Caio Mussolini si pronuncia a proposito della revoca di cittadinanza conferita a Benito Mussolini nel 1923 da parte del Comune di Livorno. A tal proposito i toni delle dichiarazioni del nipote di Vittorio (secondogenito di Benito) sono equilibrate e ben lontane dal voler innescare una polemica: si tratta, come lui stesso ha dichiarato, di scongiurare "un revisionismo storico che non solo non porta beneficio alla collettività ma che può anzi danneggiarla nella costruzione falsata della memoria storica e della identità cittadina e nazionale".
Ecco l'intervento di Mussolini: "Conosco Livorno dal 1986, giorno in cui ci arrivai la prima volta per fare il concordo in Accademia. Ho molti amici e ci ritorno spesso, constatandone purtroppo un peggioramento progressivo della qualità di vita. Non per niente nel 2015 gli è stata riconosciuta lo stato di “area di crisi complessa”: «Solo nel 2014 - cita l'ultimo dossier della Camera di Commercio - si sono persi 800 posti di lavoro». La disoccupazione è ai massimi storici, soprattutto quella giovanile, e i disoccupati hanno superato le 12mila unità segnando un nuovo record, ossia il valore più alto registrato dal 2004: rispetto ad allora, le persone senza un lavoro sono cresciute di oltre il 70%. Ma non solo: c'è un altro dato economico che fa venire la pelle d'oca: la città è in deflazione da diciotto mesi (font. Il Tirreno 2015). Anche Confesercenti recentemente ha lanciato un appello: «È il momento, tutti insieme, di collaborare: la situazione è drammatica per tutti, perché se gli imprenditori non vendono, non assumono più e addirittura sono costretti a licenziare, i negozi si chiudono, i centri muoiono» (il Tirreno, 19.11.18).
Nonostante ciò, il sindaco Nogarin pare lontano dai problemi economici della sua città, più occupato a mettere strisce blu dappertutto, oppure a tagliare in due con strade di dubbia necessità industrie - sto parlando della DRASS -, che producono ricchezza e benessere sul territorio.
Ora, tra maiali macellati in casa (leggi cronaca recente) e altre amenità, spunta questa richiesta del consigliere comunale Marco Cannito, approvata in consiglio comunale.
Come ho già avuto modo di scrivere in passato, queste iniziative potevano avere un senso nel dopo guerra, ma che dopo quasi 100 anni dalla concessione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini si perda tempo a discutere di queste cose mi pare risibile.
Togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini - impiegando energie amministrative - può forse servire a migliorare la qualità di vita dei cittadini? Può risolvere il problema di un periodo storico che una parte del dibattito pubblico non riesce ancora a metabolizzare? Basta nascondere lo sporco - come se la vicenda storica di un Paese potesse mai esserlo - sotto il tappeto per poter affermare di avere la coscienza pulita? Strappare le pagine del libro di storia non servirà a far finta che quel periodo non sia mai esistito: non è saggio nè per la memoria storica nè per il senso d'identità dei cittadini. La cittadinanza onoraria a colui che allora era il Duce degli italiani non è un atto deplorevole ma anzi perfettamente contestualizzato nel periodo in cui è stato voluto e attuato. Allora, se queste sono le avvisaglie, bisognerebbe anche eliminare tutte le testimonianze figlie di quegli anni: la Fontana del Nettuno (1934), il Palazzo della Croce Rossa, Villa dello Strologo (1935), il Gazebo per la musica nella terrazza Costanzo Ciano 1935 (ora terrazza Mascagni…), il Palazzo del Governo - 1939 (ora Questura e sede dell’Archivio di Stato), lo Stadio "Edda Ciano Mussolini" (1935) ora Stadio Comunale, il Palazzo del portuale, l’Ospedale Costanzo Ciano (1931), ora Spedali Riuniti, lo Stabilimento Bagni Pancaldi (1924), i villini presso l'Accademia Navale, tutti anni '30, il Monumento a Oberdan (1928), quello ai Caduti (1924), la Sede del quotidiano Il Tirreno in V. Alfieri, finanche il Museo di Storia Naturale, le cui origini risalgono al 1929 e non continuo per non tediare chi ha la bontà di leggermi.
Il Consiglio Comunale oltre la revoca della cittadinanza onoraria, approverà poi una delibera per la demolizione di tutte le sue opere?
Mussolini e il Fascismo sono diventati una ossessione per una certa parte politica e si continua a guardare al passato invece che pensare al futuro. Lasciamo il fascismo e la sua storicizzazione ai ricercatori e agli storici, e concentriamoci a lavorare per il bene del paese.
Esisteranno priorità più impellenti, oppure il consiglio Comunale di Livorno non ha altro di più importante su cui convogliare tempo ed energie?".