Nel corso di una seduta di Giunta Comunale, voluta e presieduta dal primo cittadino - che è anche Presidente della Provincia -, è stato chiesto ai cittadini massafresi di esprimere attraverso una raccolta firme la volontà o meno di far conferire i rifiuti solidi urbani da parte di altri comuni nella discarica di Massafra. Intanto i dati di inquinamento sono sempre più allarmanti
A volte si ha la sensazione che a Massafra esista un Consiglio Comunale virtuale. Sì, perché, nonostante determinate decisioni risultano assunte dall’Assise, anche formalmente deliberate, le stesse, di punto in bianco, sembrano svanire nel nulla. Quella dei rifiuti, da scaricare o meno nella discarica Cisa di Massafra, è l’ennesima paravisione. Che ci si possa trovare al cospetto di una comunità paranormale risulta eccessivo, ma ai vertici dell’Amministrazione cittadina qualcosa accade. Infatti, si è pervasi da un certo disorientamento nell’apprendere che il sindaco Martino Tamburrano indice una petizione popolare per conoscere l’opinione dei cittadini sui rifiuti che vengono sversati nella discarica massafrese. Appunto: a partire dal 30 novembre, quindi già in corso, la petizione si concluderà il 31 dicembre. Per un mese, ogni giorno dalle ore 8,00 alle 20,00, i cittadini massafresi dovranno recarsi presso il Comando di Polizia Locale sito in Via Vittorio Veneto, 15 per esprimere il loro consenso o dissenso da inviare al Presidente della Regione Puglia. Insomma Tamburrano ha bisogno di capire se i suoi cittadini esprimeranno un “NO”, o un “SI” al conferimento di rifiuti solidi urbani da parte di altri comuni nella discarica di Massafra. Appresa la notizia il consigliere comunale e capogruppo Sel, Maurizio Baccaro ricorda al sindaco Tamburrano che “dal 13 ottobre altri rifiuti arrivano da Brindisi e colui che ha concesso la disponibilità a ricevere 90 tonnellate al giorno (come scritto nell'atto del Presidente della Regione) oltre quelli già provenienti da Manduria e destinati a Massafra (da circa due anni) sono stati accreditati con Atto dell'Organismo di Gestione ATO di cui lui all'epoca era egli stesso, Tamburrano, Presidente pro-tempore”. Ma Baccaro, unica voce nell’assordante silenzio della compagine amministrativa comunale, attenziona il sindaco/presidente su quanto stabilito durante un Consiglio Comunale ‘urgente’, svolto il 21 novembre 2013, quando l’Assise cittadina gli diede mandato per opporsi all'arrivo dei rifiuti da altre province, fino a valutare l'impugnazione al Tar dell'eventuale autorizzazione. A tal proposito è doveroso ricordare, al fine di non cadere nel paranormale, che durante quella seduta consigliare di due anni or sono, il consigliere di maggioranza, Cosimo Giannotta sollevò problemi di illegittimità della suddetta ordinanza di conferimento, per difetto di competenza, invitando il primo cittadino a verificare se i mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti rispettavano tutte le norme previste. Nella stessa occasione il consigliere della CdC, Giuseppe Cofano, lamentò addirittura la tardiva convocazione del Consiglio, tale da valutare l’opportunità di impugnare l’ordinanza stessa del sindaco. Tamburrano si limitò a rispondere che la sua ordinanza serviva solo «a disciplinare il “comportamento del concessionario”, mentre è l’OGA ATO che determina l’autorizzazione». E, poiché si parlava dei rifiuti della cittadina messapica, proseguì col dire che, invece, avrebbe preferito chiedere al Prefetto di Taranto «le dimissioni del sindaco di Manduria per le sue responsabilità amministrative». Eppure, in quel 21 novembre 2013, il Consiglio approvò un lungo e articolato