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Passione danza/ In scena finalmente!

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

30
GIU
2016
Periodo di saggi, a conclusione di un anno di lavoro e disciplina, con il sacrificio, con lo spirito di competizione e allo stesso tempo – la cosa forse più bella di tutte – quello di condivisione.
 
Da piccola studiavo danza. Passavo i pomeriggi interi tra le mura specchiate di una sala illuminata, godendomi il rumore dei miei passi sul parquet chiaro, provando e riprovando i passi cercando ogni volta di far meglio, sbirciando il mio riflesso allo specchio per cercare di vedere se il movimento da me fatto risultava gradevole, così come l’avevo visto fare alla mia maestra.
Sono passati tanti anni, eppure ricordo quei momenti con una chiarezza estrema, perché in qualche modo mi hanno formato. Hanno costruito dentro di me, mattone dopo mattone, quella che sono oggi, forgiandomi con la disciplina, con il sacrificio, con lo spirito di competizione e allo stesso tempo – la cosa forse più bella di tutte – quello di condivisione. Ero parte di un gruppo. Ed era talmente bello sentirsi vicina a persone che come me condividevano quella stessa passione, quell’amore smodato per qualcosa che succhiava via gran parte del nostro tempo, quando magari i nostri coetanei se la spassavano, uscivano, si divertivano, ma che pure non avremmo scambiato con null’altro al mondo.
Con i miei compagni di danza sono cresciuta, trascorrendo mesi su mesi di prove interminabili che culminavano nel saggio di fine anno, un’occasione per far vedere alle nostre famiglie i progressi fatti, ma che per noi era semplicemente il momento più emozionante dell’anno. Si andava in scena, finalmente. Non più con il body nero e le punte sgualcite, né con lo chignon che dopo due ore di prove si apriva a meno che non lo riempissimo di ferrettini. Al saggio si indossavano gli abiti nuovi, ognuno adatto a ogni balletto. Tutù colorati e svolazzanti, fermagli e accessori luccicanti, costumi sgargianti che brillavano sul palco, fatti risaltare dalle luci.
C’era fermento, confusione, adrenalina, panico, paura, eccitazione. Ma soprattutto c’era tanta emozione, e una felicità che ancora oggi non credo di riuscire a descrivere.
Andava in scena la danza. E il resto era nulla.
La danza è andata in scena anche domenica scorsa, al teatro nuovo di Martina Franca, dove si è esibito lo Studio Danza Scarpette Rosa di Francesca Valente, una realtà del nostro territorio che sta divenendo sempre più importante e che non manca di donare lustro alla Puglia in ogni concorso.
Seduta in platea a godermi lo spettacolo – perché di questo si tratta, un vero e proprio spettacolo con tanto di musical finale, più che un saggio di fine anno – ho rivissuto quelle emozioni che provavo da ragazzina e le ho ritrovate sui volti, sui sorrisi e negli occhi di tutti i ballerini che si sono esibiti su quel palco. Ho letto la loro trepidazione, la loro concentrazione, la loro ansia e poi, infine, la soddisfazione a balletto ultimato. Quei volti che gridavano: “Ce l’ho fatta! Non ho sbagliato. È andato tutto bene!” e che sembravano quasi increduli. Sembrava impossibile che la fatica di tutti quei mesi fosse finalmente terminata, e nel migliore dei modi, poi.
Tra un applauso e l’altro non ho potuto fare a meno di riflettere su come Francesca – una professionista come poche, oltre che una persona da ammirare per la sua dedizione e per la gentilezza che mostra in ogni occasione – stia offrendo a decine di giovani (e di giovanissimi: il corso delle più piccoline suscitava una tenerezza infinita) una grandissima opportunità per eccellere, per coltivare un sogno e per vederlo realizzato. Lo studio costante, le esibizioni e i concorsi dove fanno continuamente incetta di premi danno loro l’occasione di sfondare e di fare della danza la loro vita. C’è bisogno di realtà così nella nostra città. C’è bisogno di talento, di professionalità e di passione. C’è bisogno di continuare a sognare.
 


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