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Sardine decisive

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

29
GEN
2020

Immaginate quattro coinquilini, un educatore, un ingegnere, una fisioterapista e una guida turistica, di età compresa tra i 30 e i 32 anni accomunati da un’idea alquanto semplice: non essere salvinizzati. L’Italia e gli italiani sono rabbiosi, razzisti, impauriti, pronti a odiare e a fare demagogia. Tante certezze contro l’immobilismo di cui accusano il nostro Paese. All’apparenza non fa una piega questa sintesi. Quattro bravi ragazzi figli di un’Italia onesta capaci di smuovere le coscienze politiche di tanti italiani. Sempre all’apparenza. Seppur tanto contraddittori. Non vogliono definirsi come movimento, non specificano di essere di sinistra, usano i social per politicizzare un Paese di “populisti”. Tanto modesti per finta o forse lo sono davvero. Aspettano marzo per riunire le Sardine di tutta Italia. Evidentemente un’idea concreta del loro essere sboccerà proprio in coincidenza della primavera. Intanto tentennano e raccolgono consensi anche loro di italiani arrabbiati e silenziosi. Peccano di arroganza quando dopo aver ricevuto la chiamata del presidente del Consiglio Giuseppe Conte - che durante la sua carriera non ha seminato margherite- desideroso di incontrarli, hanno dichiarato l’intento di chiedere l’abrogazione dei decreti sicurezza affinché lo stesso Conte riguadagni la loro stima e quella di molti italiani. Sessanta milioni e più di italiani che non hanno le stesse idee politiche, un particolare che le giovani “Sardine” ignorano. Qualcuno magari approva quei decreti sicurezza, nel male e nel bene. Sarebbe giusto ancora discuterne. Il movimento delle “Sardine” è contro i “populisti” di certo non controcorrente. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti ha spalancato la porta d’ingresso del partito. Fingono indifferenza, dicendo di non avere un partito di riferimento. Nell’attesa e nell’incertezza però dialogano con il Pd. Non è certo semplice capire da che parte stare per occupare una delle tante poltrone per dominare l’Italia e gli italiani. Per le “Sardine” il dialogo con Zingaretti potrebbe portare ad una grande occasione di rinnovamento della sinistra, di cui sentono (loro) la responsabilità. D’altronde sono un movimento di sinistra.

Tutto è iniziato il 14 novembre scorso alle 18.30 quando al Paladozza di Bologna il segretario della Lega, Matteo Salvini sta per avviare la sua campagna elettorale. Mentre si distrae tra selfie, baci e abbracci, da una pagina Facebook è partito un invito per l’evento “stretti come sardine”. “Qualcuno” in piazza Maggiore, sta organizzando un flashmob inaspettato. Silenzioso perché non ci sono “populisti” urlatori ma “italiani” muti come pesci. Bisogna “solo” essere determinati per disegnare su un pezzo di cartone una sardina. Neanche i centri sociali sono forieri di tanta semplice fantasia, loro attaccano e distruggono per farsi notare. Diecimila “sardine” per molti è già un successo. In realtà solo quattromila persone in più rispetto a chi ha scelto Salvini. Nel centro di Bologna si canta “Bella Ciao” per segnare la fine del mutismo delle sardine mentre Matteo urla dal palco. Da due mesi organizzano concerti e invadono le piazze di tutta Italia, da Bologna alla Calabria. Contrastano Salvini, e lo (in)seguono. Dove va Matteo ci sono anche le Sardine. Sono contagiosi, entrambi. Quattro bravi ragazzi, senza proposte concrete perché aspettano tempi migliori. Non hanno un progetto politico o almeno quando ufficializzeranno il loro movimento, cercheranno (dicono) di costruire le fondamenta sulla democrazia, l’uguaglianza, il rispetto e la libertà. Aspettano di capire forse, se la strada da seguire sia quella che conviene più a loro, cercando un posizionamento politico per mantenere le poltrone in Parlamento. Gli italiani non sono delle semplici sardine. Esistono da sempre forme di cittadinanza attiva e solidale capace di pretendere i propri diritti dalla politica assente e spesso inesistente, sia di destra quanto di sinistra. L’Italia è ricca di gente capace di costruire alleanze tra comunità territoriali di cittadini attivi e organizzazioni, per discutere proposte in vari settori e rendere il contenuto concreto. Esistono italiani arrabbiati, incattiviti ma interlocutori capaci tanto da non essere ignorati da quella politica a volte anche attenta ai bisogni e ai disagi che spesso proprio dalla “Sinistra” sono stati ignorati.

Le strategie a destra e sinistra si sprecano, le Sardine giocano facile. Parlano il linguaggio della gente comune impossessandosi della loro normalità, puntano sulla loro fiducia e evangelizzano un forte senso di responsabilità verso gli italiani e l’Italia (“prima l’Italia e gli italiani” anche le mode degli slogan ritornano). La certezza oggi, è che la politica è un mestiere per tutta la vita, per chi non ha le competenze. Qualcuno si inventa il modo per entrare a Palazzo nel modo più bizzarro. La speranza oggi, è per molti italiani fiduciosi seppur muti (arrabbiati e incattiviti anche loro) che il movimento delle “Sardine” non sia, a primavera solo un fiore di plastica, spolverato.



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