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Riprovaci ancora, sindaco Stefàno bis

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

25
MAG
2012

 

Largo astensionismo dal voto, ma lui è riconfermato, ringrazia i cittadini e promette che non li deluderà. Il suo primo intervento sarà “dare un tetto a chi non ce l’ha”, a seguire ambiente e lavoro
 
Con un ampio distacco dal suo avversario politico, Stefàno vince al ballottaggio delle comunali 2012, riconfermandosi Sindaco di Taranto per la seconda consiliatura, con il 68,63% dei consensi, contro il 30, 32% di Mario Cito. Il suo sicuramente non è stato un trionfo, considerando il forte astensionismo dalle urne; si pensi che è andato a votare il 20% in meno degli aventi diritto al voto, il 43,25 % rispetto al 63% del primo turno, quindi circa 98.000 tarantini hanno deciso di non votare. E se la matematica non è un’opinione, oltre ai disertori del primo turno, questa volta non hanno fatto accesso alle cabine elettorali, neanche i sostenitori dei precedenti candidati a sindaco che non ce l’hanno fatta, gli ambientalisti compresi; quest’ultimi, con coerenza a quanto hanno costantemente sostenuto nei 15 giorni addietro, non hanno stabilito apparentamenti né con Stefàno, né con Cito, contrariamente a quanto il secondo dichiarava nei suoi spazi di campagna politica. «Non mi sento rappresentato né dall’uno, né dall’altro! Come faccio a sostenerli se ho sempre combattuto l’illegalità e l’incoerenza?! Faremo opposizione insieme ad Angelo Bonelli, continuando per questo percorso già intrapreso, raccogliendo velocemente una miriade di consensi sulla base del nostro programma», ha dichiarato più di qualcuno che si era candidato nella lista civica “Aria Pulita” . Hanno preferito astenersi dal voto quindi, molti per la prima volta, connotando Stefàno il sindaco di minoranza, votato cioè dalla maggioranza della minoranza. Al comitato SDS (Sviluppo Democrazia Solidarietà), dove si è recato il sindaco uscente al termine dello spoglio, l’aria era di soddisfazione; qualcuno già aveva previsto il risultato, qualcun altro stanco per la dura campagna elettorale, ma finalmente rilassato; i festeggiamenti sono stati alquanto moderati, alla luce anche dei funerali in corso della studentessa brindisina, uccisa dall’esplosione di una bomba a scuola. Sicuramente non si può negare a Stefàno di aver unito nuovamente tutti i partiti del centrosinistra, una mossa molto importante, considerando il periodo di forte crisi e frammentazione politica dei partiti a livello nazionale; Francesco Parisi, segretario provinciale del PD, si è compiaciuto per il risultato raggiunto, riconoscendo al candidato in questione di aver conciliato partiti e civismo, e cioè di aver saputo unire gli abitanti intorno ai valori di vita associata, aggregando individui che, provenienti da diversi ambiti sociali, collaborano per raggiungere un obiettivo comune, legato alla tutela della stessa comunità. Stefàno è arrivato al comitato sereno, ma stanco, e con tono pacato ha risposto a qualche domanda.
Si aspettava questa vittoria?
«Onestamente così significativa no. Temevo un’assenza maggiore al voto, se pensiamo che a Genova sono stati molto meno i votanti, 4 persone su 10, e così anche a Palermo; ciò è dato dal fatto che la sofferenza nelle grandi città è più marcata, e di conseguenza le persone non riescono a distinguere le responsabilità del Governo, della Regione, della Provincia e del Comune, penalizzando quelli a loro più vicino, i sindaci. Alla luce di questi dati, per noi è stata espressa una grande partecipazione di consenso, e ciò mi fa amare sempre di più la mia città e i miei concittadini, li ringrazio quindi per aver mantenuto la fiducia e l’entusiasmo; è noto e lineare che quando le cose vanno bene è facile mantenere il sostegno, ma quando le cose vanno male è difficile continuare a credere in un progetto o in un programma. Sono grato a coloro che hanno mantenuto questa fiducia, e prometto che non li deluderemo nel modo più assoluto.» 
Quale sarà il suo primo intervento nella nuova consiliatura?
«Innanzitutto chiederò al Governo di mantenere gli impegni presi  con questa città, perché è necessario sconfiggere la piaga della disoccupazione: non è tollerabile che ci sia una città con il 35% dei disoccupati, ma soprattutto non è ammissibile che ci siano persone senza casa, alla luce del fatto che ci sono strutture del demanio abbandonate da 25 anni. La mia attenzione sarà immediatamente rivolta a queste persone, a tutti coloro che non hanno un tetto: il Governo dovrà provvedere a rendere agibili tutti quegli edifici inutilizzati, in particolar modo di proprietà della Marina Militare. Sarà fatta richiesta di accelerare i lavori al porto, consentendo a molta gente di poter presto lavorare; non  commetteremo assolutamente l’errore di puntare in un solo settore, la cosiddetta “monocultura industriale”,  come è stato in passato per l’Arsenale e successivamente con la siderurgia, essendo costretti a non combattere l’inquinamento, pena la perdita del posto di lavoro. Pretenderemo dal Governo quei 150 posti di lavoro all’Arsenale che mancano e di cui abbiamo diritto,  non perderemo altre professionalità che ci appartengono: tra il porto, l’arsenale e gli altri progetti, dobbiamo rispondere entro 6 mesi al bisogno di occupazione che c’è in questa città.»
E quale sarà il suo approccio con gli ambientalisti?
«Loro sono in Consiglio comunale, perché li hanno eletti i cittadini, per cui siamo aperti a un confronto, così come con tutti coloro che saranno all’opposizione. Sicuramente non prenderò in considerazione la scelta di un ambientalista come assessore all’ambiente o a esso connesso; anche noi abbiamo interesse alla salvaguardia dell’ambiente e abbiamo professionalità competenti.» 
Come giustifica l’assenza alle urne?
«Mi dispiace che molti cittadini hanno preferito non votare. Il voto è il momento principale di raccordo tra l’istituzione e i cittadini, e questi ultimi devono essere vicini a chi amministra affinché si possano ottenere risultati importanti.»


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