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Giornalismo & co./Io non l´ho interrotta

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

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LUG
2015

Analisi, consigli e aspetti della comunicazione. Quanto sia importante quella politica e come saperla usare. Tutto questo in un solo incontro presso l’ex distilleria De Giorgi a San Cesareo

 

Quanto è importante la comunicazione politica? Quanto deve essere efficace e mirata? Di questo e di altro si è parlato alla prima rassegna “Io non l’ho interrotta. La Seconda Repubblica parla troppo?” tenutasi a San Cesareo di Lecce in un luogo riqualificato, l’Ex Distilleria De Giorgi. L’appuntamento ha visto la partecipazione di docenti universitari, giornalisti, esperti di comunicazione, social media manager e politici. Emergente è stata l’indagine tra il serio e il faceto, l’attuale situazione della comunicazione politica in Italia attraverso l’analisi del linguaggio e dei social, delle parole e dei comportamenti dei giornalisti e della classe politica, ma soprattutto la contraddizione tra il dire e il fare. Tra gli ospiti Marco Damilano (L’Espresso), Massimo Bray (Treccani), Riccardo Luna (Digital Champion) e Dino Amenduni (Proforma).

Secondo Bray è stato veloce il salto da una società collettiva a quella degli individui, affiancata dalla coniazione di nuovi termini: «Con l’immediatezza della trasformazione delle parole, si verifica un’assenza di memoria, le parole tendono a perdere di significato», ha enunciato Bray.

Esperto di comunicazione politica, Dino Amenduni (per l’esattezza lui dice di curare la reputazione politica delle persone sui social) di Proforma, ha affrontato la parola “cambiamento”. Amenduni ha evidenziato quanto le parole della politica cambino continuamente e, molto spesso il contesto in cui si riversano non recepisce il cambiamento in essere. Se pensiamo a Nichi Vendola, è stato la fucina della comunicazione in Puglia; “le fabbriche di Nichi” ne sono un esempio lampante. Dalle fabbriche di Nichi ci siamo trovati nel 2015 con le sagre di Emiliano, che sicuramente hanno avuto un approccio più dialettico piuttosto che didattico, con l’opinione pubblica.

Il fallimento del giornalismo è stato l’argomento di Riccardo Luna (Digital Champion), che ha riportato degli esempi in cui il giornalista non racconta più la notizia, il contenuto, ma propende a creare allarme, scontento. Quando ad esempio si verifica un atto violento, il giornalista va alla ricerca di altri eventi del genere per creare allarme. La riforma sulla scuola secondo Luna, non è stata raccontata per bene da nessuno, ma solo il propagarsi dello scontento degli insegnanti per alcuni aspetti di essa. 

La lezione di politica l’ha tenuta Marco Damilano, raccontando il suo ultimo libro “La repubblica del Selfie”, parlando del successo di Renzi e del renzismo, concetto concepito come positività e felicità.

Per quanto sia ancora importante la televisione, strumento che attecchisce su una buona fetta di pubblico votante, i politici e non solo, dovrebbero fare molta attenzione alle espressioni utilizzate sui social e ai messaggi rappresentativi della campagna politica. Il pubblico qualche volta potrebbe non gradire o male interpretare e il passaparola si sa, in rete naviga velocemente più di quanto si possa immaginare, quindi attenzione, sarebbe sempre meglio affidasi a chi di comunicazione politica se ne intende.

 



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