ordine del giorno nel quale, tra l’altro, si respingeva la decisione dell’OGA ATO di far conferire i comuni dell’ex ATO/3 nella discarica di Massafra. Ordine del giorno molto articolato, in cui l’intero Consiglio verbalizzò che «preso atto della decisione dell’OGA dei Sindaci dell’ATO Provincia di Taranto in data 16 novembre 2013 con la quale Sindaci dell’ex ATO/3 presenti all’assemblea del 16.11.2013 hanno dato mandato, in ragione del proprio ufficio, al Sindaco del Comune di Massafra di emettere apposito provvedimento affinché possano conferire i propri rifiuti presso l’impianto gestito dalla CISA S.p.A. ed ubicato nel territorio di Massafra, RESPINGE tale decisione in considerazione del fatto che la Città non può tollerare un ulteriore appesantimento ambientale, anche in virtù del particolare momento che la comunità vive per le nefaste vicende ambientali causate dall’ILVA». Inoltre «che il deliberato dell’OGA dei Sindaci dell’ATO Provincia di Taranto presenta presumibili carenze rispetto alla reale situazione del sito destinato a ricevere i rifiuti dell’ex ATO/3». Quindi, l’organo comunale, invitava tanto «l’OGA dei Sindaci dell’ATO Provincia di Taranto a revocare la predetta delibera nella parte in cui si dà mandato al Sindaco di Massafra di ordinare alla CISA di accogliere e gestire, nel suo ciclo ordinario, gli RSU dei Comuni facenti parte dell’ex Bacino ATO/3 ed al Sindaco di Massafra di adottare gli atti conseguenti», quanto «il Presidente dell’OGA dei Sindaci dell’ATO Provincia di Taranto facente funzioni a convocare l’OGA alla presenza di S.E. il Prefetto di Taranto, onde verificare i presupposti di fatto e giuridici che hanno determinato l’impossibilità di conferire i rifiuti nell’impianto di Manduria che pure a tutt’oggi risulta individuato dal Piano Regionale dei Rifiuti». Premesso che il Consiglio Comunale di Massafra espresse all’unanimità parere negativo al conferimento da parte dei comuni dell’ex ATO/3 di rifiuti presso l’impianto di Massafra, chiese inoltre al sindaco Tamburrano, presente in aula, «di inserire all’ordine del giorno della prossima Assemblea dell’OGA ATO, l’individuazione di un nuovo sito alternativo per ospitare la Discarica di Bacino allorquando la Discarica di Massafra sarà esaurita, così come previsto nel Piano di Rifiuti Regionale». Tale condizione sottoscritta dai rappresentanti dei cittadini venne trasmessa all’OGA dei Sindaci dell’ATO Provincia di Taranto, alla Provincia di Taranto, alla Prefettura di Taranto, alla Regione Puglia ed a tutti i Comuni della Provincia di Taranto. Quindi, di cosa stiamo ancora parlando? Se il Consiglio comunale è il massimo Organo di rappresentanza dei cittadini, il quale ha affidato a Tamburrano pieno mandato per opporsi in tutte le sedi possibili all’accoglienza di ulteriori rifiuti nella città che amministra, perché attivare oggi una petizione? Quello di Massafra è un Consiglio comunale che ha perso credibilità, o cosa? Tamburrano giustifica la petizione solo, dice, per sottolineare al Presidente della Regione, Michele Emiliano, quella che sarà la volontà dei massafresi in vista del deliberato ricorso al TAR Puglia contro l’ordinanza del Presidente della Regione Puglia (n. 10 del 13.10.2015) con la quale è stato disposto proprio il conferimento all’impianto massafrese anche dei rifiuti indifferenziati da parte dei comuni brindisini. Baccaro (Sel) che tanto s’è speso per evitare Massafra diventi la discarica di Puglia dichiara in proposito che indubbiamente aderisce alla petizione, «anche se con soli 30 giorni a disposizione per firmare, durante le feste natalizie e con un solo punto (presso i Vigili