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Coltan, l´oro rosso sangue: il costo umano e ambientale della nostra tecnologia

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

27
FEB
2019

Columbo-tantalite. È questo il nome chimico della miscela complessa di columbite e tantalite, due minerali molto rari che sono difficilmente rintracciabili puri in natura. Il termine coltan è adoperato comunemente con riferimento ai ricavati minerari ad alto contenuto di tantalite. Nell’ottobre dello scorso anno, il leader venezuelano Nicolas Maduro ha inaugurato il più grande impianto di raffinazione del tantalio proveniente dalla columbo-tantalite del Sudamerica che, insieme alle elevate quantità di oro presente nel sottosuolo, rendono il Venezuela uno dei paesi più ricchi di giacimenti di minerali preziosi del Sudamerica. Il coltan, oltre a essere raro, ha un elevato valore per le sue proprietà. Infatti, il tantalio in esso contenuto è un minerale fondamentale per lo sviluppo tecnologico nel settore dei condensatori di piccole dimensioni e grandi capacità, dei microchip di ultima generazione, della telefonia mobile, delle console per videogiochi, dei sistemi GPS, dei satelliti, dei missili tele diretti, della microelettronica e nel campo degli impianti mammari in chirurgia estetica. Il tantalio è un superconduttore che resiste alla corrosione, alle alte temperature e ha il potere di immagazzinare grandi quantità di energia elettrica, pertanto il suo impiego potrebbe divenire indispensabile nel settore delle batterie elettriche di piccole dimensioni e alta capacità di accumulo. Il coltan è conosciuto come mezzo di scambio nei paesi africani, come il Mozambico, la Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Ruanda, Uganda, Etiopia, Burundi, dove diversi gruppi di guerriglieri lo cedono in cambio di armi provenienti dai paesi occidentali anche europei. Notevoli giacimenti di columbo-tantalite sono presenti anche in Afghanistan, tanto da spingere gli Stati Uniti, affannati nella corsa per sottrarre alla Cina il maggior numero di giacimenti mondiali di coltan, a tentare una tregua e un accordo economico con i Talebani. Con l’imminente prospettiva di sostituire gli autoveicoli a combustione interna con quelli a zero emissioni, gli scenari mondiali dell’economia sono orientati verso questo minerale fondamentale per la conduzione e l’accumulo dell’energia elettrica. I paesi con le maggiori riserve di coltan coincidono, non a caso, con quelli dove sono in atto guerre civili e scontri per l’acquisizione del governo nazionale, tanto che l’ONU e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno accusato le compagnie estrattive del coltan e le nazioni di riferimento di essere responsabili e promotrici delle molte guerre civili presenti in quei paesi. Inoltre, l’estrazione del coltan, insieme con quella di altri metalli, delle pietre preziose, dell’uranio, è praticata con sistemi distruttivi e indiscriminati che procurano enormi danni ambientali.

Nel momento in cui l’opinione pubblica si schiera a favore o contro governi e organizzazioni antigovernative di paesi anche molto distanti e differenti dal proprio, deve considerare anche queste realtà che, di fatto, sono le ragioni principali degli scontri stessi. Circa il Venezuela, è necessario essere molto cauti nel definire Nicolas Maduro un dittatore e Juan Guaidó un liberatore, proprio con riferimento alle azioni intraprese in merito allo sfruttamento delle risorse minerarie del paese. Mentre Maduro, anche se maldestramente tenta di proseguire la politica socialista del Presidente Hugo Chavez, che mirava a rendere le risorse estrattive utili all’intera comunità venezuelana, Guaidò, al contrario, intende privatizzare le compagnie estrattive statali, affidandole alle multinazionali straniere con le quali stringe accordi. Cina, Russia e Turchia sostengono Maduro mentre l’Europa, l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’America legittimano l’autoproclamazione di Guaidò. Ciò che appare un’iniziativa umanitaria a favore del Venezuela si traduce, nella realtà, in una guerra economica fra grandi potenze che sono totalmente disinteressate al benessere della popolazione sudamericana.

La causa principale del malessere venezuelano è l’embargo cui si aggiunge il sequestro di una parte delle riserve aurifere venezuelane trattenute illegittimamente dalla Banca d’Inghilterra per ostacolare il governo di Maduro. La solidarietà, ancora una volta, è sostituita dall’imperialismo capitalistico dei paesi in forte sviluppo contro quelli che lo perseguono lentamente ma con i propri mezzi lontano dal controllo delle grandi potenze. In scala ingigantita, è un po’ come per l’ex Ilva di Taranto o la Tap nel Salento dove gli interessi economici e politici, spesso coincidenti, si sostituiscono all’attenzione per il benessere della popolazione e le necessità occupazionali. 



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