Tutte le nuove in fatto di inquinamento, tra coloro che ancora negano l’emergenza e quelli che invece che si stanno spendendo per la tutela dell’ambiente
Cari lettori, ve lo ricordate il referendum proposto dal sindaco di Massafra, nonché presidente della provincia di Taranto, Martino Tamburrano? Sì, quello in cui lui e forse la sua Giunta chiedevano ai cittadini della Tebaide se accogliere o meno altri rifiuti nella discarica cittadina, visto che gran parte dei paesi del circondario tarantino sversano presso la Cisa ubicata in territorio cittadino. Richiesta inevasa dai cittadini, un po’ perché non informati a dovere, un po’ perché il Consiglio Comunale, quindi i rappresentanti dei cittadini stessi, avevano già votato NO all’ingresso di ulteriore monnezza presso la discarica locale. Ma il sindaco voleva conoscere l’opinione dei cittadini. Uno per uno, eccetto un misero centinaio di essi, l’ha snobbato. Cosa pensare delle restanti migliaia, indifferenza al problema? Non ci è dato conoscerne al momento le ragioni. Ciò non toglie che il termine di scadenza fissato per apporre consensi, o dissensi, era il 31 dicembre 2015. Allora perchè Tamburrano, il 18 di quel mese ha pensato bene di firmare l'Ordinanza n. 248, con cui autorizza la discarica di Massafra a ricevere rifiuti in deroga ai quantitativi previsti da Decreto regionale sino al 31 dicembre. Di certo, perché la Cisa s.p.a. con una nota inviata all’Autorità comunale di Massafra, protocollata il 15/12/2015(n. 2015/44817), segnalava che l’impianto aveva quasi raggiunto la capienza massima d’accoglienza “dei rifiuti solidi urbani, residuali della raccolta differenziata, prodotti nei Comuni della provincia di Taranto (ex Bacino Ta/1 e Ta/3)”; in quanto, scriveva la Cisa “sulla base di stime calcolate sui dati di conferimento dei rifiuti il presumibile esaurimento per il giorno 19 dicembre 2015 dei quantitativi massimi autorizzati ex provvedimento AIA reso con Decreto del CD n.123/2008, con la conseguente impossibilità di accogliere altri RSU”. Il primo cittadino, in virtù di tale emergenza, in forza a quanto previsto dall’art. 191 del D.Legs. 152/2006 e dal provvedimento regionale del 2013 n. 204, che conferiscono di adottare ordinanze “qualora si verifichino condizioni di urgente necessità” e far “ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti”. Quindi, di cosa stiamo parlando, referendum quando, come, dove?! Intanto, è bene ricordare che il Comitato cittadino dei ‘No-Raddoppio/ per una corretta gestione dei rifiuti’ da tempo ha depositato una petizione che si oppone a nuovi impianti d’incenerimento e ne richiede una più attenta operazione, in particolare, a causa delle emissioni inquinanti che tali strutture producono. Petizione sottoscritta da oltre 3.000 massafresi. Se n’è parlato anche durante la visita di Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy, vincitore nel 2013 del Goldman Environmental Prize, premiato negli Stati Uniti da Barack Obama per la sua opera di promozione in Italia ed Europa della strategia Rifiuti Zero. Ercolini nei giorni scorsi ha incontrato a Lecce il presidente della nostra Regione, Michele Emiliano. Quest’ultimo ha dichiarato la propria ignoranza in materia e, pare, abbia detto di voler approfondire l’argomento. Ha chiesto inoltre al presidente di Zero Waste Italy di aiutarlo a riscrivere il Piano Regionale dei Rifiuti. Proposta accettata da Ercolini gratuitamente! Emissioni: problema irriducibile per gli egoisti, riducibilissimo per gli altruisti. Chiarezza ne dà il comportamento dei tantissimi medici, ambientalisti ed ‘uomini e donne di buona volontà’, primo su tutti Papa Francesco, che stanno spendendosi moltissimo per la tutela dell’Ambiente a prioritario beneficio della salute pubblica. A Massafra medici e professionisti del settore clinico stanno costituendosi in associazione. Anzi, stanno facendo di più: hanno organizzato una sezione ISDE di Massafra e domenica 24 gennaio, alle ore 17.30 è fissato un incontro su Palazzo della Cultura per discutere dei contenuti e dell'organigramma; non ultimo per raccogliere nuove iscrizioni (per informazioni ed iscrizioni: Delio Monaco delio.monaco@libero.it - Francesco D'Ambrosio ferleo02@alice.it oppure: http://www.isde.it/cosa-puoi-fare-tu/sostienici/iscrizioni/). Molti politici però, snobbano l’emergenza ambientale. Il Sindaco Tamburrano ha organizzato un Consiglio Comunale per comunicare a tutti i cittadini che Massafra non ha emergenze ambientali e desidera, per l’occasione, potersi scrollare di dosso la nomea di “Sindaco della Monnezza”. L’assise comunale c’è stata. Finalmente vi hanno preso parte il direttore dell’ARPA Prof. Giorgio Assennato e il dirigente ASL dott. Conversano, ai quali era stato richiesto di illustrare i dati raccolti dopo l'abbattimento delle 60 vacche della masseria Chiarelli affette da diossina. Francamente nulla hanno individuato in proposito. Nessuna fonte inquinante riconducibile al fattaccio. Mistero. Buffo?! Il dott. Conversano sugli accadimenti nella masseria Chiarelli, ha ribadito che i dati sono risultati anomali, ma circoscritti all’allevamento. Assennato ha confermato che al momento non v’è una vera e propria emergenza ambientale ed ha comunque sottolineato che l’ARPA conferma i suoi pareri negativi in vista di nuovi impianti inquinanti a Massafra, in particolare nessun raddoppio e nessuna moltiplicazione di inceneritori. Ha aggiunto che da cittadino si domanda “perchè tutti gli inceneritori di Puglia debbano essere costruiti a Massafra”. Durante il Consiglio sono stati letti anche i risultati delle ricerche epidemiologiche su Massafra confrontandole con i valori medi in Puglia. Pare che in un solo caso l’incidenza delle malattie a Massafra è superiore a quella media pugliese: nella cirrosi epatica. Peccato che tali risultati si riferivano a dati del 2010. Altrimenti ci sarebbe da pensare che aveva ragione Enrico Bondi che, quand’era commissario straordinario dell’Ilva quando, sulla delicata situazione sanitaria a Taranto, attribuiva la responsabilità dei tanti decessi per tumore al “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”. Davvero? Però! Nel frattempo l'ARPA ha indicato la necessità di proseguire con il miglioramento dei controlli e che sull'inceneritore di Massafra occorrerebbe installare un impianto di monitoraggio continuo. Del resto 8 ore di campionamento su circa 8000 di lavoro sono una indicazione valida per rispettare le Norme ma stiamo parlando di un 1% di emissioni controllate. In proposito il portavoce dei ‘No-Raddoppio’, l’ing Luigi Ambruoso, ha osservato . Ancora, la già presidente AIDO, Augusta Bisanti, ha scritto su un noto social network “premesso che durante il Consiglio Comunale ho ascoltato solo le relazioni iniziali degli illustri ospiti, poi sono andata via perché al mio fegato ci tengo, vi dico quello che mi é rimasto in termini di arricchimento culturale. Ho conosciuto la storia dell'Arpa, delle difficoltà dei metodi usati, che il suo dirigente va in pensione fra due mesi, che Massafra é meno inquinata di Taranto e Statte, che é meglio la peggior democrazia rispetto alla dittatura. Che il mistero delle mucche abbattute rimane tale, che la diossina si trasmette con la catena alimentare, che le pecore devono pascolare solo su terreni coltivati, che per infarto si muore nella norma come nel resto della regione e che solo per cirrosi epatica si muore un po’ di più. Ah, dimenticavo, massafresi, stiamo tutti bene e non ce ne rendiamo conto.... Lunga vita a tutti!!”. A ciò, quasi risponde l’avv. Giovanna Semeraro: “Già stiamo tutti bene: questo è il messaggio che è passato durante il Consiglio Comunale, dobbiamo stare tranquilli, va tutto bene, c'è il Consiglio comunale che vigila per noi! Ma come mai, nonostante tante e autorevoli rassicurazioni non sono tranquilla per niente? Sarà perchè sono un'ambientalista dell'ultima ora e una terrorista ambientale? Sarà perchè sono politicamente in contrasto con l'amministrazione comunale, (è notorio che da anni voglio sostituirmi a Tamburrano e voglio diventare Sindaco di Massafra)? Mah, non credo che le motivazioni del mio disagio siano da ricercare alle di cui sopra! Sono preoccupata perchè mi guardo intorno, parlo con la gente, studio le conseguenze della diossina sulla salute e troppe persone che conosco continuano ad ammalarsi di cancro e molti sono giovani, troppo giovani”. Ma il Governo nazionale che fa? il nono decreto salva-Ilva! Non solo, destina l’incarico di direttore generale a un condannato a 6 anni e 10 mesi, l’ing. Marco Pucci, per il rogo della ThyssenKrupp, di cui è stato consigliere delegato marketing e vendita, insieme ad altri. Almeno quest’ultimo ha dimostrato un briciolo di buonsenso rinunciando all'incarico: “Ringrazio i commissari - ha detto - ma preferisco attendere l'esito del ricorso in Cassazione sulla condanna ingiusta». Tale udienza è prevista entro marzo prossimo”.