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Le dichiarazioni dopo il Congresso tarantino del PdL

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

2
MAR
2012

 

RAFFAELE FITTO: «Conosco Renato da 15 anni, c’è un forte legame d’amicizia sincera e sentita tra noi due. Il discorso che ha fatto lo rispecchia in tutto e per tutto, lo confermo.»
 
RAFFAELE BALDASSARRE: «Sono felice per l’elezione di Gino Montanaro e Renato Perrini, con cui c’è un bel sentimento di amicizia. Sono soddisfatto. L’elezione rappresenta un premio per queste due persone che si sono sempre molto dedicate al partito, pur senza averci mai guadagnato in prima persona. Daranno un nuovo impulso al partito.»
 
LUIGI MONTANARO: «La mia soddisfazione è doppia: anzitutto sono soddisfatto dall’affluenza avutasi per le votazioni. E’ stata come una festa in famiglia e questo segna il passaggio dalla fase del partito dei nominati, sebbene necessaria, alla fase del partito degli eletti.
In secondo luogo, sono soddisfatto per la squadra. Chi mi conosce sa quanto mi piaccia coordinare “la squadra”, e per questo ringrazio tutti, a partire dal mio vice, Perrini.
Adesso è tempo che il Popolo della Libertà torni in piazza, riapra le sezioni e ritorni tra la gente. In quest’ottica, ritengo che per le imminenti elezioni dovremo andare oltre, quindi guardare non solo a quelle forze politiche da sempre nostra alleate, ma anche alle altre istanze che si fanno portatrici delle problematiche del nostro territorio. Insomma, ritornare all’idea di grande partito che immaginava Pinuccio Tatarella.
Il nostro obbiettivo numero uno, adesso è quello di vincere e tornare a governare i grandi centri come Taranto e Martina Franca. In futuro ci impegneremo per arrivare anche nelle altre città, ma adesso ci concentreremo su queste due.»
 
RENATO PERRINI: -«Come ho avuto modo di dire già al momento della mia presentazione come candidato vicario, rinnovo il mio appello al superamento dei personalismi in favore di una crescita del dibattito interno. Tutti insieme, dettando una linea di pensiero unitaria, riusciremo sicuramente a far fronte alla crisi economica e a quella politica.»


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