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Verso le amministrative/ PIANETA "TARANTO"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

5
APR
2017

Piccolo vademecum per meglio destreggiarsi negli oscuri meandri dell’infinita galassia della politica locale

“Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me” recitava il detto di un vecchio filosofo del diciottesimo secolo. Ma chi lo dice che il cielo è sempre così bello da ammirare? Chi lo dice che è sempre perfezione, ordine e armonia? E chi lo dice che, in siffatta vastità, è sempre così facile individuarne le varie costellazioni?
Esiste, infatti, nell’epoca 2017, uno strano mondo – certamente molto simile all’Africa perché vasto e vario – in cui non è per niente un gioco da ragazzi orientarsi, mentre è sempre molto frequente imbattersi in strani fenomeni spaziali dovuti alla complessa interazione gravitazionale tra i partiti politici locali.
È il pianeta “Taranto”, situato tra le tante infinite, e al contempo minuscole, galassie della politica locale italiana. Un pianeta ancora tutto da esplorare ma comunque assai facile da individuare, un po’ per via dei suoi fumi e un po’ per via dall’eco ridondante proveniente dalle notizie di cronaca diramate giornalmente dai media nazionali.
Effettivamente sì. L’11 giugno, ossia la data della fine del mondo, sta per arrivare e tanti piccoli “salvatori della patria” si sono proposti per salvare quel che c’è da salvare... Ma il rischio è quello di spartirsi solo poche briciole di elettorato.
Melucci, Baldassarri, Brandimarte, Sebastio, Lezza, Fornaro, Bello, Romandini, De Gennaro (e chi più ne ha più ne metta!): sono solo alcuni dei nomi già ufficializzati per la grande corsa alla conquista del Palazzo di governo. A questi deve aggiungersi poi l’incognita Cito, il cui spettro immortale si aggira sin da ere preistoriche tra le sezioni elettorali, né è da escludersi qualche miracolo ecumenico che potrebbe accadere con la triplicazione delle liste grilline.
Insomma: tanti detriti incapaci di unirsi e dirottare le proprie energie verso una qualche direzione comune, e perciò destinati a scontrarsi tra di loro e generare più un polverone di fumo ingombrante che polvere di stelle radiante.
Ognuno è un nome autorevole, per carità. Ognuno è un nome spendibile e ha una propria storia e dignità professionale da vendere alle spalle. Ognuno sente il dovere e ha anche il diritto di dare un proprio contributo di idee per la rinascita della città. E legittima è perfino ogni ambizione, ogni velleità personale e ogni aspirazione a sedere su uno scranno (ma quanto è scottante!) così importante per il futuro e il progresso del pianeta Taranto.
Tanti supereroi, sì. E non finisce mica qui se solo immaginiamo a quale altra schiera di propri “fidi combattenti” ognuno di questi si trascina con sé nelle liste con la facile promessa, talvolta illusoria, di un posto in Consiglio comunale. Ma con quale programma concreto si presentano agli elettori? Quale progettualità per il futuro si prospetta per i non pochi problemi sociali, ambientali, finanziari del nostro capoluogo di provincia?
Il vizietto di scegliere prima il capopopolo e poi il programma è forse un’abitudine insita tra agli abitanti del pianeta politico tarantino, tanto che spesso si fa fatica a vedere tutto più nitido se non dopo il primo turno elettorale. E come orientarsi, tra questi, senza correre il rischio di far cadere la città in un nuovo e confusionario buco nero senza tempo?
L’elettore è abbastanza lunatico, si sa. C’è chi sceglie l’amico, c’è chi sceglie il suo professionista di fiducia, c’è chi opta per il navigato e chi per l’immacolato. Ma forse un buon manuale di salvataggio, da tenere sempre a portata di mano dentro la nostra navicella spaziale, ce lo offre proprio quel famoso filosofo settecentesco: in effetti non sarebbe male votare rimettendo al centro delle proprie scelte il criterio della “morale” e anche un po’ di più in circolo le rotelline della ragione.
 



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