, oggi pare ne risponda solo il sindaco e forse la sua Giunta. Quest’ultima, per voce dell’assessore all’RSU,Gentile, esprime unanime parere contrario al nuovo impianto in discussione. Con 17 voti favorevoli e 1 contrario (il sindaco per non condizionare il consiglio,in vista del suo voto in Provincia), la massima assise cittadina ha redatto e approvato un  documento con il quale esprime: “la propria contrarietà alla realizzazione dell’impianto di ‘essiccamento e recupero energetico dei fanghi’ proposto dalla Società STF all’interno dell’area PIP del Comune di Massafra e di qualsiasi altro impianto che produca emissioni insalubri; la contrarietà alla realizzazione, nel territorio dichiarato ad alto rischio ambientale, di alcun nuovo impianto che possa aumentare elementi inquinanti, ivi compreso il termovalorizzatore dell’Amiu di Taranto”. Il Consiglio ha dato mandato al presidente Pilolli di trasmettere urgentemente alla Provincia di Taranto tale atto di indirizzo, ai fini della procedura di VIA-AIA in corso per la realizzazione del suddetto impianto. 
 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor