Un eccezionale lavoro di recupero per quelle che sono le "viscere" della città. Alla riscoperta della parte più nascosta e più affascinante, quella maggiormente indicativa dell'identità storica ionica
Da qualche anno nella città ionica è nata un’associazione, “Nobilissima Taranto”, protagonista di visite guidate negli ipogei in Città Vecchia. “Extra Magazine” ha intervistato uno degli esponenti dell’associazione, Giuseppe Loconte, il quale ci ha illustrato nei dettagli i fini del loro lavoro. Vi proponiamo la sua intervista
Da quanto tempo collabora con “Nobilissima Taranto” e quali sono i vostri obiettivi?
“Collaboro dal 2014, ma l’associazione era già esistente ed è capitanata da un importante presidente, Nello Di Gregorio, il quale ha avuto esperienze anche politiche ed è un grande conoscitore della civiltà rupestre. Operiamo in maniera concreta occupandoci dell’ambito culturale. Il nostro obiettivo è favorire la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali locali, che purtroppo volutamente o non volutamente sono stati occultati in passato per la monocultura industriale. Occultare serviva a mio modo di vedere per far restare ignorante il popolo e purtroppo ancora oggi assistiamo a considerazioni di nostri concittadini, che pensano non ci sia nulla di interessante nella loro città. Noi di Nobilissima Taranto vogliamo recuperare l’identità storica tarantina con una fruizione pratica perché non servono soltanto convegni o presentazione di libri. Taranto è stata la città più fiorente e ricca della Magna Grecia, ma oltre alla presenza dei reperti che troviamo nei musei occorre ritrovare i resti di quell’epoca”.
Quando è nata questa sua passione nei confronti dell’archeologia?
“Probabilmente nel 1971-72, quando ci fu il rinvenimento del Tempio di Dioniso durante i lavori di costruzione della Chiesa Sacro Cuore. Ero un boy scout e vidi dal vivo i resti e rimasi molto affascinato. Poi da grande sono diventato un perito industriale e assieme ai miei colleghi abbiamo lavorato in diversi cantieri in Città Vecchia, proprio dove venivano fatte scoperte e c’era la presenza della Soprintendenza”.
Avete permesso ai turisti e non solo di visitare gli ipogei. Che risposte avete avuto?
“Noi abbiamo fatto dei veri e propri percorsi archeologici, ottenendo l’affidamento provvisorio di alcuni ipogei dal Comune. Molte persone del luogo venivano a trovarci con i loro bambini perché incuriositi da questi ambienti sconosciuti a loro. Durante l’Isola che vogliamo del 2014 aprimmo ben 18 siti contemporaneamente e 20 mila persone visitarono gli ipogei. Abbiamo partecipato nuovamente al bando per l’assegnazione dei siti, ma c’è stato un ricorso e siamo in attesa della decisione”.
Che tipo di atteggiamento avete riscontrato dagli enti locali?
“Purtroppo non c’è stato sostegno da parte loro, anche se adesso con la nuova Amministrazione comunale qualcosa sembra muoversi e speriamo possa esserci maggior appoggio in futuro”.
C’è qualche altro lavoro particolare a cui vi state dedicando?
“Abbiamo iniziato a collaborare con il Politecnico di Bari, facoltà di Architettura. Gli studenti stanno studiando scientificamente le preesistenze sotterranee al fine di trovare collegamenti. Sicuramente ci saranno 5-6 tesi su questo argomento e la pubblicazione delle stesse ci consentirà di avere una maggiore valenza. Concludo ribadendo un concetto molto importante: Nobilissima Taranto ce la sta mettendo tutta per recuperare l’identità di Taranto, collaborando insieme ad altre associazioni, perché è fondamentale essere tutti coesi per il bene cittadino”.