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Alimentazione/Bando ai bianchi

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
MAR
2015
Ovvero zuccheri e farinacei. Come proteggere l’organismo con l’alimentazione, aumentando le difese naturali e fronteggiando le aggressioni ambientali (e del marketing) nel migliore dei modi. Ce lo spiega un esperto in biologia alimentare, che avverte: «una fettina di speck può essere dannosa quanto una sigaretta»
 
 
Come ormai noto e più volte risentito, Taranto e provincia sono martoriati dal fardello dell’inquinamento ambientale. Augurandoci che gli investimenti per le bonifiche ambientali e l’abbassamento delle emissioni inquinanti portino a breve miglioramenti, ecco di seguito degli accorgimenti e dei consigli per proteggerci con  l’alimentazione dai pericoli dell’ambiente.
Un giovane biologo nutrizionista grottagliese, Orazio Motolese, classe 1984, esperto in Biologia alimentare, risponde ad alcuni quesiti consigliando di valutare sempre al meglio ciò che introduciamo nel nostro organismo e avvalorando la tesi che le patologie esistenti nel nostro territorio non sono soltanto correlate alle emissioni inquinanti ma anche, talvolta, ad uno scarso interesse verso il cibo che scegliamo. 
 
Come possiamo difenderci dall’inquinamento ambientale?
«Alcuni studi hanno dimostrato che persone che vivono lontano da zone critiche da un punto di vista ambientale possiedono livelli di metalli pesanti medio-alti paragonabili a valori di persone che risiedono vicino a siti industriali molto inquinanti. Questo dimostra che l’inquinamento ambientale in un mondo globalizzato è oramai presente dappertutto. Contro l’inquinamento, e si parla soprattutto di quello chimico, come ad esempio da diossina o metalli pesanti, si può fare sicuramente qualcosa a monte intervenendo sulle cause dello stesso (industrie, traffico, discariche) ma possiamo intervenire anche sull’uomo stesso quindi realizzare una sorta di protezione verso tutti gli agenti che interagiscono con noi. 
Una giusta e corretta alimentazione può incidere positivamente sulla salute di una popolazione che è costantemente a contatto con una realtà sempre più inquinata. Bisogna aumentare le nostre difese immunitarie, solo così possiamo difenderci da attacchi chimici estranei. Ma dobbiamo partire dal cibo giusto per le nostre cellule».
 
In che modo possiamo aumentare le difese fisiologiche?
«Le nostre cellule respirano e producono degli scarti chiamati radicali liberi che devono essere eliminati e spazzati via in quanto danneggiano la struttura della cellula e il DNA, la molecola della vita. Questi radicali liberi aumentano con una scorretta alimentazione e con la presenza di inquinanti chimici soprattutto metalli pesanti. Tramite un’alimentazione ricca di antiossidanti e di alimenti che possano modellare le nostre membrane biologiche, che circondano le nostre cellule, possiamo aumentare sia la distruzione dei radicali liberi che aumentare la permeabilità delle nostre membrane aumentando l’uscita dei metalli pesanti dall’interno delle nostre cellule, generando una vera e propria disintossicazione».
 
Per agevolare la disintossicazione, quali alimenti occorre eliminare?
«Gli alimenti che aiutano questa disintossicazione sicuramente sono quelli con molti antiossidanti quindi frutta ma soprattutto verdure, tutte di stagione. Cibi invece che aumentano l’intossicazione sono sicuramente tutti i cibi junk food, i cosiddetti cibi spazzatura, resi tale dall’industria; ma anche cibi modificati dalla tecnologia alimentare come per esempio le farine bianche ricche di glutine o cibi iperlattosizzati, cioè pieni di lattosio, nonché cibi ricchi di edulcoranti, conservanti e coloranti. 
Un “alimento” per tutti sono le comunissime gomme da masticare. Tutti questi alimenti raffinati determinano un danno a livello cellulare ma, a livello macroscopico, realizzano un danno sia sull’organo intestino che sul microbiota intestinale, ovvero su tutta la nostra flora intestinale che ci aiuta a disintossicarci».
 
Quanto l’alimentazione corretta può aiutare l’organismo? E’ davvero utile al fine della depurazione e per la protezione dall’ambiente?
«L’alimentazione è il punto chiave per la disintossicazione. I cibi buoni nutrono una flora intestinale buona che può depurarci ancor prima che le sostanze tossiche arrivino a diretto contatto con le nostre cellule. Il microbiota ha un ruolo chiave nel rapporto tra ambiente e organismo. Proteggere il microbiota, il nostro filtro, è fondamentale per mantenerci in salute. Quindi sarebbe corretto diminuire l’utilizzo di antibiotici e antinfiammatori per lasciare agli alimenti giusti la funzione di depurazione».
 
