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Incontri/ Il fiore d'oro che vale una vita

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

7
APR
2016
Micaela ha lasciato il suo posto di lavoro a tempo indeterminato come direttore di banca e suo marito Paolo Corda ha messo da parte la sua carriera avviata da architetto per inseguire insieme un sogno e una nuova idea di vita: portare avanti un’azienda che produce, coltiva e vende lo zafferano
 
Come sosteneva Erasmo da Rotterdam: "Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida visionaria follia".
Micaela ha lasciato il suo posto di lavoro a tempo indeterminato come direttore di banca e suo marito Paolo Corda ha messo da parte la sua carriera avviata da architetto per inseguire insieme un sogno e una nuova idea di vita: portare avanti un’azienda che produce, coltiva e vende lo zafferano facendolo conoscere come prodotto tipico piemontese.
Ad un certo punto del loro percorso di vita hanno capito di non voler  più stare rinchiusi tra quattro mura e di aver bisogno di stare nei campi, a contatto con la natura e lontani da un vivere frenetico e spersonalizzato.  Dopo il licenziamento la coppia decide di mettersi alla ricerca di un terreno da coltivare e inizia a trasformare la propria passione in un vero e proprio lavoro. Oggi Micaela e Paolo vivono coltivando  e vendendo lo zafferano, partecipando a mercatini nella zona e curando  la loro scelta di business: poca produzione ma di altissima qualità. Cambiare vita, cambiare lavoro e trasferirsi in campagna dedicandosi all' agricoltura non porta a grande ricchezza  economica  ma sicuramente a un rinnovato contatto con la terra.
Micaela e Paolo ci ricordano che forse il vero senso della  vita è proprio questo: inseguire non la  ricchezza ma la felicità in grado di generare quella nuova economia che parte dal basso e si diffonde su tutti i livelli.
Occorre una buona dose di coraggio e lucida follia per cambiare vita come avete fatto voi.Perché avete scelto di  diventare  agricoltori e "tornare alla terra"?
"La nostra è stata sicuramente una scelta forte, certamente non presa a tavolino. Iniziando a lavorare all'aria aperta, diventava sempre più difficile stare chiusi in ufficio, ogni giorno che passava cresceva la sensazione di inadeguatezza. E così un giorno abbiamo deciso di dare un netto taglio al passato e dedicarci a tempo pieno alla nostra nuova idea di vita".
La vita in campagna porta a stare alla larga dalle trappola del consumismo, voi avete il  vostro orto e la spesa la fate nelle aziende agricole vicine. In che modo è cambiata la vostra vita?
La nostra vita è cambiata radicalmente, anche solo per iniziare a lavorare prima impiegavamo un'ora  di macchina nel traffico, ora apriamo la porta ed iniziamo, è tutto qui intorno a noi. Lavoriamo tantissime ore al giorno, 7 giorni su 7 e le vacanze sono un sogno proibito ma la soddisfazione che ricaviamo da tutto questo impegno è indescribile".
Oltre allo zafferano, producete confetture di fragole, lampone, mirtilli, more e un liquore infuso allo zafferano.  La stabilizzazione è arrivata abbastanza in fretta e l'attività vi porta a vivere dignitosamente e serenamente. Avete fatto un passo nel vuoto ma avevate ragione, è così?
"Quello che bisogna riuscire a fare è staccarsi dalle vecchie abitudini, di agricoltura non si diventa ricchi, pur coltivando un prodotto particolare come lo zafferano. E' pur vero che le esigenze cambiano notevolmente, tutto ciò che prima sembrava indispensabile oggi risulta superfluo. Siamo ancora ai primi anni di attività perciò quasi tutto ciò che incassiamo lo reinvestiamo nella nostra azienda, che vogliamo far crescere insieme a noi. L'unica certezza è che rifaremmo questo passo nel vuoto altre mille volte".
Il vostro è un grande esempio di ritorno  alla cultura del buon cibo e della vita lontana dal vivere frenetico e spersonalizzato, avete creato un modello di sviluppo sostenibile in grado di dare ricchezza al territorio, introducendo così la cultura d’impresa in un progetto ambizioso: riportare in auge l’antica coltura dello zafferano del Monferrato e farlo conoscere come prodotto tipico piemontese. Qual è il punto di forza della vostra idea che  vi  ha permesso di differenziarvi, emergere e progredire con grande consenso e credibilità?
"Abbiamo sempre sostenuto che facendo le cose con passione, fatte bene e con tutto l'amore possibile, non può che  generare un modello vincente. Le persone ormai sono in grado di percepire in modo chiaro quando un prodotto arriva a loro per consumismo o per qualità. Abbiamo iniziato a lavorare pensando prima di tutto a curare bene i nostri terreni, ad avere dei risultati di prodotto di prima qualità, ed infine come presentare al cliente questa differenza. Quello che ci differenzia da altri è sicuramente la nostra scelta di business: poca produzione ma di altissima qualità".
Dal  vostro esempio si può trarre un grande insegnamento educativo da impartire alle nuove generazioni, a partire da un valore fondamentale, che è quello di non educare i figli alla ricchezza ma alla felicità. Qual è il consiglio che sentite di dare ai giovani per diventare davvero nexter, innovatori del proprio tempo e imprenditori di se stessi?
"Siamo onorati di essere considerati un esempio di insegnamento, avendo solo seguito un nostro sogno non ci sembra di aver fatto "nulla di speciale". Quello che consigliamo ai giovani è di non intestardirsi nella ricerca di un posto fisso, non esiste più. Piuttosto quello di cercare dentro di sé quello che alla prima occhiata può sembrare solo un hobby, di reinventarlo e farlo diventare il proprio lavoro. Attenzione però, senza tenacia e passione non si va da nessuna parte".
 


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