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Trasparenza prima e dopo

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

4
MAG
2017

Pochi giorni ancora e il plotone dei candidati a consigliere comunale e sindaco sarà completo e ufficializzato. Di sicuro conosceremo tutti i nomi ma non tutti i volti, così come non sapremo la loro storia utile a giudicare se siano meritevoli del voto popolare

Lima, raspa e cesello non trovano pace sulle scrivanie martinesi dei vari referenti politici che in questi ultimi giorni, stanno mettendo a punto le liste dei candidati che si sfideranno per occupare i 24 scranni di consigliere comunale vacanti dopo la fine anticipata dell’Amministrazione Ancona. Ai blocchi di partenza dovrebbero esserci sette candidati a Sindaco con a supporto un esercito di circa 380 candidati a consigliere comunale divisi in 16 liste. E a proposito di liste, nell’incontro pubblico del 1° maggio Franco Ancona ha presentato l’ultima di quelle a suo sostegno: “SiAmo Martina Lab”, una formazione Tetris o strudel, a seconda delle prime reazioni raccolte in piazza, composta da reduci di Sinistra Ecologia e Libertà di vendoliana memoria (ora Sinistra Italiana) e del Movimento Sociale Italiano (Amo Martina) e da componenti del laboratorio di idee dell’ex assessore Stefano Coletta (Fare Lab).
Nei primi incontri svolti ogni coalizione ha portato qualche “faccia nuova” candidata a ricoprire il ruolo di consigliere comunale, così abbiamo potuto finalmente sapere quanto bene queste persone abbiano fatto alla città pur non ricoprendo alcun ruolo pubblico. Subito dopo aver ascoltato le loro “eroiche” gesta, che disegnavano una città e una realtà completamente diversa, in molti è sorto il dubbio di essere a Manhattan e non a Martina Franca. Poche idee, ma ben confuse. Qualcosa sui programmi trapela già e come a ogni Festival di Sanremo cuore e amore la fanno da padrona, in una campagna elettorale che si rispetti non posso mancare “il bene della Città” e la “trasparenza”.
Dimenticando quanto accaduto in passato, da quello remoto a quello recentissimo, si è tornati a parlare di: trasparenza amministrativa, palazzo trasparente, alleanze trasparenti, e chi più trasparenza ha, più trasparenza metta.
Ma siamo sicuri che chi si candida ad amministrare la cosa pubblica è realmente… trasparente? Chi predica trasparenza è disposto a essere trasparente da subito?
Sarebbe bello che i candidati aprissero agli elettori il libro della loro storia o l’uscio di casa (magari quella vera e non quella dove si mantiene la residenza di comodo per sfuggire a esattori e creditori); che rassicurassero quanti sono pronti ad andare alle urne che il loro manufatto in Valle d’Itria non è stato realizzato discostandosi di un solo metro quadro dall’autorizzazione avuta o che non facciano uso di stupefacenti di qualsiasi tipo; che ci rassicurassero di non aver mai trovato un buca “farlocca” costata qualche migliaio di euro in risarcimento danni alla pubblica amministrazione o che la candidatura sia frutto di vero spirito di servizio e non magari la copertura di chi realmente in seguito la “gestirà” (un marito, un compagno).
Ecco, questa trasparenza farebbe bene prima di tutto al candidato sindaco che si supporta, saprebbe di avere al proprio fianco una persona di cui fidarsi, poi e soprattutto alla città che potrebbe così tornare veramente a sperare in un domani migliore.
Gli elettori la trasparenza la devono pretendere, non farsela sventolare sotto al naso. Potrebbero così scoprire che a volte il più cattivo è Cappuccetto Rosso e non il lupo.
E a proposito di lupi, in bocca al lupo a Franca Pulpito l’unica donna candidata a sindaco della città di Martina Franca e ad Alessandro Massafra il più giovane de “I Magnifici” 7.



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