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Parole che contano

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

24
MAG
2013

 

NON ARRENDETEVI!
Di Stefan Hessel  certamente si ricorda il celebre pamphlet Indignatevi!, che ha dato la spinta ideale ai fenomeni di protesta  degli anni scorsi. Non arrendetevi! (Passigli Editori) è invece quello che potremmo definire il testamento spirituale scritto poco prima della morte, avvenuta lo scorso 27  febbraio, che può essere considerato l’antidoto ai nuovi sterili movimenti populisti e all’antieuropeismo. «L’indignazione non basta. Se qualcuno crede che basti manifestare per le strade perché le cose cambino si sbaglia. Non bisogna accontentarsi della protesta. Occorre agire»,  prendendo così le distanze dai movimenti che in tutta Europa hanno fatto della protesta la loro ragione d’essere, invitando vecchi e nuovi “indignati” a non farsi incantare da pericolosi populismi. È un invito, in particolare ai giovani, ad un rinnovato impegno attraverso quelle istituzioni che in una democrazia sono un indispensabile tramite tra il potere e i cittadini: i partiti politici. Hessel non ha dubbi: «Se volete che le cose cambino, nelle democrazie istituzionali nelle quali viviamo il lavoro deve essere fatto con l’aiuto dei partiti. Perfino con i loro difetti, le loro imperfezioni, le loro insufficienze, bisogna infiltrarsi nelle loro strutture per cercare di cambiarne il funzionamento dall’interno». A questo appello Hessel aggiunge un chiaro invito a guardare sempre all’Europa, la cui storia dolorosa e piena di contrasti, è anche una storia di intelligenza politica. “Da Galileo ai giorni nostri, dal Rinascimento al Secolo dei Lumi, l’Europa ha accumulato un capitale storico senza eguali…Sarà dall’Europa, cioè da noi stessi, che dovrà sorgere la luce che potrà guidarci verso l’uscita dal tunnel.”
 
JUVE!
“Anche il calcio, come il romanzo, vive di personaggi”, lo scrive in uno dei suoi racconti Ernesto Ferrero. Sarà stato questo uno degli stimoli che ha spinto Giorgio van Straten  a dar vita a JUVE! (BUR),una raccolta di undici testi di altrettanti scrittori juventini, (Desiati, Elkann, Ferrero, Givone, Liviano D’arcangelo, Missiroli, Riccarelli, Santagostini, van Straten, Veltroni, Veronesi) i quali, ognuno da un’angolazione diversa, raccontano di quell’amore viscerale che si scopre da bambini e che ci si porta dietro per tutta la vita. Prendendo in prestito un’espressione del poeta Vittorio Sereni, Mario Desiati, autore del racconto dal titolo “Diario di gobbo”  afferma: “Di reami bianconeri l’Italia è piena, perché negli anni della grande emigrazione la Juventus era l’unica squadra che giocava al nord a non essere identificabile con una città come gli altri club, l’unica squadra senza campanile nella nazione dei campanili, il porto in cui ormeggiare al sicuro.” C’è un altro autore di Martina Franca nella squadra creata da van Straten, si tratta di Giancarlo Liviano D’Arcangelo, il cui racconto, “L’inizio e la fine della giovinezza”, assume il noto calciatore Alex Del Piero a metro della memoria: “Del Piero – ci spiega Liviano d’Arcangelo – entra nella Juve quando la nostra generazione, quella della fine degli anni ’70, ha varcato la soglia dell’adolescenza e se ne va quando la stessa generazione diventa adulta.” In Juve! prendono corpo i successi e le delusioni internazionali, la fatica nel rialzarsi dopo ogni caduta, la difficoltà dell’essere “gobbo” fuori da Torino, le vittorie più esaltanti e quella irrimediabilmente macchiata dalla tragedia dell’Heysel. In conclusione una nota: tutti gli autori hanno devoluto i compensi per la lotta contro la SLA.
FUMO SULLA CITTA’
Su Taranto, città di vicoli, di mare, di fabbriche e periferie, di cattiva politica e di sogni di riscatto spesso abortiti, città-simbolo delle contraddizioni del Mezzogiorno e delle sue sconfitte, mai abbassare la guardia. Alessandro Leogrande, nato a Taranto e residente a Roma, vicedirettore del mensile Lo straniero,  e firma di punta di vari quotidiani e riviste nazionali,  con Fumo sulla città (Fandango) “prova a raccontare - come si legge nella premessa -  i tanti cocci che hanno generato la più grave crisi ambientale e industriale che l’Italia ricordi”. La prima parte, intitolata Una, due, tre città, riprende scritti contenuti in una delle prime pubblicazioni di Leogrande (Un mare nascosto). La seconda parte, “L’eterno ritorno di Giancarlo Cito, è stata originariamente pubblicata in un libro collettivo. Del tutto nuova l’ultima parte: Zibaldone delle polveri, nella quale si racconta ciò che è successo nell’ultimo anno, a partire dall’estate del 2012, per giungere “all’incancrenirsi dello scontro tra esecutivo e magistratura.” L’autore, che è stato uno dei primi a denunciare i mali dell’industrialismo, nelle pagine conclusive si interroga e riflette: “ho pensato che non ci potesse essere futuro per la città con la semplice chiusura della fabbrica. Mi sono via via convinto che chiuderla, senza trasformarla, sarebbe stata una risposta pre-moderna e anti-operaia. Ma come trasformarla?” Come superare la convinzione che nulla potrà mai cambiare? Da dove partire? Leogrande ci fornisce un’indicazione: una profonda ristrutturazione aziendale che proceda di pari passo con l’inevitabile superamento della monocultura siderurgica, il cui dibattito già avviato diventerà sempre più vivace. 
A SUD DEL SUD DEI SANTI. 
E’ certamente una straordinaria operazione culturale quella messa in atto da Fucine Letterarie, in collaborazione con LietoColle Libri, massima espressione dell’editoria poetica nazionale,  “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria” , curata da Michelangelo Zizzi. Si tratta di lavoro corposo, che  rappresenta il più completo organo di classificazione e conoscenza critica della poesia pugliese, che – per quanto spesso marginalizzata dalla grande editoria italiana – ha costruito il midollo spinale delle cosiddette linee orfiche o borboniche contro le cosiddette lombarde o fiorentine. Il saggio rilancia integralmente la poesia meridionale all’interno di una dialettica storico-critica, che si è assopita dopo l’Unità d’Italia nel pretesto ideologico di una discrasia tra Sud e Nord. ”A vedere quello che è accaduto a livello letterario negli ultimi cent’anni in Puglia – scrive Michelangelo Zizzi -  può dirsi che la poesia è il luogo di limite/trincea nel quale si erige una resistenza imperiale e sovrasignificante rispetto ad ogni luogo comune e ad ogni disfacimento culturale. È il luogo dove l’essenza orfico-pitagorica e il desiderio “amoroso” di essere si avvera come un miracolo contro ogni deriva della modernità”.
Il volume sarà presentato nell’ambito delle manifestazioni “Martina Franca nel Settecento”, (25 e 26 maggio) organizzate in rete con varie associazioni e gruppi, dal Comune di Martina Franca, con  due giornate di studio/lavoro articolate tra presentazione dell’opera, workshop poetico e lettura performativa. Durante il workshop  Michelangelo Camelliti, proprietario di LietoColle, sarà disponibile a eventuali contatti con autori meridionali al fine di far conoscere loro l’editoria poetica nazionale. 
 


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