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Antonella Albano/Di vampiri e d´amore

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
GIU
2014
Provare a giudicare la qualità di un libro dal tempo che ci si impiega per leggerlo può sembrare un esercizio banale, forse anche stupido. Roba da dilettanti allo sbaraglio. Sono altri, si dirà, i metri di giudizio da prendere in considerazione. Tutto vero. 
Eppure la scorrevolezza di un testo, di un romanzo in particolare, rivela molto non solo della capacità descrittiva dell’autore ma anche dell’interesse che la storia narrata è capace di suscitare nel lettore. Sotto questo profilo, “Io Liam” della scrittrice tarantina Antonella Albano, pubblicato dalla casa editrice Il Ciliegio, supera a pieni voti questo tipo di esame. Ed è un dato che vale la pena sottolineare. 
Il ritmo serrato e le dotte citazioni, mai pretenziosamente esibite ma disseminate qua e là con cura, rendono accattivante il volume anche per chi non ama particolarmente la letteratura vampiresca. Perché il libro a questo genere letterario appartiene. 
È la storia dell’amore tra Elisa, una studentessa che si diletta con il canto e Dunn, un giovane assistente universitario dietro il quale si cela un’altra identità che emana, sin dalle prime battute, una fascinazione tenebrosa. 
Sullo sfondo, pare invece di cogliere il tentativo di scandagliare con la lente di ingrandimento dell’introspezione psicologica i tratti salienti di ogni passione amorosa che si rispetti: i dubbi contrapposti alle certezze apparenti, l’ansia di essere ricambiati dalla persona che si ama e lo struggimento di chi sceglie di lasciarsi comunque travolgere da una storia impossibile, irreale quanto irresistibile. 
I continui rimandi al passato del protagonista, quasi una sorta di ipertesto, conferiscono poi al libro uno spessore qualitativo notevole poiché in essi si appalesa la capacità dell’autrice di saper tenere tutto assieme: lo svilupparsi della vicenda e gli inconfessabili segreti che dilaniano Liam, i riferimenti alla spiritualità cristiana e l’ambientazione moderna della storia. Tutto ciò finisce per coinvolgere e incuriosire anche il lettore più attento alle sfumature e alle possibili contraddizioni del testo, sempre in agguato anche per il romanziere più esperto. Del resto, è anche su questo terreno, come sappiamo, che si gioca la differenza tra un bel libro e un libro mediocre.   
Ecco perché, fatte le debite proporzioni, il romanzo di Antonella Albano, tarantina, solida preparazione culturale alle spalle e un presente di insegnante nella scuola media superiore, richiama per alcuni versi “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Tanto basta a capire perché le quasi trecento pagine scorrono via piacevolmente fino alla fine. 
Come ogni buon romanzo, non mancano le sorprese anche se il contesto nel quale si dipana la trama fanno in qualche modo intuire da quale ambito giungerà la soluzione del caso e la disvelazione del mistero. 
Trattandosi di un esordio - “Io, Liam” è infatti il primo romanzo di Antonella Albano – il giudizio non può che essere decisamente positivo. Un ottimo inizio, non c’è che dire, per un’autrice che non farà fatica a ripetersi e a migliorarsi.  
 


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