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Polo Universitario Ionico/Un appello per non tornare indietro

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

8
AGO
2014

La società civile si è rivolta alla città intera chiedendo a tutti di essere vicino all’istituzione universitaria. Ora non bastano le adesioni e il sostegno morale, occorrono le risorse. E occorre far presto.

Parlando di Ilva il presidente Vendola ha di recente evocato metaforicamente il gioco dell'oca, sostenendo che ci troviamo nuovamente alla casella di partenza. E' un po' un classico della storia di Taranto. In ogni campo, quando credi di essere vicino al traguardo, succede qualcosa che ti riporta indietro. La storia del polo universitario ionico richiama per alcuni versi questo amaro destino. Dai primi anni 70, ai tempi del Consorzio Universitario Ionico, ad oggi, sia pur con tanta fatica, si sono fatti grandi passi in avanti. Con l’apertura della magnifica sede nella città vecchia si è coronato un sogno per i tarantini, quello di avere, con tutti i possibili e accettati limiti della definizione amministrativa di sede distaccata, una propria università. In un recente incontro ci fu chi, come il prof. Domenico Rana, propose all'attuale rettore, Antonio Uricchio, di denominare l’università unendo i nomi delle due città di Bari e Taranto. Durante la gestione del prof. Uricchio, quale direttore del Polo Universitario Ionico, sono state gettate le basi per un rapporto molto intenso tra università e territorio. Sottoscritti numerosi protocolli e collaborazioni con vari enti ed organizzazioni. Con la nomina a rettore di Uricchio il suo successore a Taranto, il prof. Riccardo Pagano (foto), attuale delegato del rettore, ha proseguito sullo stesso percorso; con la stessa determinazione. Percorso che ha però trovato pieno di insidie, che si chiamano riduzione dei costi, crisi, tagli lineari e chi più ne ha più ne metta. Qualche corso è già stato chiuso, ma il rischio è che il futuro possa essere davvero nero per Taranto e la sua università. C'è il rischio che si torni davvero alla casella iniziale di un gioco dell'oca che non diverte affatto! Nel manifesto per il Polo Universitario Ionico, sottoscritto già da tantissimi enti e organizzazioni, e che riportiamo integralmente, c'è un passaggio molto importante, che racchiude il senso stesso di una battaglia che riguarda tutto il territorio: "Taranto non merita ulteriori danni. È una città già molto danneggiata. Va risarcita. Non ha bisogno di mance. Deve solo ripartire da concrete possibilità di sviluppo che, oggi, non s’intravedono". Come parlare di "concrete possibilità di sviluppo" se non partendo dalla formazione della classe dirigente che solo una università nel pieno delle sue funzioni può garantire? E' proprio vero: basta con le mance, basta con i contentini. Occorre che da parte del governo si tramuti in atti concreti quella attenzione che finora a parole è stata manifestata più volte. Che Renzi venga o meno a Taranto ci appassiona poco o niente. Ci interessa di più che siano adottati provvedimenti straordinari per una città, e una intera provincia, in ginocchio, a cui ogni giorno si toglie un pezzo. L'alta formazione, l’università in particolare, la ricerca, sono fondamentali per chi voglia uscire dalla crisi. Occorre dunque una precisa presa di coscienza da parte del governo ma è necessario che dal territorio provenga un’adeguata spinta. C'è il fondato timore che lo stallo determinato in questi giorni dalle note vicende che riguardano le riforme costituzionali possa giocare negativamente. Il prossimo anno accademico è alle porte, occorre sottoscrivere il nuovo accordo di programma 2014-2016.



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