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Salvini e la strategia della ciliegia

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
GIU
2020

Un batterio è stato il probabile responsabile della morte di alcuni bambini presso il punto nascite dell'ospedale di Borgo Trento di Verona. Un evento drammatico che ha seminato profondo sconforto nell’opinione pubblica già segnata dall’epidemia da Covid-19 che ha falcidiato la popolazione mondiale. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha ritenuto necessario convocare una conferenza stampa per affrontare pubblicamente l’accaduto e comunicare la conseguente chiusura del centro ospedaliero. L’incontro si è svolto presso l'Osteria al Borgo, in via Longhena a Verona. All’incontro è intervenuto anche Matteo Salvini che, mentre il governatore dettagliava il dramma accaduto esprimendo dispiacere per il decesso dei neonati, seduto al suo fianco, ingurgitava ciliegie da una delle vaschette poste sul tavolo. La cosa non è sfuggita ai presenti e, soprattutto, agli utenti social, che hanno aspramente espresso dissenso e indignazione nei confronti del senatore leghista. Sebbene le boutade di Salvini siano una norma, nello specifico ha turbato la sua totale non curanza per i presenti, di trovarsi in una conferenza stampa e della delicatezza dell’argomento trattato. Eppure nessun cenno di disappunto è emerso dalla sua parte. Durante una successiva conferenza stampa, tenutasi a Vicenza il 16 giugno scorso, Matteo Salvini ha dichiarato: “Una polemica perché ho mangiato ciliegie all'incontro con Zaia è surreale. Siamo veramente al surreale, siamo alla frutta!”, dichiarando che l’attacco era ingiustificato. Da un’attenta osservazione del video, però, emergono precisi segnali comunicativi, che spesso accomunano le apparizioni pubbliche del senatore leghista. Non sono, quindi, impronte della personalità le sue esternazioni prive di tatto, plateali, volgari. La sua è una tattica mediatica indirizzata al suo target di popolazione, ormai chiaramente identificabile. Quelle che sembrano azioni spontanee quanto rozze, sono, nella realtà, il frutto di un preciso studio comportamentale basato sul marketing e sulla profusione di messaggi subliminali, recepibili sotto la soglia percettiva cosciente e tanto più validi quanto più sono negativi. Questo metodo ampiamente adottato nel passato dalla comunicazione pubblicitaria e in quella politica, specie durante l’ascesa e la permanenza di regimi dittatoriali, ha successo solo a condizione che i percettori non siano in grado di attuare strategie di difesa che, al contrario, aumentano con il crescere delle proprie capacità intellettive e le conoscenze, sino ad annullare completamente i tentativi di condizionamento. L’uso dei messaggi subliminali negativi non è necessariamente legato all’ottenimento di azioni negative ma spesso comuni, come, ad esempio, accrescere il lassismo e la condiscendenza. Nel video della conferenza stampa di Luca Zaia, così come in altre apparizioni pubbliche di Salvini, si possono individuare una serie di mirati messaggi comportamentali. Nel caso specifico, seppure il senatore leghista sia seduto alla stessa distanza dai presenti e le telecamere, si pone in lieve secondo piano per dimostrare discrezione, infatti, inizialmente Salvini non interviene se non con alcuni cenni del capo. Il senatore mangia le ciliegie con foga, conscio di non essere gradevole ma, facendolo, pone in evidenza il prodotto, lanciando così un segnale agli agricoltori. I produttori di ciliegie, danneggiati dalla crisi, dal lock-down dovuto alla pandemia, dalle avversità atmosferiche, non possono che sentirsi considerati esprimendogli simpatia. Poco dopo, infatti, Salvini farà riferimento al settore agricolo danneggiato. Anche il suo nuovo outfit, dall’abbigliamento alla nuova montatura di occhiali, è stato modificato per questa nuova fase. Smessi i panni del poliziotto-carabiniere-vigile del fuoco-primario, ha reintrodotto giacca, cravatta e camicia bianca, per offrire un’immagine discreta, distinta e professionale. Mangiare pubblicamente, anche in modo sguaiato e nei momenti meno opportuni, consente al leader leghista di consolidare il suo legame con le fasce ultrapopolari che popolano il suo elettorato (perso dalle sinistre) attraverso il messaggio “uno di noi”. Le sue simulazioni sono, perfino, interpretate come una rottura delle convenzioni distintive delle classi sociali. In questo, la macchina pubblicitaria di Salvini potrebbe essersi ispirata alla propaganda nazionalsocialista tedesca della seconda metà degli anni Venti oltre che al Mein Kampf che è il suo manuale d’istruzioni, il tutto, però, in versione folkloristica. Più simile alla propaganda di Mussolini che trebbiava il grano a Sabaudia. Matteo Salvini sa esattamente di trasgredire quando non rispetta il distanziamento sociale, mentre incita la folla alla disobbedienza, quando non indossa la mascherina mentre si fa fotografare in gruppo. Ha imparato a difendersi dai rimproveri, anche pubblici, con espressioni stupite miste a innocente inconsapevolezza. Anche queste sono tecniche che mirano ad acquisire le simpatie. Il leader leghista, senza il sostegno del suo staff, inciampa in innumerevoli gaffe. Naturalmente Salvini non è il solo a servirsi delle tecniche occulte di convincimento. Molti politici lo hanno fatto e continuano a farlo. Lo ha fatto Silvio Berlusconi per trent’anni, lo fa Matteo Renzi che usa parole e mimica esagerate. Funzionano? Sì a breve e medio termine perché, come la storia insegna, verità e giustizia sono lente ma inesorabili. L’unico sistema per difendersi dall’acquisizione passiva di messaggi è accrescere le proprie conoscenze e imparare ad ascoltare senza guardare. Alcuni discorsi che sembrano carichi di significato quando sono accompagnati dalla visualizzazione, se sono soltanto ascoltati perdono notevolmente di contenuto se non ne hanno davvero.

 



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