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Non è fantastico, Franca

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

31
MAG
2013
Non avrei dovuto farlo. O almeno avrei dovuto scegliere un momento più adatto. Per chi ha difficoltà già a scrivere la parola stupro, guardare il video del monologo di Franca Rame è troppo. Ed è strano paragonare la televisione della fine degli anni ’80 -quando l’attrice recitò il suo assolo nel Fantastico di Celentano- a quella di oggi: a voler portare in scena oggi una testimonianza così perturbante della violenza subita per ore da un gruppo di estremisti di destra, quale programma sceglierebbe Franca? Si metterebbe mai su quella sedia a gambe spalancate, raccontando il terrore, il dolore fisico e l’umiliazione nello studio di Uomini e Donne? Oppure prima dell’intervento della Littizzetto, affollato di Walter e Iolande? O magari fra una puntata e l’altra di quella fiction onnipresente su Rai 1, quella con un commissario che abita un’abusivissima casa sul mare? 
No, non sono riuscita a guardarlo fino in fondo, vigliacca: ho bloccato il video ancor prima che cominciasse a raccontare di come la tenevano ferma. E capisco come mai, a teatro, nello spettacolo che conteneva quella parte, alcune ragazze del pubblico siano svenute. Generosa e instancabile secondo alcuni, agitatrice e provocatrice secondo altri: nei giornali che ne annunciano la scomparsa, voci diverse ne tracciano un quadro contraddittorio sì, ma mai abbastanza quanto il fatto che di quei cinque criminali che la sequetrarono nessuno è stato condannato, non perché mancassero le prove ma perché la sentenza è arrivata dopo talmente tanto tempo che alla fine è scattata la prescrizione per un delitto in cui pare che siano stati coinvolti indirettamente anche alcuni ufficiali dei carabinieri in contatto con ambienti neofascisti. Un delitto quindi in cui la donna è stata bersaglio politico e non, come nella stragrande maggioranza dei casi, sfogatoio sessuale. Ma questo consola poco, anzi, accentua la componente sadica e psicotica della vicenda, andandola a collocare insieme all’altro caso principe della cronaca nera degli anni ’70, il massacro del Circeo, dove la violenza si declinò anche in omicidio. Anche in quella vicenda terribile nei particolari, gli aguzzini non hanno scontato se non in parte la loro pena: uno è fuggito, l’altro è evaso, l’altro ha ucciso nuovamente approfittando della semilibertà. 
Avrei voluto parlare d’altro questa settimana, la leggerezza ha i suoi vantaggi, sia per chi scrive che per chi legge, ma è giusto talvolta cambiare registro: per chi ha uno stomaco forte, sarà facile trovare il video di “Lo stupro” sul web. Un po’ meno facile sarà arrivare a guardarlo fino in fondo.
 


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