Urbani), senza organizzare nessun banchetto in piazza, senza confrontarsi con nessuno se non con la sua Giunta, sul testo e sulle modalità, mi sembra davvero inusuale». Eppure solo qualche anno fa, i cittadini massafresi hanno depositato in Comune 3000 firme, in cui si opponevano a nuovi impianti d’incenerimento rifiuti e che il sindaco Tamburrano pare aver ignorato e continua a ignorare. Del resto, nonostante tali firme, il primo cittadino di Massafra, oggi presidente della Provincia di Taranto, durante la conferenza dei servizi provinciale dove si discuteva l’autorizzazione richiesta dalla ditta Cisa di poter attuare nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti, ha dato pareri favorevoli ad altri tre impianti (due inceneritori e uno di rifiuti liquidi) senza ascoltare i cittadini, senza nemmeno convocare il consiglio comunale. Sempre Baccaro ricorda che Tamburrano «ha autorizzato l'arrivo dei rifiuti dal versante di Manduria a Massafra e che questi rifiuti,dal 13 Nov 2013, li stiamo ricevendo ancora oggi nonostante all’epoca disse si sarebbe trattato di pochi mesi». Infine, molti massafresi hanno fatto proprio un quesito posto dal consigliere Sel: «quanti volumi residui ha ancora la discarica prima di esaurirsi; chi ha dato la disponibilità alla Regione per conto di Massafra a ricevere 90 tonnellate al giorno di Rifiuti da Brindisi; quando porterà in Conferenza dei Servizi, il Parere Contrario all'inceneritore fanghi per il quale la Provincia, da lui amministrata, non chiude ancora il procedimento». Di certo le fonti inquinanti della nostra provincia devono essere ridotte, se non eliminate del tutto. Indubbiamente non è un solo inceneritore a provocarle, ma la congerie di industrie che ne abusano il circondario, una su tutte l’Ilva. La salute dei cittadini è allo sbaraglio. Gli ambientalisti di Peacelink riportano dati inquinamento inquietanti. Secondo quanto comunicato dal presidente Alessandro Marescotti, in alcuni giorni, dopo le 8.00 del mattino sono stati registrati picchi abnormi, sino a 450 nanogrammi a metro cubo. La media degli Ipa nel quartiere Tamburi di Taranto fra il maggio 2009 e il maggio 2010, registrata dall'Arpa Puglia, è stata di 20 nanogrammi a metro cubo. Diventano più elevati quando tali valori sono registrati con vento debole proveniente dall'area industriale. Intanto a Massafra si convoca l’ennesima seduta di consiglio comunale “straordinaria e monotematica” per conoscere la situazione ambientale locale e le conseguenti compromissioni cliniche. Si annuncia la presenza di Giorgio Assennato e di Michele Conversano, dirigenti Arpa ed Asl, i quali per sopraggiunti e imprevisti impegni desertano l’incontro, per questo rinviato a data da destinarsi. In attesa di saperne di più, il povero cittadino, talvolta ignaro dei filati della politica, apporrà firma presso il comando V.U. entro e non oltre il 31 dicembre. Al momento solo in 112 hanno firmato: perché vogliono ricevere i rifiuti su Massafra, o perché non sono stati dignitosamente informati? Occorre optare per la seconda ipotesi, visto che Tamburrano e la sua Giunta non hanno minimamente divulgato la notizia. Un sindaco che non risparmi biglietti augurali a molti concittadini ha pensato, chissà perché, di non inviarne a proposito della fantascientifica petizione. Eppure 3500 cittadini hanno già depositato da tempo le loro firme, in seguito alla petizione lanciata dal Comitato “NoRaddopio (inceneritore) per una corretta gestione dei rifiuti”. Quindi il sindaco non ha considerato quelle firme, o cosa? A Massafra, in Amministrazione, ciò che si presume scontato, si rivela sempre un enigma.