Ilva? "Chiudiamola qua": in piazza medici, imprenditori, genitori tarantini e (pochi) cittadini. Non sono mancati momenti di grande commozione, come quello della poesia di Anna Vozza
Domenica 18 marzo i tarantini assaporano i primi tepori primaverili e, purtroppo, preferiscono dedicarsi alla passeggiata nel salotto buono della città o al lungomare, piuttosto che accogliere l’invito sentito da parte del gruppo “Genitori tarantini”, e dalle oltre 40 tra associazioni e movimenti che tengono a cuore la salvaguardia della salute e dell’ambiente dei cittadini del capoluogo jonico. L’invito aveva un titolo e un programma accattivanti: la manifestazione era incentrata sulla frase ad effetto: “Chiudiamola qua!”, con riferimento alla chiusura dell’Ilva ma anche ad una più incisiva presa di posizione da parte dei semplici cittadini che, purtroppo, non c’è stata.
Il raduno è stato fissato in piazza Garibaldi che offriva uno spettacolo un po’ deludente perchè priva di quella partecipazione che tutti alla vigilia si aspettavano.
Se da un lato della piazza i giocolieri intrattenevano i bimbi dei genitori che hanno preso parte all’iniziativa, dall’altra tecnici e medici si sono sforzati di far comprendere l’importanza e l’urgenza dei problemi dei quali sarebbe stato utile che i cittadini avessero parlato. Nei loro diversificati interventi il dott. Patrizia Mazza, direttore del reparto di Ematologia oncologica dell’Ospedale “Moscati” di Taranto ha messo in risalto come le patologie tumorali dipendenti da malattie del sangue purtroppo non affliggono soltanto adulti e anziani ma anche in misura sempre crescente bambini e giovani. Il che pone il problema non soltanto relativo all’inquinamento ma anche ad una corretta alimentazione e ad una pratica sportiva evidentemente manca.
Il medico pediatra Grazia Parisi ha fatto eco a quanto evidenziato dal dott. Mazza insistendo sulla necessità che non soltanto gli sfortunati genitori di bimbi affetti da patologie tumorali, ma ogni genitore tarantino prenda consapevolezza che i loro figli sono giornalmente esposti ad un rischio-vita ad alto potenziale presente nell’atmosfera e nell’aria che respiriamo. Evidentemente, con riferimento in particolare ai bimbi residenti ai Tamburi, le limitazioni imposte dall’ordinanza sindacale per i wind-days non sono del tutto sufficienti perché occorre eliminare la causa primaria, che è quella dell’inquinamento, iniziando dalla bonifica dello stabilimento e in primis dalla copertura dei parchi minerari il cui pulviscolo si insedia come un killer nei polmoni degli indifesi bambini.
Sono intervenuti tra gli altri il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, Ciro Petrarulo, consigliere comunale di Grottaglie e presidente dell’Associazione civica “Utòpia” e rappresentanti dei “Genitori Tarantini”.
La seconda parte della manifestazione aveva per tema: “Quale futuro per Taranto?”. Ad oggi i tarantini hanno ricevuto una risposta concreta sul campo dal consigliere comunale di Taranto, ed imprenditore agricolo, Vincenzo Fornaro che, dopo aver visto abbattuti circa 600 ovini tra pecore e capre che avevano pascolato su terreni contaminati, ha letteralmente trasformato la sua azienda agricola producendo canapa per depurare il terreno e per entrare in un mercato di grande espansione di questo prodotto.
E’ stato un vero peccato sprecare questa opportunità per dibattere e raccogliere idee e proposte da parte dei cittadini.
A questo punto dovremmo ribadire che il titolo della manifestazione “Chiudiamola qua!” è soltanto rinviato ad una prossima manifestazione che tenga presente quali siano i giorni e le fasce orarie in cui sia possibile poter contare su una partecipazione significativa dei cittadini tarantini che hanno il dovere di non restare sordi a questi appelli perché diversamente non avrebbe alcun significato la loro lamentela per le ristrettezze che l’inquinamento atmosferico impone a loro e ai propri figli.