Le assurde condizioni imposte dai maggiorenti del PD tengono fuori dalla mischia Donato Pentassuglia, mentre il neonato Centrodestra Nazionale punta su Pino Pulito che potrebbe essere la vera sorpresa delle prossime elezioni politiche
Spira il vento delle elezioni politiche e lentamente, inizia a girare la girandola delle candidature. Voci che si inseguono, sovrappongono, smentiscono, o che stupiscono. Per la data delle elezioni, da più parti individuata nel 24 febbraio prossimo, è il cavaliere nazionale, con i suoi umori, le strategie e gli impegni televisivi, a tenere tutti con il fiato sospeso. Per la composizione delle liste invece, saranno ancora una volta le segreterie nazionali a dettar legge. Ne hanno parlato per cinque anni, ma alla fine la riforma del “Porcellum” è rimasta una delle tante annunciate e non attuate. Nessuno ha gridato allo scandalo o si è strappato i capelli, anche perché sia Bersani che Berlusconi ne hanno pochi e preziosi. In fondo poi, perché avrebbero dovuto farlo? La “porcata” Calderoli ha la peculiarità di garantire ai “padroni” dei partiti, la possibilità di scegliersi gli uomini. Ancora una volta, chi nutriva la speranza di poter finalmente scrivere sulla scheda il nome di chi lo avrebbe rappresentato a Roma, rimarrà deluso. Nel centro sinistra, il Partito Democratico, già in preda a delirio di onnipotenza (attenti alle “gioiose macchine da guerra”), ha deciso di garantire uno zoccolo duro di peones e mummie, offrendo ai suoi elettori primarie fintamente aperte che non promettono nulla di buono e mortificano, con condizioni assurde, molte belle realtà locali. Sarebbe interessante vedere in una competizione con le preferenze, quante volte il nome della Bindi, di Marini o della Finocchiaro salterebbe fuori dalle urne. Le alchemiche regole preparate per l’occasione, superano in fantasia quelle messe in campo per la scelta del candidato premier. Avvilito da queste prospettive, in fondo sarebbe sempre Roma a scegliere senza tenere conto della storia personale dei candidati, Donato Pentassuglia, che sul territorio non rappresenta il partito ma è il partito, ha deciso di non entrare nella mischia tant’è che non ha nemmeno richiesto la deroga per partecipare alle primarie. In casa SEL Alfredo Cervellera e Donatella Durante, fedelissima del leader maximo Nichi Vendola, si giocano buone carte lasciando ad altri il ruolo di mera comparsa. Se la vittoria finale dovesse sorridere a Cervellera, suggestiva è l’ipotesi che vuole al suo posto in regione suo nipote Giuseppe, l’intraprendente neo-consigliere comunale che capitalizzerebbe così il lavoro fin qui svolto. Tutto fatto invece per la candidatura di Antonio Martucci in casa IDV e dell’ing. Giuseppe Chiarelli per il M5S che come si sa non scende a patti con nessuno. Nello schieramento di centro a sostegno di Mario Monti, si attendono le decisioni dell’ex sindaco Franco Palazzo, che potrebbe correre per Italia Futura di Montezemolo, e del suo predecessore Leonardo Conserva il quale corteggiato da più parti, dopo il cortese rifiuto a far parte del coordinamento cittadino del PdL , potrebbe tornare nello scenario politico da protagonista e non da sparring partner. Nel centro destra fronte berlusconiano, Gianfranco Chiarelli, da professionista navigato, aspetta che si plachi la tempesta e accetterà la candidatura solo dopo aver testato per bene il terreno. Forte del successo personale ottenuto alle scorse regionali, di sicuro e a giusta ragione, non consentirà a nessuno di svilire la sua immagine politica costruita in questi anni passo dopo passo. Blindata sarebbe invece la candidatura al Senato di Lino Nessa, pronto ad affrontare l’avventura della sua quarta legislatura. Nel centro destra però, da qualche giorno a questa parte, c’è una nuova componente che è quella che fa capo Ignazio Larussa. Pur rimanendo a fianco del PdL l’ex Ministro, insieme a una trentina di parlamentari, ha voluto compiere il “grande passo” di una autonoma formazione politica il “Centrodestra Italiano” che nei contenuti come, al momento, anche nel simbolo, bruttino a dire il vero, ricorda tanto Alleanza Nazionale. Qualora dovesse andare in porto la convergenza con Guido Crosetto e Giorgia Meloni, il “Centrodestra Italiano” diventerebbe un soggetto politico di tutto rispetto che i sondaggisti danno verso quota 8%. Chi potrebbe essere a Martina Franca l’uomo ex Alleanza Nazionale che ben figurerebbe per storia personale e seguito elettorale? Solo uno: Pino Pulito. Puro gioco di fantasia? Possibile. Intanto dalla segreteria di Ignazio La Russa è partito il pressing sul giovane consigliere comunale martinese il quale non disporrà di una formidabile macchina da guerra, ma soltanto e più semplicemente di una rudimentale fionda. Proprio come quella che servì a Davide per mandare al tappeto Golia.