Come possiamo scegliere gli alimenti giusti? Come difenderci dagli alimenti indispensabili di per sé inquinati?
«Se l’ambiente è inquinato anche i cibi che scegliamo lo sono, allora possiamo difenderci scegliendo cibi secondo stagione evitando le primizie, cambiare spesso il posto nel quale si fa la spesa. Non scegliamo cibi che sembrano plastica. Ad esempio evitiamo di scegliere pomodori che sembrano laccati, ma scegliamo quelli che hanno qualche ammaccatura. Dobbiamo variare ciò che mangiamo, anche concedendoci qualche tentazione ogni tanto, perché così diamo all’organismo uno scossone, per far ripristinare la cosiddetta omeostasi, cioè l’equilibrio di base del nostro organismo». 
 
Scegliere frutta e verdura coltivate nel nostro territorio, ci aiuterebbe o potrebbe essere dannoso?
«Sicuramente sì, l’ideale sarebbe coltivare un piccolo orticello. Però scegliere la filiera corta, scegliere la frutta e la verdura direttamente dal produttore e non comprare sempre dalle grandi distribuzioni è decisamente una scelta oculata per la nostra salute». 
 
Quanto incide il fumo sull’abbassamento delle difese immunitarie?
«Il fumo di sigaretta è tossico e come tale non deve essere assunto. Contiene più di 8000 sostanze tossiche tra le quali alcune radioattive e altre cancerogene. Fumare fa male! Il nostro sistema immunitario con il fumo da sigaretta non va per niente d’accordo. Il fumo danneggia tutte le cellule del corpo le fa invecchiare così facendo le predispone a malattie. Ovvio, il fumo non è il colpevole di tutto. Nella mia esperienza di nutrizionista ho molti clienti con tumore al polmone che non hanno mai fumato una sigaretta. In quei casi bisogna secondo me considerare una sorta di multifattorialità che include sicuramente il fumo ma soprattutto gli alimenti che si introducono. Se mangiamo una fettina di speck o un trancio di pesce affumicato introduciamo sostanze tossiche simili a quelle del fumo di sigaretta».
 
Quali sono i benefici dello iodio, di cui il nostro mare è ricchissimo e, come interagisce col metabolismo?
«Lo iodio è un elemento chimico fondamentale per la funzione della nostra tiroide che negli ultimi anni è l’organo più martoriato di tutti poiché è sensibile all’inquinamento e alle sostanze chimiche tossiche che si trovano nei nostri alimenti, sostanze chiamate distruttori endocrini, proprio perché deficitano la funzione endocrina della ghiandola. L’assunzione di iodio è certamente importante ma a mio parere dobbiamo più puntare su un’alimentazione più parca e meno raffinata in quanto essa determina maggiormente lo stato di salute della ghiandola tiroide. L’aumento delle patologie tiroidee nel nostro territorio è dovuto sì all’inquinamento ma accoppiato sempre ad un’alimentazione sempre più spazzatura. Ci sono studi seri ma tenuti in sordina che legano le patologie tiroidee con l’abuso di glutine, proteina del grano e il grano che mangiamo attualmente è stato proprio iperglutinato dalla nostra industria; inoltre questi grani vengono tenuti per molto tempo nei barili e l’umidità che si forma fa sviluppare una muffa particolare, aspergillus niger, che produce all’interno del grano una tossina, l’aflatossina, che risulta essere una molecola molto pericolosa per la nostra salute, addirittura cancerogena, più di un deficit di iodio».
 
Concludiamo che è errato pensare che le patologie siano solo strettamente correlate all’ambiente. Occorre migliorare l’educazione alimentare nella popolazione?
«Certamente sì, l’ambiente e il suo inquinamento hanno una grossissima colpa ma pensare che è l’unica causa di tutti i mali senza considerare la qualità dei cibi non c’entri nulla è pericoloso pensarlo. Se io mangio una fettina di carne di pollo molto bruciata o una pizza abbrustolita avrò più diossina, benzopirene e nitrosammine rispetto a quelle che respiriamo. Dobbiamo sempre ricordare che quando introduciamo un cibo pieno di sostanze tossiche queste ultime rimangono per ore all’interno del nostro corpo molto più di una sostanza inspirata.
Quindi il mio consiglio è cibiamoci facendoci del bene attendendo che le istituzioni si muovino per il bene della comunità intera».
 


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