È lui l’anti-Nichi, l’anti-Renzi, l’anti-Calenda e ora forse un po’ anche l’anti-casta. L’Emiliano che non ti aspetti, così per cognome di battezzo, ha sempre un antidoto contro tutti. Pare che ultimamente sia anche diventato l’anti-Melucci, un Leviatano di quello che invece sarebbe dovuto essere il suo luogotenente nella città dei Due Mari.
Ma in fondo “Michelone”, così simpaticamente spesso accreditato tra i suoi simpatizzanti, altro non è che il Sindaco ancora in carica dell’intera Regione Puglia. L’ex magistrato in blue denim e giacca casual, che d’estate non disdegna nemmeno l’impeccabile polo col coccodrillo a lato. L’uomo che di notte frequenta i buoni salotti (sì, quelli radical-chic pugliesi tutti ostriche e champagne) e di giorno arringa alle folle, dà voce all’ultimo, gusta un discreto caffè al bar del sport sotto casa.
Senza dubbio un pregio per un buon politico, che sia anche un buon comunicatore, se solo si accorgesse che non si può essere sempre affaccendati in un clima di campagna elettorale permanente, ventiquattrore su ventiquattro, quando invece la Puglia, con Taranto in particolare, versa in una situazione politica talmente critica che forse gli slogan e le conferenze stampa promozionali sarebbe più opportuno farle altrove.
Parafrasando un vecchio detto storico verrebbe facile interpretare l’Emiliano-pensiero: “Il popolo è affamato? Che si diano birrozze gelate e ricci di mare!”… E magari anche qualche stornello a suon di pizzica e tarantelle.
Ma il governatore pugliese piuttosto è uno rock.
Sì. Perché uno che si fa fotografare con la maglia di Gioventù Nazionale, al grido di “Fortemente Credere”, non puoi definirlo soltanto un tipo “pop”. Ma devi definirlo necessariamente rock. Rock anche quando porta sul palco di Taranto gruppi come Kraftwerk e Placebo, con al seguito circa 60.000 mila spettatori provenienti da tutte le parti dello stivale. E tanto di cappello!
Già, perché è lui l’artefice del fighissimo Medimex. Un evento rock, che rock lo rende anche nel Pd. Un evento dilettevole quando si tratta di far ballare le folle - e ben venga! - ma al contempo, forse, utile a mettere in secondo piano il vero annoso problema della città di Taranto: come coniugare (o se coniugare ancora) la produzione dell’acciaio con la salute dei lavoratori e dei cittadini tarantini. Questione, la cui risoluzione, stando alle prime e confuse dichiarazioni degli esponenti del nuovo governo legastellato, nonchè al contratto che sancisce l’alleanza politica tra Matteo Salvini e il partito dei vari Casalino e Casaleggio, è ancora del tutto immersa in una zona d’ombra.
Ma ciò che preoccupa di più del presidente Emiliano è, soprattutto, lo scivolone sullo stesso tema Ilva. Non solo nei toni, ma anche nei contenuti. Contenuti politici che - in scala cromatica - certamente lo allontanano da quel rosso tradizionale da Festà dell’Unità che ha contraddistinto il sindaco di Bari degli esordi, e lo avvicinano per lo più al fatale abbraccio del giallo al verde, tipico ormai del nuovo clima politico “vox populi, vox dei” maggioritario in Paese. E se per convenienza o per convinzione - se per tenere sempre in moto la macchina della propaganda o perché davvero lo stesso intende dare un determinato indirizzo politico all’Istituzione che governa, anche in controtendenza alla linea maggioritaria del suo partito - questo no, non ci è dato sapere.