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Il cittadino che prima chiede e poi s'indigna

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

29
MAR
2018

Non ci adegueremo all’andazzo comune e spezzeremo una lancia in favore del soldato Mazzarano: quand’anche la vicenda narrata da “Striscia” fosse vera, l’Assessore avrebbe fatto solo ciò che l’elettore medio chiede a ogni politico

«Restituisco le deleghe nelle mani del Presidente». Si è dimesso così Michele Mazzarano dal suo incarico di assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia dopo un servizio trasmesso da “Striscia la Notizia” in cui un testimone lo accusa di avergli promesso di assumere i suoi due figli chiedendo in cambio il pagamento della pigione di un locale da utilizzare per la campagna elettorale delle regionali.
«Io presi un locale a Taranto per Mazzarano e lui - racconta il testimone nel servizio di Striscia - mi fece una proposta: faccio entrare i tuoi figli nell'azienda Asl o qualche altra azienda e tu ti paghi il negozio». In realtà il testimone nel servizio ammette di aver ottenuto per uno solo dei suoi figli il posto di lavoro (a tempo determinato in un'azienda che lavora con l'Ilva) e di avere per questo motivo richiesto tramite un avvocato i soldi dell'affitto spesi per il locale elettorale.
Ritenendo che l’Assessore non avesse rispettato i patti, lo incontra per fare le sue rimostranze e nell’occasione Mazzarano cerca di appianare il diverbio dicendo: «te lo sistemo, dammi tempo, l'altro - spiega - l'ho sistemato o no? Statevi calmi e risolviamo il problema». Da ambienti vicini all’Assessore Mazzarano emerge che si sarebbe trattato di un atto estorsivo da lui subito tanto che i Carabinieri avrebbero ascoltato tutta la conversazione.
Sul punto però, l'inviato di Striscia, dopo aver fatto ascoltare a Mazzarano diversi altri stralci dell'incontro in cui dice «all'Ilva, dove sta lui, due ne ho fatti entrare» e «quando io e te non ci conoscevamo, io ne ho messe 8 di persone, tutte in una volta», pare confutare fortemente la tesi difensiva dell’esponente politico PD gettando una luce sinistra sulla vicenda.
Fin qui la cronistoria dei fatti analizzando la quale già pare di sentire la signora Maria emettere la sentenza definitiva di condanna per il politico mangione e l’assoluzione per il povero cittadino che, d’altronde, cosa poteva fare? Non c’è lavoro!
Noi non entreremo nel merito della vicenda perché siamo garantisti e rispettosi del lavoro degli inquirenti sempre, anche quando le indagini lambiscono mondi politici o persone magari distanti da noi.
Sarebbe sin troppo comodo in questo momento fare come la signora Maria, applicare del sano giacobinismo un tanto al chilo atteggiandoci a moralisti o a giustizialisti.
Tra l’altro di questi tempi un simile atteggiamento sarebbe anche cool in un momento in cui manettaro pentastar fa figo e garantista viene identificato con veteroberlusconiano che assolve tutti per giustificare chissà cosa per se stesso.
E invece no, noi non ci adegueremo all’andazzo comune e spezzeremo una lancia in favore del soldato Mazzarano: quand’anche la vicenda narrata da “Striscia” fosse vera, l’Assessore avrebbe fatto solo ciò che l’elettore medio chiede ad ogni politico.
Moralmente accettabile? No assolutamente ma, se è vero che anche la politica risponde alla legge della domanda e dell’offerta, a Mazzarano è stato chiesto “uno strappo alla regola” e Mazzarano “uno strappo alla regola” ha fatto. Questo chiede il cittadino comune al politico un attimo prima di indignarsi. Il cittadino chiede il piacerino e il politico “attacca il ciuccio dove vuole il padrone”. E’ nato prima il politico moralmente disonesto o il cittadino furbetto? Difficile rispondere. Sicuramente sono corresponsabili e su questo non ci piove.
Ribadiamo che non è questa la sede per esprimere giudizi morali o sentenze ma siamo sinceramente stufi della doppia morale che la gente applica quanto meno da Tangentopoli in poi: prima brigavano tutti per farsi imbucare da Craxi e poi tutti dipietristi.
Tutti ad affollare le sale d’aspetto dei potenti di turno con i capponi in mano e il caso disperato da sottoporre onde poi fare gli scandalizzati ma solo ex post e cioè quando le cose non vanno secondo i piani.
Anche in questo caso, nel caso in cui cioè l’Assessore Regionale fosse realmente un corrotto, non meno grave sarebbe la posizione del cittadino ipoteticamente corruttore ma poi riscopertosi dotato di coscienza civile solo dopo che Mazzarano non lo ha accontentato (o lo ha accontentato in parte).
La verità è che in questo Paese l’onestà è un concetto che si allarga e si stringe come l’elastico delle mutande: siamo moralisti se restiamo fuori “dall’ambient” mentre, se siamo nel giro, ce ne fottiamo e tiriamo a campare pensando che tutto sommato quando il Senatore Antonio Razzi diceva «amico mio senti a me fatti i cazzi tuoi» non aveva tutti i torti.
Siamo Italiani, è questo il problema, e per questo siamo molto versatili e flessibili nel cambiare opinione passando da concavi a convessi a seconda della circostanza.
Adesso Mazzarano ne farà le spese e tutti i suoi colleghi stigmatizzeranno il comportamento deplorevole volendo sottintendere in questo modo che l’ex assessore sia l’unico che si è adoperato per il caso pietoso in cambio di qualcosa oppure che di persone pronte a sostenerti in campagna elettorale in cambio di un’aiutino non ce ne siano in giro. No, chiaro, le becca tutte Mazzarano.
Con questo nessuno vuole giustificare il comportamento del politico massafrese perché – se è vero ciò che è emerso – trattasi di condotta censurabile e nessuno vuole tantomeno riabilitare il Mazzarano assessore perché in questi mesi di incarico ha solo retto il gioco di Emiliano volto a promettere molto realizzando niente.
Il messaggio è rivolto all’opinione pubblica e a quella strana voglia di ghigliottine che non si vedeva più in giro da qualche anno.
E l’invito è a essere equilibrati nei giudizi senza aspettare che il boia bussi al portone di casa vostra prima di scoprire il garantismo.



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