Il vizio solitario, diceva Roberto Gervaso, ha questo di bello: fa risparmiare tempo e denaro. Non sempre, aggiungerei io. Ma procediamo dall’inizio.
La notizia del giorno è questa: niente più condanna al carcere per chi commette il reato di atti osceni masturbandosi in luoghi pubblici. È questa la conseguenza pratica della depenalizzazione di alcuni reati, tra i quali rientrano appunto gli atti osceni a eccezione di quelli commessi nei luoghi frequentati da minori. Solo una multa amministrativa quindi anche nel caso in cui chi compie l’autoerotismo non lo abbia fatto occasionalmente ma abbia scelto come luogo della sua performance una strada frequentata da giovani ragazze, come nel caso di quello sporcaccione settantenne di Catania che ha beneficiato della “sanatoria” nel giudizio in Cassazione.
Chiariamo subito che di questa sentenza ne gioveranno soprattutto gli uomini: ditemi voi quante donne sono state sorprese fuori dalle scuole o in vicoli poco illuminati a praticare – e ora cominciamo il valzer delle perifrasi - l’amore solitario. A parte che per le donne la faccenda diventerebbe un lavoro da equilibrista, a meno che non disporre in pubblica via di una chaise loungue, o di un sofà, o di un dormouse, finanche un pouf: insomma non basterebbe un impermeabile e via. Per gli uomini invece è tutto logisticamente più semplice e quindi facile sdoganare quello che un tempo era il problema dell'adolescenza e che poi diviene il problema della maturità.
Ora, qualcuno potrebbe obiettare che in fondo la masturbazione aiuta l'individuo a prendere confidenza con il proprio corpo e a conoscere sé stesso, in più si riduce lo stress e negli uomini diminuisce la possibilità di cancro alla prostata. Vero anche che non si deve necessariamente arrivare agli eccessi della seconda metà dell'Ottocento, quando la masturbazione venne considerata come una deviazione sessuale e gli “habitué” internati negli stessi sanatori in cui si curavano le malattie mentali. Anche questa recente sentenza la pone sotto un'ottica negativa solo nel caso sia un'abitudine compulsiva: ed ecco che il gesto onanistico diventa equiparabile a un’infrazione stradale, una multa e via, senza neanche togliere i punti dalla patente della decenza. Che poi la vista di questo spettacolo leda la sensibilità altrui, be’, pazienza: le carceri sono piene, il sistema giudiziario è elefantiaco e nell’ottica di alleggerire entrambi bisogna non essere troppo schizzinosi. E poco importa anche pensare che se un tizio non riesce a contenersi sollazzandosi pubblicamente, a occhio e croce quanto poco manca a insidiare le sconosciute in maniera più pericolosa e criminale?
E nel frattempo che alle persone perbene si ridimensioni il comune senso del pudore, chiedo a questi sporcaccioni che amano farlo en plein air: ma perché con voi stessi non potete essere solo amici?