Creatività Crossmediale/L´arte "espansa" Di Macagnino
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Creatività crossmediale/L´arte "espansa" di Macagnino

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

2
MAG
2014
Musica, economia e letteratura: l’opera dell’artista salentina, abbattendo i rigidi steccati tra discipline, mette “in circolo” linfa vitale… e fa riflettere la società
 
 
Il ruolo dell’arte contemporanea nella società è spesso alquanto “scomodo”: due tra le più frequenti obiezioni che le vengono mosse sono infatti la cripticità dei messaggi veicolati e il ricorso alla provocazione come strumento fine a se stesso.  Non mancano, tuttavia, talenti capaci di coniugare performance creative nate dalla fusione di linguaggi differenti e di grande impatto, con contenuti di spessore, legati a temi percepiti come urgenti dalla collettività. Tra questi, è sicuramente degna di nota l’artista salentina Annalisa Macagnino, il cui stile è caratterizzato dalla plurisensorialità: «non a caso associo ambiti diversi: dai riferimenti artistici alla musica, dalla storia all’economia - ha dichiarato - cerco di calare il tutto nella sfera del privato mediante un’associazione di immagini e di concetti interpretati in maniera del tutto personale».
Nata a Tricase (Le) circa trent’anni fa, la Macagnino ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte E. Giannelli di Parabita, spostandosi poi a Lecce per frequentare l’università, conseguendo la laurea in Storia dell’Arte Contemporanea presso la Facoltà di Beni Culturali. Nel 2001 inizia l’attività artistica, e l’anno successivo quella espositiva; uno degli elementi peculiari dei suoi lavori è la crossmedialità, infatti, tra le altre cose, l’artista ha realizzato anche illustrazioni di periodici di poesia, riviste e cd musicali. «Posso dire che da sempre molto fondamentale per la mia ricerca, e non solo, è la musica e a questo aggiungerei le letture che supportano il mio pensiero. Attuo sempre dei mix che finiscono sottoforma di citazioni all’interno delle mie opere. Da Valerie Solanas a Planningtorock, da Pj Harvey a Monique Wittig, da Simone de Beauvoir a Santa Teresa d’Avila, da Peaches a Pauline Oliveros, ma potrei continuare all’infinito…».  Altrettanto variegato il suo “orizzonte di riferimento” artistico: «mi sono sempre piaciute le avanguardie storiche. Poi ho “conosciuto” Basquiat che mi ha portato alla sintesi formale e all’introduzione di frasi scritte nei miei lavori. Durante gli anni universitari ho appreso decisamente meglio la storia dell’arte...Per quanto riguarda le arti figurative è più difficile per me fare dei nomi .. la lista sarebbe lunghissima, dal Tardoantico a tutta l’iconografia sacra passando per gli espressionisti, Body Art (e qui un sacco di nomi… come fare ad elencarli tutti), Carol Rama e Diane Arbus»»
Nel 2009 Annalisa Macagnino partecipa alla performance Wave of mutilation che, spiega, prende il nome dall’omonima canzone dei Pixies «che bene si abbina ad alcune mie opere. Dopo una serie di improvvisazioni fatte insieme Pierpaolo Leo, pensammo di strutturare meglio questo tipo di live e da qui nacque l’idea di sonorizzare la tavoletta grafica con cui disegnavo, ogni segno pertanto generava un suono variabile secondo l’intensità di pressione. Il progetto si è poi sviluppato in forma di trio con la presenza di Benedetta Zefilippo e successivamente è stato ripreso grazie alla collaborazione con Gilvia Rollo». Nel frattempo, collabora a numerose mostre tra cui She Devil 3, Galleria Studio Miscetti (Roma), She Devil ON tour MNAC (Bucarest), Avventure Minime (Salerno), Disegni. Segni. Grafie (Lecce).
Lo scorso anno la vede invece prendere parte a una residenza artistica a Salzamt Atelierhaus (Linz), e alla mostra europea itinerante The Real more than Real. «Sono stata selezionata in entrambi i casi. In Austria ho lavorato a un progetto intitolato Blankets in cui ho rivisitato i vari significati legati a concetto di coperta attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche differenti. Nella mostra itinerante curata da Ilaria Bonacossa ho presentato due opere-coperta realizzate durante il mio periodo di residenza».
Alcuni degli argomenti che ricorrono più frequentemente nei lavori dell’artista sono la questione femminile, la sessualità e le relazioni tra generi. Nel percorso di emancipazione della donna e di un più generale riequilibrio dei rapporti con l’altro sesso, quale ruolo hanno giocato i mezzi di comunicazione di massa negli ultimi 15-20 anni? Quale funzione, invece, può assumere l’arte?  «In quanto donna mi sento molto legata a queste tematiche, cerco sempre di esprimere un determinato punto di vista, anche se non è necessariamente il mio. Le conquiste fatte dalle donne negli ultimi anni (sempre se si può parlare di conquiste) hanno poco in comune con ciò che è stata la vera lotta per l’emancipazione. I mass media, inoltre, hanno diffuso uno stereotipo di donna che sembrerebbe autonomo, ma in realtà è schiavo di se stesso e della società che lo ha partorito. L’arte in qualche modo riflette la società che la produce, per cui ha il compito di mettere in luce queste come le tante altre problematiche che caratterizzano il nostro periodo storico».
Questi temi, centrali nelle creazioni artistiche di Annalisa Macagnino, si ritrovano anche nel suo Senza titolo, (edito da Edizioni Esperidi), che raccoglie figure di donne dalle linee aspre e scattanti, scabre e inquiete. Il volume prende il nome dai molteplici lavori dei primi dodici anni di attività dell’artista. «Sono stata invitata dagli editori a realizzare questo libro per la collana “Traffici d’Artista”, mi hanno proposto un format a cui aderire (piccolo formato, stampa in bianco e nero, 250 copie, ogni volume firmato, numerato e personalizzato in quanto reca all’interno una pagina ritoccata manualmente dall’artista) dal contenuto libero. Su questo supporto è confluita una bella combinazione di immagini (disegni, ricami e collages digitali) e testo (citazioni varie e appunti personali)».
A fronte di una ricerca e sperimentazione così appassionata e approfondita, è possibile un’integrazione, un “dialogo” tra arte e quotidianità? «L’arte in quanto espressione di un pensiero dovrebbe far riflettere. Quindi compito dell’artista è creare questo dialogo che spesso, però, viene ostacolato vista la sua inaccessibilità. Non è semplicemente un problema d’istruzione  o sensibilità, ma deriva soprattutto da certe lacune delle istituzioni che dovrebbero maggiormente supportare l’arte contemporanea favorendone così la diffusione».
Quali sono invece, nello specifico, i progetti a cui sta lavorando? «Il disegno è quasi una mia pratica quotidiana, per il resto ho dei progetti nel cassetto.. », e conclude sorridendo. I lettori sono avvisati: con la Macagnino in giro, non regge più la vecchia scusa «non vado alle mostre perché non ci capisco niente… e poi sono così noiose…»
 


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